Codice monitoraggio

domenica 28 gennaio 2018

Presidenza Figc: i tre candidati presentano i loro programmi



«Auspico che ci sia un ravvedimento da parte dei tre candidati affinché non si celebrino le elezioni lunedì, lo auspico come il 90% degli italiani». Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, dopo aver parlato in conference call con i tre in corsa alla presidenza Figc. «In questo momento l'assemblea è regolarmente convocata, ma i candidati hanno riconosciuto le difficoltà e si riservano con le componenti di arrivare a delle conclusioni. Non ci può essere un'ipotesi che uno si ritira e gli altri vanno avanti. La mia proposta era di buonsenso - ha aggiunto Malagò -: fermate tutto, rimandate tutto a 90 giorni e dopo avrete un'elezione senza il rischio del commissariamento».

Tre candidati alla presidenza della Federcalcio: si sono confrontati per  capire programmi, intenzioni. La prima delle quali, che unisce Cosimo Sibilia, Damiano Tommasi e Gabriele Gravina, è di non rinunciare all'assemblea elettiva. "Condividiamo la preoccupazione di Malagò - dicono in coro - e lo ringraziamo per le attenzioni che ci riserva. Ma gli diremo che non abbiamo intenzione di ritirarci né di rinviare l’assemblea elettiva: ci sentiamo candidati a tutti gli effetti e andiamo fino in fondo"

Gabriele Gravina:  "Il calcio che vorrei è una questione di cuore, ti coinvolge, ti fa gioire, ti fa penare, ti fa piangere e urlare, ti coinvolge e ti entusiasma, nella costruzione di un qualcosa che è fuori di te, ma che, al tempo stesso, è una parte di te che condividi con altri. Il calcio che vorrei è fatto di passione. Solo l'assenza di calcoli, bilanciamenti ed opportunismi, può rendere concreta questa forza esplosiva che, dal di dentro, ti spinge a correre dietro a un pallone, a rialzarti dopo le sconfitte, a guardare nuovi orizzonti dopo le vittorie. Solo con la passione riesci a dedicare tempo ed energie alla ricerca di una soddisfazione e un piacere interno incomparabili. Il calcio che vorrei è fatto di lucidità, come ogni attività umana, che coinvolge più persone deve essere gestita e programmata con lungimiranza, competenza e responsabilità, nella consapevolezza che una vittoria sportiva può essere frutto di organizzazione, ma non è vero il contrario.
Il calcio che vorrei è emozione. È la corsa a perdifiato di Tardelli nel 1982, oppure l'esaltazione collettiva del 2006, ma anche l'impegno di tutti i nostri uomini e le nostre donne su tutti i campi per onorare la maglia che indossano, nelle vittorie, ma anche e soprattutto nelle sconfitte.
Il calcio che vorrei nasce dai valori. Da quelli scritti nel nostro Dna di cultori delle regole, del fair-play, della lealtà, del rispetto. Da quelli che ogni generazione di calciatori, dirigenti, allenatori e arbitri tramanda ai più giovani, in una catena senza fine. I valori vincono sempre. Il calcio che vorrei è identità. Esso ci unisce e ci accomuna, ci avvicina e ci fonde rispetto a un gruppo sociale, un territorio, una nazione. Esso ci fa lavorare per il bene comune. Esso ci fa pensare all'insieme pur nella rivalità dei singoli.
Il calcio che vorrei è il calcio sostenibile di domani. Un calcio che offra ai nostri giovani la possibilità di trovare le occasioni che meritano: per formarsi, perfezionarsi e competere. Un calcio che offra ai nostri tifosi la possibilità di ritrovarsi sotto le loro bandiere in stadi moderni e tecnologici. Un calcio che dia la gioia e l'entusiasmo a imprenditori e appassionati di investire in un grande fenomeno collettivo, all'interno del quale scegliere se fare industria o socialità.
Il calcio che vorrei è la gioia di giocare quella 'partita per il futuro' in cui tutti noi possiamo condividere e sentirci protagonisti di una grande storia che è quella del calcio italiano".

Cosimo  Sibilia: "Non è più tempo di desideri, di buoni propositi e di idee lasciate sulla carta senza che ne sia dato alcun seguito. È giunto il momento di mettere in pratica azioni concrete, riforme attuabili che riportino il gioco del calcio al centro del nostro agire. Dobbiamo rispetto ai milioni di tifosi che si appassionano per questo sport, per questo al 'calcio che vorrei' preferisco parlare del 'calcio che faremo'. Insieme, come lo slogan del mio programma 'Giochiamo di squadra'. Perché non è neanche più il tempo di dividersi. Il calcio ha bisogno di tutte le sue componenti. Ha bisogno dei calciatori, i primi attori, ha bisogno di una nuova governance, ha bisogno del suo vertice ma anche della sua base. Di quel milione e 200mila tesserati che costituisce la Lega Nazionale Dilettanti che rappresento con orgoglio e fierezza. Ha bisogno di un Club Italia rinnovato e di figure che hanno portato in alto l'Italia negli anni. Ha bisogno di una riforma dei campionati e di norme più restrittive per le iscrizioni, così da evitare episodi come quelli accaduti di recente. Ha bisogno che i suoi giovani crescano nella competitività, grazie al rafforzamento dell'attività dei Centri federali territoriali e all'istituzione delle seconde squadre. Ha bisogno delle donne, e di un calcio al femminile che negli ultimi anni ha imboccato la strada per un reale sviluppo. Ma soprattutto, il calcio italiano ha bisogno di tornare a essere un modello: da apprezzare, da studiare, da invidiare all'estero. E questo, sarà possibile solo grazie all'aiuto di tutti. Con l'auspicio che domani, al termine dell'assemblea elettiva, sia il calcio a vincere davvero".

Damiano Tommasi."Esiste già il calcio che vorrei ma non lo si trova dove dovrebbe essere. Pensiamo che il calcio, quello che conta, sia negli stadi pieni o nelle tv più seguite, nelle trasmissioni di punta o in dirigenti "illuminati". Il calcio pensiamo sia fatto dagli imprenditori o dai grandi campioni, dagli sponsor più famosi o che si concretizzi nei trofei più prestigiosi.
Il calcio che vorrei in realtà esiste ed è nascosto nelle pieghe della nostra vita. Nel sorriso che provoca un pallone, nelle serate con gli amici a ricordare partite dimenticate della nostra gioventù, nelle figurine scambiate o attaccate insieme ai nostri figli .Il calcio che vorrei c'è già nelle domeniche sui campi di paese o nelle serate di partite tra colleghi, lo si trova nelle imprese nate con i compagni di squadra e nei racconti di maestri giornalisti che evocano i ricordi.

Il calcio che vorrei esiste ed è il vero motore del calcio che vorrei cambiare. Dobbiamo solo invertire le priorità senza perdere di vista la realtà.

Il calcio urlato e sponsorizzato, quello dei diritti Tv e degli impianti sportivi, quello dei grandi campioni e dei grandi eventi non deve essere accantonato o disprezzato, deve solo ricordarsi da dove viene e dove arriva, alle emozioni della gente.

Il calcio che vorrei c'è ed è in ognuno di noi ma ce ne dimentichiamo troppo spesso".


Tommasi darebbe priorità alle seconde squadre: "Si tratta di un sistema che va introdotto subito, perché i risultati li vedremo tra qualche anno. E il Club Italia va gestito come un club professionistico". La priorità per Gravina? "Il grande obiettivo da centrare è la sostenibilità del sistema, con una migliore distribuzione delle risorse. Questo piano non può che passare da una valorizzazione dei giovani e delle infrastrutture". Per Sibilia invece occorre introdurre norme più restrittive per l’iscrizione ai campionati professionistici: "Anche in questi giorni abbiamo notizia di un’altra società di Lega Pro in grave difficoltà (l’Akragas, ndr) dopo Modena e Vicenza: Seconde squadre? Ok ma riservate ad Under 21".

giovedì 25 gennaio 2018

Nations League: Italia, con Polonia e Portogallo




A Losanna è andato in scena il sorteggio dei gruppi della Uefa Nations League 2019, la nuova Champions per nazionali: 55, divise in quattro serie da 4 gruppi. L'Italia ancora senza c.t. è in Lega A, girone 3: le sue avversarie sono la Polonia di Lewandowski e il Portogallo di Cristiano Ronaldo. Girone di ferro è (anche) quello tra Germania, Francia e Olanda. La Spagna (girone 4) se la vedrà con Inghilterra e Croazia. Girone 2 composto invece da Belgio, Svizzera e Islanda. Ma ecco tutti gli accoppiamenti delle altre Leghe... Le vincitrici dei quattro gironi si sfideranno nella Final Four che assegnerà il trofeo nell'estate 2019.

L'Italia affronterà Portogallo e Polonia nel girone 3 della serie A della Nations League, nuova competizione per nazionali organizzata dall'Uefa. Questo l'esito del sorteggio svoltosi oggi a Losanna. Le partite (andata e ritorno) si disputeranno da settembre a novembre. La manifestazione al via il 6 settembre vedrà ai nastri di partenza le 55 nazionali europee affiliate Uefa. Gli Azzurri parteciperanno alla Lega A, quella che comprende le nazionali con il ranking più alto: la formula del torneo prevede gare di andata e ritorno, con la vincente del girone che si qualificherà per la fase finale della competizione in programma nel giugno 2019, mentre l'ultima classificata retrocederà nella Lega B.L'Italia è attesa quindi da quattro sfide contro due delle miglior nazionali d'Europa. Sono 25 i precedenti con il Portogallo, con un bilancio di 18 vittorie, 2 pareggi e 5 sconfitte. Gli Azzurri sono in vantaggio anche negli scontri diretti con la Polonia: 5 successi, 6 pareggi e 3 sconfitte.

Il calendario— 1ª Giornata: 6-8 settembre 2018, 2ª Giornata: 9-11 settembre 2018, 3ª Giornata: 11-13 ottobre 2018, 4ª Giornata: 14-16 ottobre 2018, 5ª Giornata: 15 -17 novembre 2018, 6ª Giornata: 18-20 novembre 2018. Finali: 5-9 giugno 2019.

Le 55 squadre europee sono suddivise in quattro leghe in base al Coefficiente nel ranking UEFA per Nazionali (1–12 nella Lega A, 13–24 nella Lega B, 25–39 nella Lega C, 40–55 nella Lega D).

All’interno di ciascuna lega, le squadre vengono suddivise in tre (per le Leghe A e B) o quattro (Leghe C e D) fasce, sempre secondo il ranking. Le squadre si affrontano in casa e in trasferta, con i vincitori dei quattro gironi della Lega A che si qualificheranno per le finali della UEFA Nations League nel giugno 2019, che comprendono semifinali, finale per il terzo posto e finale. I vincitori dei gruppi delle leghe B, C e D vengono promossi e quelli in fondo ai gruppi delle leghe A, B e C vengono retrocessi. La stagione successiva sarà 2020/21.


mercoledì 17 gennaio 2018

Icardi-Inter, c’è aria di addio



"Icardi-Inter, c'è aria di divorzio". Titola così l'edizione odierna di Libero. Il bomber che piace al Real potrebbe partire anche in caso di qualificazione alla Champions: poca sintonia con una parte del club a causa della moglie-agente. E adesso - si legge - sui social Mauro sta lanciando strani segnali. Da Ronaldo a Cavani, la cessione dell'argentino può dare il via a un domino di campioni.

In Spagna continuano a rimbalzare le voci di un forte interesse del Real Madrid per Mauro Icardi, secondo Marca addirittura Florentino Perez vorrebbe lanciare l'assalto.

L'Inter sta pensando seriamente di vendere il suo capitano. Maurito ha una clausola di 110 milioni (pagabile dall’1 al 15 luglio e valida solo all'estero) e c’è chi è disposto a spenderli (Real in prima fila). Tuttavia, coi tempi di trasferimenti folli che corrono, l’Inter intende cautelarsi, alzando o raddoppiando la cifra di rescissione dell’argentino. L’obiettivo è chiaro: vendere al miglior offerente Maurito. Che, via social, lancia misteriosi segnali: a partire dai pallini nerazzurri scomparsi dal suo profilo Instagram, passando per le ultime foto pubblicate in bianco e nero. Nell'ultima foto su Instagram addirittura la didascalia «ognuno è artefice del proprio destino». Una massima mai così sibillina, soprattutto perché sul suo futuro è più che mai decisiva la volontà dell’Inter.

Se infatti l’attaccante, dalla controversa autobiografia del 2016 (a cui è seguito il rinnovo fino al 2021), ripete che per lui c’è solo l’Inter, è discutibile fino a che punto sia reciproca l’intenzione di proseguire insieme. Le ultime uscite di Icardi non sono piaciute al club: né la sovraesposizione sui social (con selfie e foto hot), né le recenti dichiarazioni della moglie agente Wanda che, a più riprese, ha fatto ricorso alla vaga espressione «Mauro vuole l’Inter a vita, ma dipende dalla società». A voler essere maliziosi, è così traducibile: se il club saprà assecondare le ambizioni tecniche (qualificazione in Champions) ed economiche del giocatore (ingaggio di almeno 7,5 milioni contro i 4,5 attuali), quest’ultimo sarà felice di restarvi, altrimenti ognuno andrà per la sua strada. Il solito gioco delle parti, insomma. È per tali ragioni che dentro la società si sono alzati venti contrari alla permanenza del capitano. Vendere Icardi alle proprie condizioni, quindi per una cifra superiore a 110 milioni, permetterebbe all’Inter di rientrare nei parametri del fair play finanziario e contestualmente rinforzare l’organico.

Wanda Nara ha dichiarato in tempi non sospetti: "L'interesse di Real Madrid, Chelsea e Bayern Monaco? Mauro è un giocatore importante e questi sono top club che lo seguono da tempo. È giusto che un attaccante così, uno dei 9 più importanti al mondo, abbia grandi società che si interessano a lui e lo considerano per ciò che vale. Deve far piacere a lui e all’Inter. Mauro è contento di stare qui, i dirigenti sanno che ha rifiutato squadre che altri giocatori non avrebbero rifiutato perché ha nel cuore i colori nerazzurri. Non nego però che sono molte le formazioni interessate a lui.".

Wanda Nara, che in questo periodo è in trattativa con la società per il rinnovo di contratto: "Devono essere i dirigenti a dire se il contratto attuale è a posto e cosa vogliono fare. Lui è un giocatore dell’Inter, il capitano e ha sempre dimostrato di tenere alla sua squadra. Noi non chiediamo niente: se la società intende cambiare qualcosa nel contratto, è una sua scelta". Il nodo, difficile da sciogliere, sembra essere quello della clausola: "L’ho chiesta io perché ritenevo giusto mettere a un giocatore del suo livello e della sua qualità una clausola da top player. - ha spiegato - Non so se la società vorrà aggiustare la clausola e di conseguenza il suo contratto. La clausola però non deve spaventare nessuno: anche se c’è un’offerta di un club pari alla clausola, la decisione spetta sempre al giocatore".

Ma di quanto dovrebbe essere questa clausola secondo la moglie dell'attaccante argentino? "Mauro vale minimo 200 milioni - ha affermato - Ogni anno lui sfida se stesso, punta a battere i suoi record e si pone traguardi più alti. È vero che i prezzi nell’ultimo mercato estivo sono impazziti rispetto all’agosto 2016 e che Mauro con il passare degli anni è sempre migliorato. Vedrete che lo farà ancora perché nessuno, neppure lui, conosce i suoi limiti".



domenica 14 gennaio 2018

Figc la corsa per la presidenza



Le elezioni per eleggere il nuovo presidente della Figc che dovrà rilanciare il calcio italiano dopo la mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018, si terranno il 29 gennaio. Il grande obiettivo resta in ogni caso evitare il commissariamento da parte del Coni, che scatterebbe in automatico se all'ultima votazione la Federcalcio non dovesse essere in grado di eleggere un suo presidente.

Ad eleggere il presidente federale sono i 279 delegati in rappresentanza delle società che fanno parte della Lega Serie A, della Lega Serie B, della Lega Pro e della Lega Nazionale Dilettanti. Poi ci sono i delegati dell'Associazione italiana calciatori, dell'Associazione italiana allenatori e dell''Associazione italiana arbitri. La differenza è nel "valore" di ciascuna lega o associazione: i voti di alcuni pesano più di quelli di altri. Il complesso dei voti spettanti ai delegati è pari a 516, così suddivisi: la serie A ha 20 delegati, e il voto di ciascuno ne vale 3,09 per una somma complessiva del 12%. Poi ci sono 22 delegati della Serie B che valgono 1,17 a voto, ovverro il 5% del totale, I 60 della Lega Pro complessivamente spostano il 17% del totale (1,46), ma il vero bacino di voti (34%) arriva dai 90 delegati della Lega Nazionale Dilettanti (1,95 a voto). Infine ci sono i 52 dell'Assocalciatori che pesano il 20%, i 26 degli allenatori il 10%, i 9 degli arbitri, il 2%.

Il presidente della Figc viene eletto al primo turno se ottiene i tre quarti dei voti. Se si va al secondo turno sono necessari i due terzi, mentre al terzo scrutinio basta la maggioranza assoluta dei voti.

Tre candidati e un quarto che minaccia di partecipare. Chi si aspettava una proposta unitaria alle elezioni della federcalcio del 29 gennaio per ora resta deluso. Perché a 24 ore dalla scadenza della presentazione delle candidature ognuno resta sulle sue posizioni. E a Damiano Tommasi dell'Aic e Gabriele Gravina della Lega Pro, si aggiunge ufficialmente anche il nome di Cosimo Sibilia della Lega Dilettanti. Mina vagante Claudio Lotito, pronto a sparigliare le carte, forte del presunto appoggio della maggioranza dei club di Serie A. "Corro per vincere, io sono il nuovo visto che sono qui da un anno", le parole di Sibilia, sostenuto da un 34% compatto come l'unanimità della sua Lega nell'indicarlo come candidato per il dopo Tavecchio.

"Non escludo accordi con Sibilia e con Tommasi", ha fatto sapere Gabriele Gravina. Lo stesso Tommasi, detentore di un 20% più il 10% dell'Aiac di Ulivieri, ha parlato a lungo con Sibilia, così come con Lotito che aveva tutta l'aria di esserci per iniziare a trattare con i due: "Lotito è uno che non molla, probabilmente chiederà qualcosa", si è lasciato andare il numero uno dei Dilettanti.

Le ore che mancano alla mezzanotte chiariranno lo scenario sulla possibile candidatura di Claudio Lotito, ancora non formalizzata ma a questo punto molto probabile. I contendenti diventerebbero quattro e i giochi per le alleanze, a quel punto, decisivi. Lotito avrebbe pensato a diventare presidente dopo aver fatto i suoi conti. Era accreditato di un ruolo apicale (vicepresidenza) in un alleanza con Sibilia, ma il numero uno della Lazio si è reso conto di non avere all'interno della Lega di Serie A il quorum di 14 voti su 20 necessario per entrare in consiglio federale. Il requisito minimo per accedere alla vicepresidenza.

Il presidente della Lazio ieri ha incontrato proprio Sibilia, a cui ha illustrato una nuova forma di sinergia. Lotito porterebbe in dote i voti di una parte di serie B ("dodici squadre sono pronte a firmare per me", ha dichiarato, ma il peso specifico della lega cadetta è solo il 5%) e di altrettanti club di A. Hanno già aderito l suo programma Milan, Verona, Atalanta, Crotone, Sampdoria e il Genoa del presidente Enrico Preziosi. Il numero uno genoano - intervistato da Repubblica - non ha esitato a schierarsi. "Se i Dilettanti che hanno il 34% stanno con Lotito, vince Lotito. Nessun candidato ha i voti per vincere. Ma se Sibilia manterrà la parola - ha dichiarato Preziosi -, lo vedremo aggiunto alla serie A, che ha dato un largo appoggio a Lotito. Il maggior campionato deve essere al timone del calcio italiano e Lotito, per quanto conflittuale, non può non tutelarne gli interessi».

Preziosi - originario della provincia di Avellino come Sibilia - si dimostra abbastanza sicuro della sua ricostruzione. "Gravina non vincerà mai - ha proseguito -. E' vero che in Lega ci sono Juventus, Torino, Roma, Fiorentina e Sassuolo che sono contro, ma quello che abbiamo capito è che se un candidato avesse avuto l’appoggio unanime della serie A Sibilia avrebbe fatto un passo indietro per sostenerlo".

L'asse Lotito-Sibilia quindi, da solo, non supererebbe il 50%. Bisognerebbe trovare un alleato dell'ultima ora, tra quelli che hanno manifestato al momento diverse intenzioni. "Dipende dalla disponibilità degli allenatori - prosegue Preziosi -, tutto è negoziabile, è sempre una questione di accordi e pressioni. Certo Claudio può risultare una figura conflittuale. Ma la serie A deve essere rappresentata adeguatamente, la Federcalcio ci impone dei paletti e noi su quelli non riusciamo a muoverci, frenando lo sviluppo".

Tommasi è critico: «Una candidatura di Lotito? Non è impossibile visto che dice di avere le firme per depositarla ma credo che la risposta a Italia-Svezia debba essere un'altra», ha detto durante un'intervista a Sky.




sabato 6 gennaio 2018

Uefa i 50 giovani talenti da seguire



Sul sito ufficiale l'elenco dei nomi da tener d'occhio nel 2018 che comprende i calciatori di età tra i 16 e i 23 anni: alcuni, come Skriniar e Milinkovic-Savic, sono già top player. Ci sono Nicolò Barella del Cagliari, Lucas Torreira della Sampdoria, Milinkovic-Savic e Pedro Neto della Lazio e Federico Chiesa della Fiorentina. Inserito nella speciale lista anche l'attaccante dello Slovan Liberec di proprietà della Fiorentina, Martin Graiciar, che vestirà la maglia viola a partire della prossima estate.

L'elenco è un mix di giocatori già affermati (come Skriniar, Torreira e Milinkovic-Savic), figli d'arte (Kluivert e lo stesso Chiesa) e ragazzi allevati nelle accademie calcio in giro per l'Europa. L'Ajax, ovviamente, spicca con 4 rappresentanti.

Ethan Ampadu (Galles, 17 anni – Chelsea)
Centrocampista difensivo, ha esordito in prima squadra a settembre, e a dicembre ha debuttato in Premier League; convocato due volte dal Galles.

Houssem Aouar (Francia, 19 – Lione)
Attaccante paragonato all'enfant prodige del PSG, Kylian Mbappé, in questa stagione è già andato in gol in Ligue 1 e in UEFA Europa League.

Jan-Fiete Arp (Germania, 17 – Amburgo)
Straordinariamente prolifico a livello U17 con la Germania, ha segnato due reti in nove partite di Bundesliga, ed è una delle più grandi speranze della Germania del futuro.

Kepa Arrizabalaga (Spagna, 23 – Athletic Bilbao)
Vincitore EURO U19 nel 2012, Kepa è titolare dell'Athletic in Liga, e ha esordito con la nazionale maggiore spagnola a novembre vincendo 5-0 in amichevole.

Leon Bailey (Giamaica, 20 – Bayer Leverkusen)
Veloce quasi come il suo connazionale e amico Usain Bolt, l'ex centrocampista offensivo del Genk segna con una certa continuità in Bundesliga.

Nicolò Barella (Italia 20 – Cagliari)
Paragonato a Marco Verratti e da qualcuno persino ad Andrés Iniesta, i 35 milioni di euro richiesti per il suo cartellino rispecchiano la sua classe.

Sander Berge (Norvegia, 19 – Genk)
Centrocampista alto 1.90 cm e proveniente da una famiglia di giocatori di pallacanestro, Berge si sta dimostrando uno dei giovani più interessanti in Belgio.

Fedor Chalov (Russia, 19 – Cska Mosca)
Talento che già nel settembre del 2016 ha esordito in Champions League, l'attaccante russo è rapido, intelligente ed è una prima scelta tra le riserve del CSKA Mosca.

Federico Chiesa (Italia, 20 – Fiorentina)
Esterno sinistro con un tiro molto potente, il figlio dell'ex attaccante degli Azzurri, Enrico Chiesa, è un giocatore fondamentale per i Viola ed è uno dei giovani più interessanti dell'intera Serie A.

Ante Coric (Croazia, 20 – Dinamo Zagabria)
Vicino alle 100 presenze in campionato con la Dinamo, il piccolo centrocampista offensivo croato è accostato spesso alle grandi squadre europee, ed ha già quattro presenze con la nazionale maggiore.

Frenkie de Jong (Olanda, 20 – Ajax)
"Il nuovo Johan Cruyff", secondo alcuni addetti ai lavori. Visione di gioco, tocco di palla e capacità di trovare gli spazi lasciano presagire un grande futuro per lui.

Matthijs de Ligt (Olanda, 18 – Ajax)
Appena 17enne quando ha giocato la finale di UEFA Europa League del 2017, il difensore centrale olandese ha tre presenze in nazionale ed è un titolare della retroguardia dell'Ajax.

Emmanuel Bonaventure Dennis (Nigeria, 20 – Bruges)
Titolare in Europa League col Zorya Luhansk nella stagione 2016/17, l'attaccante nigeriano segna con una certa regolarità da quando è in Belgio - sei gol in 16 partite.

Mikkel Duelund (Danimarca, 20 – Midtjylland)
Fan di Wayne Rooney, il calciatore del Midtjylland ha chiuso il 2017 in forma smagliante segnando otto gol in 11 partite con club e nazionale U21.

Phil Foden (Inghilterra, 17 – Manchester City)
Definito dal tecnico del City, Josep Guardiola, come "un dono" per il club, il centrocampista ha brillato nella nazionale inglese che ha vinto la Coppa del Mondo FIFA U17 nel 2017, e ha esordito in prima squadra a dicembre.

Martin Graiciar (Repubblica Ceca, 18 – Slovan Liberec)
Tornato allo Slovan dopo un prestito estivo alla Fiorentina, l'attaccante è stato votato come Miglior Giovane Ceco in un sondaggio invernale votato gli allenatori delle giovanili della nazione.

Amine Gouiri (Francia, 17 – Lione)
Capocannoniere dell'EURO U17 della scorsa estate, l'inserimento di Gouiri è stato facilitato dai tanti spezzoni di partita giocati con la prima squadra del Lione nello scorso autunno.

David Hancko (Slovacchia, 20 – Zilina)
Considerato in Slovacchia come il nuovo Paolo Maldini, il difensore centrale è un titolare inamovibile nello Žilina e nella nazionale U21, e a breve potrebbe spiccare il volo verso una grande squadra.

Amine Harit, (Marocchio, 20 – Schalke 04)
Lo Schalke l'ha acquistato in estate dal Nantes, e il centrocampista si è subito imposto in Bundesliga. Ha giocato a livello U21 con la Francia, ma ha scelto di vestire i colori del Marocco in nazionale maggiore.

Ivan Ignatiev (Russia, 18 – Krasnodar)
Capocannoniere dell'edizione in corso di UEFA Youth League con dieci gol, Ignatiev è un "attaccante nato" secondo l'ex direttore sportivo del Krasnodar, Aleksei Zinin.

Luka Jovic (Serbia, 20 – Eintracht Francoforte)
Ai tempi del Crvena zvezda, primo club di Jović, l'allora direttore sportivo Zvezvdan Teržić disse: "Jović diventerà il miglior attaccante d'Europa". Oggi sta dimostrando tutto il suo potenziale in Germania.

Kirill Kirilenko (Bielorussia, 17 – Dinamo Brest)
Definito da alcuni anni come la più grande promessa del calcio bielorusso, l'esterno della nazionale U19 ha esordito col club in prima squadra nel 2017.

Justin Kluivert (Olanda, 18 – Ajax)
Titolare e regolarmente in gol con l'Ajax, l'esterno sinistro ha eclissato il padre Patrik segnando una tripletta in Eredivisie a novembre.

Hirving Lozano (Messico, 22 – Psv Eindhoven)
'Chucky' ad agosto ha fatto irruzione nel panorama nazionale olandese andando in rete nelle prime tre partite di Eredivisie giocate, e adesso è già a quota 11 gol fatti.

Malcom (Brasile, 20 – Bordeaux)
Prelevato dal Corinthians nel 2016, l'esterno del Bordeaux è seguito adesso da molti club inglesi nonostante una valutazione che supera i 30 milioni di euro.

Dennis Man (Romania, 16 – Steaua)
L'FCSB ha imposto una clausola da 50 milioni di euro sul centrocampista rumeno quando l'ha messo sotto contratto nel 2016. Oggi sta dimostrando a suon di prestazioni con l'FCSB e la Romania U21 il perché di quella scelta.

Sergej Milinkovic-Savic (Serbia, 22 – Lazio)
Valutato già 100 milioni di euro per via delle sue formidabili prestazioni in Italia, il centrocampista serbo nato in Spagna è arrivato alla Lazio dopo le fortunate esperienze con Vojvodina e Genk.

David Neres (Brasile, 20 – Ajax)
Prelevato dall'Ajax dopo essersi imposto al São Paulo, David Neres ha segnato otto gol in 16 partite di Eredivisie in questa stagione.

Pedro Neto (Portogallo, 17 – Lazio)
Acquistato in tandem con Bruno Jordão dalla Lazio per 26 milioni di euro, l'ex Braga potrebbe rivelarsi in futuro un vero affare per la società capitolina.

Benjamin Pavard (Francia, 21 – Stoccarda)
Prelevato dal Lille, Pavard ha aiutato lo Stuttgart nella promozione della passata stagione, mentre in quella in corso è uno dei protagonisti della squadra, tanto che è stato persino convocato dalla nazionale francese.

Rodri (Spagna, 21 – Villarreal)
Definito il nuovo Sergio Busquets, il possente Rodri dovrebbe tornare all'Atlético, suo primo club, in estate per una cifra molto importante.

Abel Ruiz (Spagna, 17 – Barcellona)
Miglior marcatore di sempre della Spagna a livello U17 con 27 reti, Abel Ruiz ha vinto EURO U17 nel 2017 e ha come obiettivo quello di giocare nella prima squadra del Barça nel 2018.

Roland Sallai (Ungheria, 20 – Apoel Nicosia)
Rivelazione della fase a gironi di Champions League nonostante gli zero gol fatti, l'attaccante ungherese è adesso seguito dal tante importanti squadre europee.

Jadon Sancho (Inghilterra, 17 – Borussia Dortmund)
Acquistato dal Dortmund dalle giovanili del City per sostituire Ousmane Dembélé andato al Barcellona, il centrocampista potrebbe trovare spazio in prima squadra nel 2018.

Malang Sarr (Francia, 18 – Nizza)
Il difensore centrale è al Nice da quando aveva appena cinque anni, ma presto potrebbe spiccare il volo verso altri lidi dato che molte squadre europee sono sulle sue tracce.

Ryan Sessegnon (Inghilterra, 17 – Fulham)
Vicino alle 50 presenze nella seconda divisione inglese, il terzino sinistro sta dimostrando il suo potenziale con la nazionale inglese Under 19.

Volodymyr Shepelev (Ucraina, 20 – Dynamo Kiev)
Il centrocampista centrale ha esordito con la Dynamo a febbraio e ha chiuso l'anno solare da titolare. Ha inoltre già due convocazioni all'attivo con la nazionale ucraina.

Milan Skriniar (Slovacchia, 22 – Inter)
L'assenza dell'Inter dalle coppe europee ha lasciato un profilo basso allo slovacco, ma l'ex Sampdoria è uno dei migliori centrali della Serie A.

Manor Solomon (Israele, 18 – Maccabi Petach-Tikva)
Liverpool e Juventus erano entrambe interessate all'esterno israeliano alto 1,65 cm, che è stato convocato in nazionale maggiore nel 2017.

Mile Svilar (Belgio, 18 – Benfica)
Alcune presenze nella fase a gironi di #UCL hanno permesso di ammirare il talento grezzo del portiere belga che potrebbe trovare molto più spazio nel 2018.

Martin Terrier (Francia, 20 – Strasburgo)
In prestiito dal Lille e autore di sette gol in cinque presenze con la Francia U21, alcuni rumors lo danno vicino al Monaco in questa finestra di mercato invernale.

Kieran Tierney (Scozia, 20 – Celtic)
L'esterno sinistro ha vestito la fascia di capitano sia della Scozia che del Celtic, e ha ancora ampi margini di crescita che potrebbe sviluppare scendendo in campo in Champions League.

Lucas Torreira (Uruguay, 21 – Sampdoria)
Regista alto 1,68 cm, è un calciatore completo... o quasi. Il suo allenatore Marco Giampaolo una volta ha detto: "Se fosse alto 180 cm, costerebbe 180 milioni di euro".

Ferran Torres (Spagna, 17 – Valencia)
Esterno molto promettente, Torres a dicembre è diventato il primo calciatore nato nel 2000 a esordire in Liga.

Viktor Tsyhankov (Ucraina, 20 – Dinamo Kiev)
"Calciatore dalla stessa stoffa di Andriy Shevchenko", secondo il presidente della Dynamo, Ihor Surkis, il centrocampista ha fatto vedere la sua classe nel 2017/18.

Felix Uduokhai (Germania, 20 – Wolfsburg)
Prelevato da un 1860 München in crisi nera, il centrale è stato una rivelazione della Bundesliga in autunno.

Dayot Upamecano (Francia, 19 – Lipsia)
Un tempo nelle giovanili del Valenciennes, il teenager si è imposto come centrale di difesa al Salzburg e adesso al Leipzig.

Hannes Wolf (Austria, 18 – Salisburgo)
Le acque si sono in parte calmate dopo aver segnato in quattro partite consecutive ad agosto col Salzburg, ma il vincitore della UEFA Youth League 2017 rimane un calciatore dalla classe indiscussa.

Yusuf Yazıcı (Turchia, 20 – Trabzonspor)
L'allenatore del Trabzonspor, Rıza Çalımbay, ripone enorme fiducia sul talento turco, tanto che il centrocampista ha giocato tutte e 17 le partite di Süper Lig di questa stagione nonostante gli appena 17 anni di età.

Szymon Zurkowski (Polonia, 20 – Gornik Zabrze)
Sconosciuto all'estero ma definito il nuovo Zbigniew Boniek in Polonia, il centrocampista difensivo polacco ha una restistenza incredibile in campo.


mercoledì 3 gennaio 2018

Calcio occasioni a costo zero a partire da gennaio 2018



Con la riapertura ufficiale a gennaio delle trattative di calciomercato prendono quota i nomi dei calciatori in scadenza di contratto nel 2018.

Il mercato di gennaio è appena iniziato, ma le grandi squadre stanno già pianificando le mosse per la sessione estiva. Visti i prezzi folli che girano, saranno molto importanti i colpi a costo zero, come quello che dovrebbe fare la Juve con Emre Can del Liverpool. E proprio in Inghilterra giocano molti dei grandi giocatori che il prossimo 30 giugno andranno in scadenza di contratto e saranno liberi di cambiare squadra: ne abbiamo scelti molti che giocano in Premier League (7 al Manchester United).

L'apertura ufficiale della sessione invernale di calciomercato è il 3 gennaio. E' allora che inizia ufficialmente in Italia la finestra di trattative che resterà aperta fino alle 23 del 31 gennaio ma a partire dal 1° tutti i calciatori in scadenza di contratto al 30 giugno 2018 potranno già accordarsi con le società da raggiungere al termine della stagione. In Serie A come all'estero, ruolo per ruolo, sono diverse le opportunità da cogliere al volo.

Alexis Sanchez (Arsenal)
Mesut Ozil (Arsenal)
Ander Herrera (Manchester United)
Juan Mata (Manchester United)
Stefan De Vrij (Lazio)
Leon Goretzka (Schalke 04).
Emre Can (Liverpool).
Fernandinho (Manchester City)
Jack Wilshere (Arsenal)
Mario Balotelli (Nizza)
Bernard (Shakhthar)
Moutinho (Monaco)
Marouane Fellaini (Manchester United)
Juanfran (Atletico Madrid)
Giorgio Chiellini (Juve)
Hatem Ben Arfa (Psg)
Arjen Robben (Bayern Monaco)
Joao Miranda (Inter)
Kepa (Athletic Bilbao)
Pepe Reina (Napoli)
Yaya Touré (Manchester City)
Zlatan Ibrahimovic (Manchester United)
Franck Ribery (Bayern Monaco)
Ezequiel Lavezzi (Hebei China Fortune)
Andre Pierre Gignac (Tigres)
Joel Robles (Everton)
Dani Garcia (Eibar)
Ashley Young (Manchester United)
Sergio Canales (Real Sociedad)
Daley Blind (Manchester United)
Ashley Young (Manchester United)




lunedì 1 gennaio 2018

Nainggolan, fumo e bestemmie a Capodanno



Alcol, sigarette e bestemmie: comincia così il 2018 di Radja Nainggolan, il centrocampista della Roma finito al centro delle prime polemiche dell'anno per un video sopra le righe pubblicato - e poi rimosso - su Instagram durante la notte di Capodanno. Nei filmati si vede il belga mentre fuma, ma questa non è una novità per lui che lo ha sempre ammesso e poi, nel pieno della notte gioca a paddle con gli amici, il tutto condito con varie imprecazioni blasfeme e un inequivocabile "So 'mbriaco fracico". Passata la notte e tornato sobrio, Nainggolan ha prima rimosso il video e poi pubblicato un post in risposta alle critiche: "Anche a capodanno pensate a fare le notizie. Auguro un buon anno a tutti tranne a quelli.. Ma fatevi una vita", il tweet del 29nne belga, che prima e dopo la cancellazione era stato sempre sui social bersaglio di critiche, ma anche di difese da parte di tifosi romanisti e non. In molti lo hanno difeso (“Uno a Capodanno fa come gli pare”), altri invece hanno sottolineato la non perfetta professionalità (“Guadagna milioni di euro e deve essere da esempio per i ragazzi”).

L’ultima esibizione social di Nainggolan è indecorosa, non bisogna scandalizzarsi se un calciatore beve un bicchiere o va a letto tardi una sera. Ubriacarsi la notte di Capodanno, quando hai da sostenere un allenamento poco più tardi e quando devi affrontare una partita dopo cinque giorni, è inaccettabile per un professionista. E qui non entriamo nel merito dei soldi che guadagna: anche se svolgesse un altro mestiere, non così ben retribuito, la penseremmo allo stesso modo. Ma a lasciare increduli è la serie di bestemmie che Nainggolan dispensa a chi lo segue su Instagram.

Nainggolan non si è scusato, ma se l’è presa con chi ha dato pubblicità alla notizia. Una stupidaggine assoluta, proprio un’idiozia: è stato lui a pubblicare il video, nessuno gliel’ha rubato, nessuno lo ha filmato di nascosto. Si è messo davanti al telefono e ha regalato questa pessima immagine di se stesso. Poi ha cercato di attribuire la colpa a chi ne parla.

Ora tocca alla Roma. Una grande società punisce in modo esemplare un suo tesserato che si comporta così. E lo fa sapere a tutti, perché acquista in immagine e dà un senso di serietà al mondo del calcio. Questa non è una faccenda che si risolve internamente, come fanno sapere i dirigenti giallorossi. E’ una questione pubblica, che riguarda - ad esempio - tutti i tifosi della Roma, i quali spendono soldi per andare in giro a osannare un calciatore che si ubriaca e bestemmia.

I paragoni sono sempre antipatici, ma la Juve ha venduto Vidal per i suoi comportamenti e Dybala - pochi giorni fa - è stato pubblicamente ripreso da Nedved perché non conduce una vita da atleta. Non risulta che l'argentino si sia ubriacato o che abbia bestemmiato in diretta Instagram, solo che non si allenava con la necessaria intensità: è rimasto in panchina per tre partite, anche se è il più forte. E la Roma avrà la forza per comportarsi allo stesso modo? Oppure confermerà di essere ostaggio di un giocatore scapestrato e strapagato?

Forse ora è chiaro perché Nainggolan ha preferito restare alla Roma anziché andare altrove a guadagnare di più: perché solo a Roma può fare quello che vuole. Fino a prova contraria.



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