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mercoledì 26 dicembre 2018

Massimiliano Allegri: “Dichiarazioni pesanti contro gli arbitri”



Allegri è una furia. Non tanto per il pareggio della sua Juventus contro l'Atalanta, ma per le parole di Aurelio De Laurentiis, che nei giorni scorsi si è scagliato contro la designazione dell'arbitro Mazzoleni per Inter-Napoli. Ecco le dichiarazioni del tecnico bianconero a Sky Sport: "Non sono di buon umore, mi girano molto le scatole. Non parlo mai degli arbitri, Banti ha diretto bene. Dispiace, perché anche fuori dal campo succedono cose, si parla tanto del comportamento. Ci sono dichiarazioni pesanti di responsabili di alcune società nei confronti degli arbitri (riferimento a De Laurentiis, ndr). Permettete ogni tanto che mi arrabbi anch'io. Sono un po' amareggiato per tutto, ero un po' più nervoso del solito. Ma mi rendo conto che in Italia non si migliorerà mai. non c’è niente da fare. Non è elegante fare certi tipi di dichiarazioni, dobbiamo essere noi a educare i tifosi. In Italia viene concesso tutto e di più".

"Sabato abbiamo vinto una partita e nessuno ha detto niente. Una partita che è rimasta in equilibrio per cosa? Rispondetemi voi... Gli arbitri in Italia sono i migliori, ma non si possono lasciar passare certe cose".

"Avevamo la possibilità di raddoppiare dopo l'1-0, sapevamo che sarebbe stata una partita difficile. Siamo rimasti in dieci, ma i ragazzi sono stati bravi a restare in partita e alla fine abbiamo avuto una bella occasione per vincere su quella palla messa in mezzo da Ronaldo".

"Senza Pjanic ho preferito far giocare Bonucci. Emre Can ha fatto una buona partita davanti alla difesa, come Khedira al rientro. Dispiace, perché volevamo vincere anche questa e non ci siamo riusciti".

"Non è carino, elegante, fare certe dichiarazioni - dice ancora l'allenatore della Juve -. Dobbiamo essere noi ad educare i tifosi. Se parlassi io, adesso, succederebbe un casotto. In Italia non si impara mai. Poi quando ci sono degli incidenti, ci lamentiamo se mettono in mezzo i bambini, e se i tifosi non vengono più allo stadio". Poi qualche battuta sulla partita: "la squadra ha fatto un buon primo tempo, loro hanno fatto gol sull'unica occasione avuta - spiega Allegri -. Sapevamo che la partita sarebbe stata difficile, ma potevamo anche raddoppiare dopo lo 0-1. Nella ripresa siamo andati in inferiorità numerica, l'abbiamo recuperata e potevamo anche vincere. Alla fine è un buon punto contro un'ottima squadra. Ci tenevamo a vincere questa gara, ora sotto con la sfida contro la Sampdoria. La formazione? Senza Pjanic ho preferito far giocare Bonucci. Emre Can ha fatto una buona partita davanti alla difesa, come Khedira al rientro. Dispiace, perché volevamo vincere anche questa e non ci siamo riusciti".



domenica 25 novembre 2018

Copa Libertadores, River Plate -Boca Juniors rinviata a data da destinarsi



Per la Conmebol non ci sono le condizioni per giocare oggi la finale di ritorno di Copa Libertadores tra River Plate e Boca Juniors. Ci sarà una riunione con i presidenti di Boca Juniors e River Plate per provare a stabilire una data, che potrebbe essere il prossimo 8 dicembre. Difficilmente si giocherà prima, perché tra il 30 novembre e il 1° dicembre 2018 Buenos Aires ospiterà il Vertice del G20, in programma a Costa Salguero, un centro congressi situato nel quartiere Palermo di Buenos Aires, sulle rive del Rio de la Plata. Non è da escludere che possa disputarsi in campo neutro. Non ci sarà nessuna squalifica e nessun k.o. a tavolino per il River Plate.

La finale di Coppa Libertadores non s’ha da fare. Dopo le scene di violenza di ieri, la Conmebol ha comunicato che il Superclasico tra River e Boca è rinviato a data da destinarsi: “La partita è stata rinviata perché non c’è uguaglianza di condizioni”, ha detto Alejandro Dominguez, presidente della Conmebol. Nelle scorse ore, il Boca Juniors aveva diramato un comunicato ufficiale con cui annunciava la volontà di non scendere in campo. Il comunicato riportava il parere di giocatori e staff tecnico, oltre alle diagnosi realizzate dai medici nei confronti dei calciatori rimasti feriti ieri nell’attacco contro il pullman che trasportava la squadra al Monumental.

“Nel pomeriggio di ieri il Boca ha chiesto di posticipare la partita a causa degli incidenti ed è stato stabilito come priorità che potesse essere giocato a parità di condizioni. Dopo gli atti di violenza di ieri, dopo aver rivelato l’entità e le gravità di questi e le conseguenze che hanno generato, Boca ritiene che queste condizioni non siano soddisfatte e chiede la sospensione della partita, così come l’applicazione delle sanzioni previste dall’articolo 18”. L'articolo 18 del regolamento della Conmebol prevede il ko a tavolino della squadra di casa, che non ha garantito le condizioni necessarie per lo svolgimento regolare della gara. Si attende la comunicazione della federazione argentina.  Il reclamo del Boca è stato accolto parzialmente, perché la sfida non avrà luogo stasera (come invece stabilito ieri dopo la riprogrammazione), ma si disputerà comunque: il Boca aveva infatti chiesto la sospensione della sfida e, di conseguenza, l’assegnazione della vittoria a tavolino, appellandosi all’articolo 18 della Conmebol, secondo cui è previsto il k.o. a tavolino del club incapace di garantire il regolare svolgimento dell’evento organizzato. Di conseguenza nessuna squalifica e nessun k.o. a tavolino per il River Plate. Martedì si riuniranno i presidenti di Conmebol, River Plate e Boca Juniors per stabilire la nuova data del ritorno del Superclasico.

E tutto questo nonostante il patto firmato ieri tra i presidenti di Boca, River e Conmebol, con il quale le parti in causa assicuravano la volontà di disputare regolarmente la partita. Ma il nuovo controllo realizzato oggi su Pablo Perez ha stravolto i piani: “Il capitano xeneize - secondo quanto recita il referto medico - non è in condizioni di affrontare una partita a causa della riduzione del campo visivo causata dall’ulcera alla cornea diagnosticata in seguito agli incidenti verificatisi ieri”. Di conseguenza, il Boca ha considerato che non vi fosse quella “parità di condizioni” citata nel documento firmato ieri e considerata requisito fondamentale e imprescindibile per poter giocare la partita.




sabato 17 novembre 2018

Nations League: la Germania retrocede in Lega B



Serata di verdetti importanti in Nations League: nella Lega A è andata in scena la sfida del Gruppo 1 tra Olanda e Francia, vinta dagli Oranje per 2-0. Un risultato che rilancia le speranze della nazionale di Koeman di chiudere al primo posto il girone e, soprattutto, sancisce la retrocessione della Germania in Lega B.

Wijnaldum e Depay condannano la Germania alla retrocessione. A Rotterdam la squadra di Koeman piega i campioni del Mondo e si rilancia nel girone: contro la Germania lunedì si giocherà l'accesso alle Final Four.
Vince l'Olanda, ma a piangere stasera è la Germania, declassata in seconda divisione europea. Tra le due poi si deciderà lunedì anche il destino della Francia cui stasera bastava un punto per entrare nella fase finale della Nations League. E invece adesso deve solo sperare che i magnifici "kids" di Koeman stecchino l'ultimo scalino. Ma per quanto visto stasera, le speranze per i Bleus sembrano ridotte, in modo inversamente proporzionale alla qualità mostrata dagli Oranje, solidi e pure eleganti. Oltre che vincenti grazie al primo sigillo di Wijnaldum e al rigore finale, con cucchiaio, di Depay.

Tutto logico. Prima mezzora tutta Olandese. Di una grande Olanda, ordinata, sicura di se stessa, puntuale nel pressing, nel recupero, nei raddoppi di marcatura, comunque superflui perché la Francia non vede palla. Dopo 15' il possesso palla è all'80% per i padroni di casa. Dopo 20, la Francia ha un terzo di passaggi realizzati rispetto agli avversari. Subito pericolosi tra l'altro con Wijnaldum al primo affondo, con un bell'assist di Depay a smarcare tutta la difesa ospite. L'autorevolezza olandese si nota soprattutto a centrocampo con un ottimo De Roon, al fianco dell'indispensabile De Jong, che recupera e imposta, ammutolendo sia Kanté che Nzonzi. Bisogna attendere il 28' per vedere un po' di Bleu in campo. Un tiro da fuori di Pavard che finisce alto di poco che risveglia i colleghi. Così la Francia recupera più alta ma non arriva davvero ad impensierire Cillessen. Così tocca logicamente all'Olanda passare in vantaggio, su un doppio errore di Nzonzi che al 44' prima prolunga un cross da sinistra servendo di fatto Babel. Ma Lloris respinge il primo tiro, non il secondo di Wijnaldum che anticipa Nzonzi e spara dentro.

E la ripresa è un altro monologo olandese con i "kids", così li hanno battezzati in patria, di Koeman che occupano il campo e si riversano in area ad ondate. Ma senza foga, sempre con eleganza e chiarezza di idee. E se il risultato rimane stabile sull'1-0, la Francia lo deve non tanto al doppio cambio di Deschamps che toglie Matuidi e Giroud per Sissoko e Dembélé (20'), ma al suo capitano. Lloris intorno alla mezzora vince tre duelli di fila con Depay. Dopo aver neutralizzato in due tempi Dumfries a conclusione di un'azione comunque innescata dalla punta del Lione. Sfida che si conclude dal dischetto, con il cucchiaio vincente di Depay. Sfida che è anche il simbolo del corso di una gara che ribalta ogni pronostico e ogni prospettiva sul gruppo uno. A vantaggio dell'Olanda.




domenica 11 novembre 2018

Gian Piero Ventura novembre fatale



Ventura si è dimesso. Ha staccato la spina, si è stancato, non ha retto la tensione. O forse ha capito che l'illusione di salvare il Chievo si è spenta da sola. Il presidente Campedelli ha ricevuto la notizia a fine partita, a pochi minuti dal fischio finale. Prima Ventura l’aveva comunicato alla squadra, al rientro negli spogliatoi. Con l'ambiente-Chievo non è mai scattato il feeling e, al di là delle parole di prassi, c'è stata subito la sensazione che Ventura fosse l'uomo sbagliato nel posto sbagliato. Novembre fatale per l'ex ct della Nazionale. Il 13 novembre 2017 è la notte della disfatta azzurra che perde il Mondiale, nello spareggio contro la Svezia; 11 novembre, le dimissioni dal Chievo. A sorpresa. Dopo aver conquistato il primo punto in questa sua avventura, alla 4ª partita sulla panchina dei gialloblù, e dopo aver raggiunto quota zero annullando la penalizzazione; Ventura ha infilato l'uscita.

Nelle prossime ore Ventura incontrerà il presidente Campedelli, che non era allo stadio durante la sfida con il Bologna. L’ex c.t. dell’Italia ha guidato la squadra veneta per sole quattro partite di Serie A: tre sconfitte e un pareggio, proprio quello odierno contro i rossoblù. Dal Bentegodi emerge che Ventura sia rimasto a lungo negli spogliatoi dopo il match, parlando con la squadra e avvisando i giocatori della decisione presa. Il diretto interessato non si è presentato davanti ai microfoni. La squadra è a quota zero in classifica, dopo essersi scrollata di dosso la penalizzazione proprio grazie al pareggio contro il Bologna.

Chievo e Bologna hanno provato a vincere una partita che però è sempre sfuggita di mano, come una saponetta sotto la doccia. La motivazione va ricercata nella mediocrità di queste due squadre, zavorrate da limiti ormai congeniti. Se il Chievo è l’unica squadra nei campionati europei a non avere ancora vinto una partita, questa è la quinta giornata senza vittorie per il Bologna. L'ultima gioia a Inzaghi risale alla sfida con l'Udinese. Quella volta a risolvere fu Orsolini. Sorpresa: anche stavolta, è Orso l'uomo che fa tirare un sospiro di sollievo a Inzaghi.

La partita è rocambolesca, strana, è un chewing gum, vive di "strappi" e continui ribaltamenti di fronte, lasciando dietro di sé una scia di recriminazioni. Partiamo da Santander. E diciamo che usa la testa come pochi altri giocatori in serie A. Il solo Pavoletti in questo momento gli è superiore. Il gol è un colpo d’astuzia. Favorito da un rimpallo, El Ropero prende la mira (di testa) e insacca, indovinando l'unico angolo di luce. Posizione dubbia, quella dell'attaccante del Bologna. E infatti Orsato va a verificare al Var. E poi assegna la rete, tra le proteste dei giocatori del Chievo. A quel punto la partita potrebbe prendere la direzione di Bologna, ma Palacio (servito da Santander) si fa parare il tiro del ko da Sorrentino. E’ un involontario salvagente per il Chievo, che subito riemerge. Incursione di Kiyine (tra i più intraprendenti), tiro rimpallato dal braccio di Calabresi. Orsato assegna il rigore. Meggiorini (non segnava da febbraio 2017) spiazza Skorupski. Il Bologna perde gli equilibri, il Chievo ne approfitta. E prima dell’intervallo va in vantaggio. In area del Bologna Meggiorni tenta una spettacolare rovesciata. Che gli riesce a metà. Sulla traiettoria la deviazione vincente è quella di Obi.

Ma l’abbiamo detto all'inizio: è una partita strana, aperta a qualsiasi risultato. Il Bologna non molla l’osso e "attacca" la ripresa con determinazione, costringendo il Chievo a ridosso della sua area. Il pareggio è una conseguenza del predominio rossoblù. Lo segna Orsolini, con un colpo di testa da centravanti puro. Finisce qui, anzi no. Le dimissioni di Ventura si prendono la scena.

Dopo la partita il direttore sportivo del Chievo Giancarlo Romairone ha parlato così a Sky: “Campedelli non c’era perché squalificato, tutti ora abbiamo necessariamente bisogno di pensarci a mente fredda e valutare la situazione. È stato un fulmine a ciel sereno”. Subito dopo la partita il mister mi ha detto che sarebbe andato a comunicare alla squadra questa sua decisione, gli ho chiesto di contare fino a 10, ma nella realtà è emerso questo suo malessere. Non sente suo l’ambiente? A caldo è meglio non parlare, di conseguenza è giusto che il mister parli innanzitutto con il presidente e poi comunque si faccia una verifica ristretta a noi”. In merito a una possibilità che la situazione torni alla normalità Romairone ha affermato: “In tutti ci deve essere una consapevolezza che deve cementare un ambiente e quindi se siamo tutti convinti e consapevoli siamo tutti contenti, come ho detto, di una scelta che abbiamo fatto una mese fa, però bisogna essere tutti convinti e consapevoli, e in questo momento non abbiamo speranza se non quella di continuare a lavorare come oggi la squadra ha fatto vedere sul campo”.

sabato 3 novembre 2018

Football Leaks: scandalo finanziario, PSG e altri club europei nei guai



Secondo l’inchiesta pubblicata da Espresso, Equipe e Spiegel, la Uefa (con Platini e Infantino, all'epoca suo numero due) avrebbe aiutato i due club a evitare le sanzioni per le violazioni. Nelle carte anche i retroscena sul progetto Superlega di Juve, Milan e altri club europei.

Secondo l’inchiesta, pubblicata da L’Espresso, Spiegel ed Equipe, per aggirare le norme del fair play finanziario il club parigino e quello inglese, controllati dal Qatar e dagli Emirati Arabi Uniti, avrebbero gonfiato le proprie entrate attraverso “contratti fittizi” “sotto copertura dell’Uefa”. Le entrate contestate sono di circa 4,5 miliardi di euro: 1,8 per il Psg e 2,7 per il City. Per non incorrere nelle sanzioni per mancato rispetto del fair play finanziario, le società usavano soprattutto sponsorizzazioni retroattive. Secondo i 70 milioni di documenti analizzati per oltre otto mesi, Michel Platini avrebbe “negoziato direttamente con il Manchester City, contraddicendo l’organo d’inchiesta interna teoricamente indipendente” in materia di fair play finanziario. Secondo le regole, un club non può spendere più di quanto guadagna in proprio, con pene che vanno da una multa all’esclusione dalle coppe.

La piattaforma 'Football Leaks' rivela un nuovo scandalo finanziario che riguarda principalmente il Paris Saint-Germain.

Il club avrebbe infatti ricevuto un finanziamento irregolare pari ad 1 miliardo e 800 milioni di euro da parte del Governo del Qatar, infrangendo le regole del Fair Play Finanziario, col benestare dell'UEFA.

Coinvolti nello scandalo Gianni Infantino, Presidente della FIFA, Michel Platini (già a capo dell'UEFA), il patron del PSG, lo Sceicco Al-Khelaifi, e il suo braccio destro, Blanc.

La documentazione di Football Leaks rivela che Infantino e Platini avrebbero convalidato nel 2012 l'accordo economico tra il club e il Qatar.

I transalpini rischiano ora l'esclusione dalla Champions League, e finanche la permanenza delle "punte di diamante", Neymar e Mbappé. Infantino consentì al PSG di mettere retroattivamente a bilancio parte del contratto con il Ministero del Turismo del Qatar nella stagione 2013-2014, come fatto anche dal Manchester City, che fa parte del City Football Group, la cui maggioranza è di proprietà dello Sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan.

L'ennesima bufera rischia di spazzare via la credibilità dell'Uefa. Secondo la piattaforma online Football Leaks, specializzata in clamorose e inedite rivelazioni sul mondo del pallone, ci sarebbero gravi irregolarità commesse dall'organismo che gestisce il calcio in Europa. Lo scrive Der Spiegel, ma anche qualche organo d'informazione spagnolo, come Marca, e l'edizione online de L'Espresso. L'Uefa, infatti, avrebbe finanziato i più grandi club europei per evitare che creassero una Superlega, destinata a sopprimere le attuali competizioni. Ma si punta il dito contro la confederazione europea anche per non aver penalizzato il Paris Saint-Germain e il Manchester City, che avevano ampiamente sforato i limiti imposti del Fair-play finanziario. La responsabilità, in particolare, viene addebitata nei documenti - come riportano i media online - all'allora presidente dell'Uefa, Michel Platini, e al segretario generale, Gianni Infantino. Il progetto Superlega non era una 'minaccia' solo per la Champions e l'Europa League, ma anche per i campionati nazionali: Real Madrid, Barcellona, Manchester United e City, Bayern Monaco, Chelsea, Liverpool, PSG, le italiane Juve e Milan - secondo i documenti dell'European investigative collaborations - erano a un passo dal riuscirvi. Si sarebbe pertanto arrivati a una specie di Nba europea, che avrebbe permesso ai club partecipanti di negoziare direttamente con gli sponsor. L'Uefa, per impedire che si arrivasse a questo, avrebbe aumentato i benefit per i top club, penalizzando tutte le altre, secondo quanto emerso dalla documentazione.

L’inchiesta rivela anche che Real Madrid, Barcellona, Bayern, Juventus, Milan, Manchester United e Arsenal fecero una riunione a Zurigo il 31 marzo 2016 per elaborare i piani della Superlega, una Champions alternativa e indipendente a cui sarebbero stati invitate altre big (fra cui Inter e Roma). Il Bayern chiese anche un parere legale per uscire dalla Bundesliga. Karl-Heinz Rummenigge, che con Andrea Agnelli è indicato fra i gestori della trattativa, ha smentito ieri con un comunicato i fatti. Il via della nuova Champions 2018-21, che ha eliminato i preliminari per le prime nazioni del ranking, fra cui l’Italia, e ha aumentato notevolmente introiti e premi distribuiti, ha affievolito il discorso su un torneo europeo soltanto fra le big. Ma non cancellato del tutto, tanto che secondo l’Espresso “il 22 ottobre scorso una lettera della società di consulenza Key Capital Partners al presidente del Real Madrid, Florentino Perez, descrive la creazione di una società che avrebbe come azionisti 11 grandi squadre. Juventus e Milan, insieme a Psg, Bayern, Real Madrid e Barcellona, Arsenal, Chelsea, Liverpool e le due di Manchester, City e United”.

"Quattro settimane fa dei giornalisti hanno inviato alla Fifa centinaia di domande, basate su e-mail private, interne e altre informazioni alle quali avevano avuto accesso (illegalmente) terze parti. Nonostante abbiamo risposto, alcuni media hanno deciso di ignorare la maggior parte delle nostre risposte, distorcendo i fatti e la verità, tentando deliberato di screditare la Fifa". Così la Fifa replica alle accuse di Football Leaks.

"Con queste azioni si tenta di indebolire la leadership della Fifa, in particolare il presidente, Gianni Infantino, e il segretario generale Fatma Samoura", prosegue la nota. Dal canto suo, lo stesso Infantino parte al contrattacco, puntando il dito contro sedicenti avversari politici, in seguito alle rivelazioni di Football Leaks.

"È sempre una sfida cambiare le cose, andare avanti e riunire le persone per fare meglio le cose - ha scritto -. E, poiché stiamo attuando risolutamente le riforme della Fifa, mi è sempre stato chiaro che avrei dovuto affrontare una forte opposizione".




martedì 30 ottobre 2018

Liga, colpo Plaza per il Valladolid: decisiva la chiamata del "Fenomeno"



Ronaldo ci crede: "Se continuiamo così, ci salveremo"Il presidente del consiglio di amministrazione del Real Valladolid, il brasiliano Ronaldo si è detto molto soddisfatto dopo la vittoria della sua squadra arrivata contro l'Huesca: "Sono molto contento del trionfo della squadra, sono stati tre punti molto importanti e questo significa conquistare tre vittorie consecutive. Siamo tranquilli alla sosta, mi piace l'atteggiamento della squadra, il nostro allenatore ed i nostri giocatori hanno i loro meriti. Tutti i match sono definitivi per noi e se continuiamo così ci salveremo Abbiamo molto da fare per dotare i nostri giocatori delle migliori condizioni di lavoro".

Ronaldo, proprietario del club neopromosso nella massima serie, ha giocato un ruolo fondamentale nella trattativa che ha portato al probabile acquisto del talentino dell'Ecuador

"Pronto, sono Ronaldo, ti ho visto giocare, mi piaci molto e ti voglio al Valladolid". Ronaldo è quello "vero", il Fenomeno, Luiz Nazario da Lima, oggi proprietario del club spagnolo neopromosso nella Liga, sesto in classifica. È invece Stiven Ricardo Plaza Castillo, Stiven Plaza per tutti, il destinatario della chiamata, e sono state più o meno queste le parole che si è sentito rivolgere da uno dei due-tre più grandi attaccanti di tutti i tempi. Immaginate la reazione del ragazzino, 19 anni, capocannoniere dell’ultima Copa Libertadores Under 23, già due presenze nella nazionale ecuadoriana: in un amen è svanito ogni dubbio riguardo al suo futuro. Mezza Europa si è fatta avanti nelle ultime settimane con l’Independiente del Valle, compresi alcuni club italiani, soprattutto il Bologna pare. Ma se ti chiama il Fenomeno...

 Si parla di un affare da 6 milioni di euro, di fatto è il primo acquisto del Valladolid firmato Ronaldo: Plaza potrebbe arrivare a gennaio. Ronie ha visionato personalmente i filmati di questo centravanti di 188 centimetri, una prima punta mobile, tecnica e piuttosto rapida anche nel breve. A inizio ottobre Plaza aveva reso pubblica "l’opportunità di andare in Spagna e se Dio vorrà, come ho detto al mio club, mi piacerebbe giocare nella Liga già a gennaio". E da quelle parti ha un estimatore di prestigio, attraverso un video è arrivata infatti la benedizione di Marcelo. "Ti auguro ogni bene Stiven - ha detto la stella del Real Madrid -, e spero che tu venga presto a giocare qui in Spagna". E non è da escludere che ci sia proprio il Real Madrid dietro all’operazione Valladolid, d’altronde fra Ronaldo e Florentino Perez il rapporto è ancora oggi eccezionale.


Dopo il suo primo gol con il Valladolid nella gara contro l'Espanyol, l'attaccante Daniele Verde, in prestito dalla Roma, ha parlato a El Norte Castilla:

"Spero di essere riscattato perché qui sto molto bene, nella città, nella squadra, è come se fossi a casa. Non ho ancora parlato con il club perché ci siamo visti soltanto quando sono arrivato, io però voglio segnare più gol".

domenica 14 ottobre 2018

Milan uno sguardo al futuro



Il nuovo Milan punta sulla qualità. Lo dimostra chiaramente l’affondo deciso su Lucas Tolentino Coelho de Lima, in arte Paquetà, gioiello di 21 anni considerato il talento più promettente del calcio brasiliano dopo la partenza dell’ex compagno Vinicius Jr. verso Madrid. Cresciuto nelle giovanili del Flamengo, dove approdò a 8 anni, il ragazzo ha debuttato in prima squadra nel 2016 fino a diventarne rapidamente il punto di riferimento grazie a una tecnica sopra la media, un sinistro capace di disegnare dribbling ubriacanti ed eleganti movenze degne della tradizione dei migliori numeri 10 brasiliani.

Un medico e un dirigenti spediti direttamente dalla società rossonera accompagnano il gioiello 21enne in una nota clinica della città. Precisamente in zona Barra da Tijuca, Paquetá sorride e rimarrà per 4 ore a sostenere i test medici che confermeranno il colpo del Diavolo. Pensato, voluto, costruito totalmente da Leonardo che ha voluto subito stringere per 35 milioni con bonus e far sostenere immediatamente le visite al ragazzo per evitare brutte sorprese.

Nel giro di un anno e mezzo, Paquetà è divenuto l’idolo indiscusso della torcida, ottenendo l’investitura di due fuoriclasse come Ronaldinho e Neymar. L’ex Pallone d’oro lo indicò quest’estate come il miglior talento in patria, pronosticandone un futuro da protagonista in qualche top club europeo quando il ragazzo era già finito nel mirino di Barcellona e Psg.

Le immagini delle sue giocate e dei gol messi a segno con la maglia del Flamengo (17 in 87 presenze, compresa una strepitosa doppietta nell’ultima sfida di campionato contro il Corinthians) non lasciano spazio a dubbi: l’eleganza dei movimenti ricorda un po’ Kakà e un po’ il Pastore dei primi tempi, mentre la capacità di saltare l’uomo con improvvisi cambi di direzione e il sinistro vellutato rimandano a Ronaldinho. A tutto ciò unisce una spiccata propensione per l’inserimento in zona gol, dove ultimamente ha affinato doti da colpitore di testa grazie ai suoi 180 centimetri.

“La mia posizione preferita è al centro, da classico trequartista”, ha confessato di recente sul sito del Flamengo parlando della sua idolatria per Kakà e della grande ammirazione per Iniesta, “il giocatore a cui mi sono sempre ispirato”. Ma Paquetà ha dimostrato di possedere una grande versatilità, tant’è che ha spesso giocato come falso nove, come mezzala e persino come esterno di centrocampo. Non è un mistero che il ragazzo si trovi particolarmente a suo agio a spaziare sulla trequarti, anche spalle alla porta, per decentrarsi prevalentemente a sinistra e spaccare la difesa avversaria. Abilissimo nello stretto e amante della giocata a effetto, Paquetà è abituato a fare da raccordo tra centrocampo e attacco, sempre pronto ad arretrare per prendere palla in fase d’impostazione.

Le ultime due amichevoli giocate dalla Seleção a settembre contro Usa ed El Salvador, coincise con il suo debutto, ne hanno messo in mostra la duttilità, vedendolo agire sia a sinistra in un centrocampo a tre che da prima punta.

Una tentazione inventata da Leonardo, perché da quando si è insediato nella dirigenza del Milan, Leo si è attivato su Paquetá considerandolo il miglior talento presente oggi in Brasile e tra i migliori dell'intero Sudamerica. Ha capito che c'era margine per trattare sui 50 milioni della clausola; questo perché la scadenza del contratto era nel dicembre 2020 e ha spinto Paquetá a non rinnovare, solo due anni davanti e una situazione pericolosa che ha spinto il Flamengo ad accettare i 35 milioni del Milan. Strategia perfetta; mesi di lavoro silenzioso e  Mossa perfetta, contratto di cinque anni già pronto.

Determinante è stato anche il ruolo di Bruno Singal, CEO del Flamengo che in gran segreto è stato invitato a Milano pochi giorni fa per blindare l'accordo e organizzare poi le visite mediche di Paquetá. Insomma, non manca più nulla e l'operazione è conclusa. Ma c'è un ulteriore dettaglio da puntualizzare: il Milan pagherà infatti solo il 70% dei 35 milioni al Flamengo anche in termini di bilancio, mentre il resto andrà nelle casse della famiglia di Paquetá come da accordi sul suo cartellino e un'altra piccola parte agli agenti della 'Brazil Sports' che hanno curato il trasferimento. Flirtavano con Man City e PSG, hanno scelto il Milan. Merito di Leonardo.

Per questo in vista delle prossime sessioni di calciomercato il club rossonero ha puntato un colpo potenzialmente a parametro zero per rinforzare il centrocampo. Aaron Ramsey è stato a lungo uno dei talenti più richiesti dell'intera Europa. Il classe '90 ha raggiunto ora, all'Arsenal la piena maturità, ma non ha alcuna intenzione di rinnovare quel contratto in scadenza 30 giugno 2019 e che, quindi, lo rendo un potenziale acquisto a costi contenuti a gennaio prima che si scateni l'asta a colpi di rialzi salariali per prenderlo a parametro zero. Secondo il Corriere dello Sport il neo ad Ivan Gazidis potrebbe fungere da leva per sbloccare l'affare e i contatti con il suo agente sono già stati avviati. Aspettano Paquetà il Milan si muove ancora e Ramsey è in cima alla lista dei desideri.




martedì 9 ottobre 2018

Grobbelaar, la confessione shock



Nei peggiori incubi dei tifosi romanisti, il nome di Bruce Grobbelaar è inciso a fuoco: Stadio Olimpico, 30 maggio 1984, finale di Coppa Campioni fra Roma e Liverpool. Phil Neal porta in vantaggio i “Reds”, ma Pruzzo agguanta il pareggio facendo esplodere lo stadio di gioia. Ma il risultato si blocca lì: la partita finisce ai rigori, e inizia lo show di Grobbelaar, estremo difensore del Liverpool, che riesce a imbambolare Conti e Graziani, dando la vittoria ai “Reds”.

La carriera di Grobbelaar prosegue fino al 2002, quando abbandona il calcio giocato e tenta quella di allenatore in diverse squadre sudafricane, con fortune alterne.

"Il calcio mi ha salvato dalla depressione e mi ha tenuto lontano dai pensieri oscuri della guerra". Comincia così la confessione shock di Bruce Grobbelaar, ex portiere del Liverpool, che a The Guardian ricorda quando nel 1975, appena 18enne, fu arruolato nell'esercito del suo Paese natale (l'attuale Zimbabwe) per la guerra civile di Rhodesia. Una guerra cruenta che lo costrinse a uccidere un numero indefinito di guerriglieri antigovernativi di Robert Mugabe: "Era il crepuscolo e quando il sole inizia ad affossarsi vedi le ombre tra i cespugli - racconta l'ex portiere -. Non riesci a riconoscere granché finché non vedi il bianco degli occhi dei soldati. O vivi tu o loro. Spari, vai a terra e c'è uno scambio di proiettili. Poi senti delle voci che ti dicono 'Caporale, mi hanno colpito!' e fai per zittirle, altrimenti vieni ucciso tu e gli altri. Quando cessa il fuoco vedi corpi a terra dappertutto. La prima volta tutto quello che hai nello stomaco ti risale fino alla bocca. Quanti ne ho uccisi? Non posso dirlo. Ho ucciso tante persone e per questo ho sempre vissuto la mia vita giorno per giorno. Posso solo pentirmi di quello che ho fatto, ma non posso cambiare il mio passato".

 Grobbelaar, poi, racconta un episodio legato a un suo compagno ("Ricordo che tagliava le orecchie a ogni uomo che ammazzava e le metteva in un vaso... e aveva diversi vasi. La sua famiglia fu torturata e voleva vendetta") e ammette di aver rischiato di finire in depressione come altri soldati che decisero di suicidarsi ("Si uccisero simultaneamente in due bagni vicini all'accampamento"). Nel 1979 quando la guerra finì, l'ex portiere andò in Canada ai Vancouver Whitecap fino all'approdo al Liverpool l'anno successivo con cui vinse 6 Premier League, la Coppa dei Campioni del 1984 contro la Roma oltre a 3 Coppe d'Inghilterra. "La tifoseria mi chiamava Jungleman, uomo della giungla - ricorda ancora -. Dicevano che non ero bianco, che ero un nero con la pelle bianca. Il calcio mi ha davvero salvato dalla depressione e ha allontanato i pensieri oscuri della guerra".

Un anno dopo la vittoria all’Olimpico, un’altra esperienza traumatica: era fra i pali del Liverpool anche durante la tragica finale di Coppa Campioni contro la Juventus, allo stadio Heysel: “Fu ancora peggio della guerra: c’erano persone innocenti e sentire i muri che crollavano e i corpi che cadevano fu terribile”.

Premier League: è guerra ai procuratori




Dopo aver contribuito con la sua scelta ad accorciare la durata delle sessioni estive e invernali, la Premier League si appresta a rivoluzionare ulteriormente il calciomercato come lo conosciamo oggi. L'organo direttivo del primo campionato inglese sta infatti studiando un importante ed epocale cambiamento che riguarda agenti ed intermediari.

 Nel corso dell'ultimo anno, infatti, la Premier ha stimato che circa 220 milioni di sterline, poco meno di 250 milioni di euro, sono stato spesi dai club di Premier League in commissioni e intermediazioni verso agenti, avvocati e procuratori. A fare scalpore negli ultimi anni è stata la maxi-intermediazione da 49 milioni di euro versata dal Manchester United a Mino Raiola per l'acquisto di Paul Pogba, ma anche i 16 milioni pagati dalla Juventus all'agenzia di Emre Can per l'acquisto a parametro zero dopo la fine del suo contratto con il Liverpool.

Come arginare questa "fuga di capitale" che quindi lascia i club per uscire dal mondo del calcio? Secondo quanto riportato dalla redazione inglese di Sky Sport l'obiettivo della Premier League è quello di modificare i regolamenti spostando l'esborso per gli agenti non più sulle delle società, bensì sui giocatori. Le commissioni e le intermediazioni per gli agenti, quindi, non verranno cancellate, ma non saranno più a carico dei club, bensi verrano liquidate dagli stessi giocatori. Nulla di ufficiale, almeno per ora, ma una riflessione seria che potrebbe modificare tante dinamiche consolidate del calciomercato odierno.

Forse un modo per limitare il potere dei procuratori c'è. E la Premier League lo sta studiando. La proposta che è stata messa sul tavolo prevede, infatti, che siano i calciatori a pagare le commissioni per i propri agenti, scalandoli direttamente dal proprio stipendio, anziché le società. La preoccupazione della massima lega inglese nasce dal fatto che nell'ultimo anno le spese per i trasferimenti hanno toccato i 250 milioni di euro.

Il modo per attuare questa mini-rivoluzione, spiega Sky Sports, è appunto quello di spostare l'onere della spesa sui calciatori anziché sui club che li ingaggiano. L'effetto immediato sarebbe quello di porre un freno ai continui trasferimenti all'interno dello stesso Paese, dato che quello inglese è il mercato più "autarchico", diminuendo il guadagno per i procuratori. Che comunque potrebbero negoziare uno stipendio annuale "gonfiato" per i propri assistiti.

Ma casi che hanno fatto scandalo come i 49 milioni di euro guadagnati da Mino Raiola nell'affare Pogbanel 2016 per il passaggio del centrocampista dalla Juventus al Manchester United non ci saranno più... o così sperano in Premier.

Stando a quanto riportato da Marca, la Premier vorrebbe imporre agli stessi tesserati, quindi agli stessi giocatori, di pagare di tasca propria le commissioni ai agli agenti i dirigenti dei club si sarebbero incontrati per valutare l’opportunità. Una proposta rivoluzionaria visto che le spese per le commissioni sono schizzate alle stelle nelle ultime sessioni di mercato. Solo lo scorso anno in Inghilterra sono stati sborsati agli intermediari 220 milioni di sterline, troppo secondo i vertici del campionato inglese. Se non bastasse l’ipotesi di far pagare agli stessi giocatori le commissioni per gli intermediari, la Premier ha pensato anche di imporre agli agenti l’apertura di un conto bancario nel Regno Unito che diventerebbe indispensabile per condurre affari nella nazione, con tanto di dichiarazione annuale da fornire alla Federcalcio.


sabato 6 ottobre 2018

Cassano riparte dalla Virtus Entella



Antonio Cassano a sorpresa torna protagonista in campo. Dopo l'esperienza immediatamente interrotta con l'Hellas Verona, ormai un anno e mezzo fa, l'attaccante di Bari Vecchia a 36 anni da lunedì si allenerà con l'Entella. "La Virtus Entella comunica di aver accolto la richiesta di Antonio Cassano che da lunedì prossimo si allenerà con la prima squadra agli ordini del tecnico Roberto Boscaglia, senza alcun vincolo contrattuale", si legge nel comunicato.Un avvicinamento che potrebbe rappresentare un primo passo verso la definizione di un accordo con l'attaccante che ha vestito le maglie di Bari, Roma, Real Madrid, Sampdoria, Milan, Inter e Parma.

A 36 anni, Cassano non gioca una partita ufficiale dall'8 maggio 2016 (il derby perso 3-0 dalla Sampdoria contro il Genoa) e dal gennaio del 2017 è senza squadra dopo il divorzio con il club blucerchiato. Nel frattempo ha continuato ad allenarsi duramente per restare in forma. Questa estate, c'era stata la suggestione del ritorno a Parma, ma nulla si era concretizzato. Cassano si è iscritto al corso per diventare direttore sportivo, ma ha detto di sentirsi ancora un calciatore quindi non pensa di frequentarlo. Ora riparte dall'Entella, al momento solo per allenarsi e tornare a vivere la vita di uno spogliatoio. La prima seduta, in programma lunedì alle 15.30, sarà aperta al pubblico. L'Entella così accoglie Cassano con la speranza di rivederlo presto in campo anche in gare ufficiali. Valutazioni in corso quindi, intanto si allenerà con la squadra. Un desiderio che parte dal presidente Gozzi. "Se devo scendere di categoria, lo faccio solo andando a giocare all'Entella", ha sempre confessato Cassano. E adesso, ripartirà allenandosi proprio dal club che lo ha tentato perché vicino alla sua famiglia.



lunedì 24 settembre 2018

Pallone d'oro, da quest'anno anche la migliore calciatrice e il miglior giovane Under 21



Il Pallone d’Oro si allarga: da quest’anno non ci sarà più solo il “classico” premio ambito e riservato ai migliori giocatori al mondo, ma anche le calciatrici e gli under 21 avranno un loro trofeo. La notizia è stata annunciata da France Football, organizzatore storico della cerimonia. Il Pallone d’Oro per i giovani sarà denominato Kopa Trophy.

L'appuntamento è per lunedì 3 dicembre a Parigi. E ci saranno almeno un paio di novità: un premio alla migliore calciatrice e uno al miglior Under 21. Il Pallone d'oro si rinnova e tra due mesi e mezzo scopriremo il vincitore di questa 63ª edizione, una corsa certamente influenzata dal cammino delle nazionali ai Mondiali. Due nuovi premi da quest'anno: un Pallone d'oro femminile e il Kopa Trophy per il miglior giovane giocatore. Lo ha annunciato France Football, organizzatore del premio. La miglior giocatrice dell'anno sarà eletta in base ai voti dei giornalisti, come per gli uomini.

Il vincitore del Trofeo Kopa sarà invece designato dai 33 vincitori del Pallone d'Oro ancora in vita "tra cui Denis Law, Franz Beckenbauer, Michel Platini, Jean-Pierre Papin, Marco Van Basten, Zinedine Zidane, Messi e Cristiano Ronaldo". Il francese Kylian Mbappé, a segno nella finale della coppa del mondo a soli 19 anni, sembra il grande favorito per questo nuovo premio internazionale. La cerimonia sarà trasmessa in diretta dalle 20.45 sul canale e sul sito di L'Équipe, francefootball.fr e in oltre 120 paesi. I finalisti per questi tre premi "saranno svelati lunedì 8 ottobre tra le 9 e le 19.15, contemporaneamente sul canale de L'Equipe e sui siti e social network di France Football and L'Equipe".




mercoledì 12 settembre 2018

Serie B, niente ripescaggi



A stabilirlo è stato il collegio di garanzia del Coni: la decisione è stata presa a maggioranza con il dissenso del presidente Frattini che però avverte: «Chi chiede il ripescaggio può rivolgersi ora al Tfn della Figc».

“Inammissibile” diventa la soluzione finale: il Collegio di garanzia del Coni respinge i ricorsi contro il provvedimento con cui il commissario della Figc Roberto Fabbricini aveva bloccato i ripescaggi, fissando il programma della Serie B a 19 squadre, e la delibera della Lega di B, che un istante dopo aveva stilato il calendario e annunciato l’avvio del campionato. Il Collegio, in sostanza, si dichiara “incompetente” e invita i ricorrenti a rivolgersi al Tribunale federale nazionale, il primo grado della giustizia sportiva del calcio. Nel frattempo, ovviamente, la Serie B prosegue serenamente a 19 squadre, così come stabilito ad agosto. Un colpo ad effetto, e soprattutto un brutto colpo per le ricorrenti. Conseguentemente, la scelta su chi eventualmente ripescare – se Novara e Catania o Ternana e Pro Vercelli – viene dichiarata “improcedibile”, cioè congelata in attesa degli eventi. Eventi che, però, difficilmente consentiranno alle società di avere “soddisfazione”, motivo per cui, molto probabilmente, ora proveranno tutte a rivolgersi al Tar, se non altro per chiedere maxi risarcimenti.

"La Serie B resta a 19 squadre ma io ho votato contro - così Franco Frattini, presidente del Collegio di Garanzia dello sport - . E' in corso di pubblicazione la sentenza. Per la prima volta nella mia carriera da presidente ho votato contro la decisione presa a maggioranza. Finisce 3-2, con il mio voto contrario contenuto in una dichiarazione ufficiale che spiega l'inammissibilità di tutti i ricorsi. Il campionato continua a 19 squadre". Vane quindi le speranze di Catania, Siena, Entella, Pro Vercelli, Ternana e Novara.

Il presidente della Lega Serie B, Mauro Balata commenta: "Ora il campionato può continuare, con una riduzione degli organici che, al di là delle proporzioni, vuole essere una prima pietra di un cambiamento di un sistema diventato in questi anni insostenibile e incapace di riformarsi. Ringraziamo il Collegio di Garanzia del Coni per aver agito, come sempre, con terzietà e indipendenza nel nome della giustizia.

Queste le tappe dell'estate rovente che ha coinvolto la Lega B. Il 30 maggio con il comunicato ufficiale 54, la Figc definisce criteri e procedure per l'integrazione degli organici dei campionati di Serie A e Serie B per la stagione 2018/2019. Il 18 luglio a fronte della non iscrizione di Bari, Cesena e Avellino, la Figc stabilisce il termine entro cui presentare le domande di ripescaggio: le ore 13 del 27 luglio. Il 1 agosto la Corte federale d'appello conferma in secondo grado la decisione del Tribunale federale che riammette Novara (e di conseguenza Catania) a concorrere ai ripescaggi. Il 13 agosto modificando le decisioni precedenti, il commissario straordinario della Figc, Fabbricini, delibera il blocco dei ripescaggi e fissa a 19 il numero delle squadre impegnate nel campionato di Serie B. Il 7 settembre dopo un lungo dibattimento, il Collegio di garanzia del Coni rinvia a martedì 10 settembre la decisione sulla composizione della Serie B a 22 squadre e sulle questioni relative a blocchi e riammissioni al campionato 2018/2019.

Ma intanto le piazze coinvolte si esprimono senza mezzi termini: "L'epilogo dell'assurda vicenda del campionato di serie B ha certificato la perdita di credibilità di chi governa il calcio italiano". Ha dichiarato il sindaco di Catania ". Salvo Pogliese ha poi aggiunto, commentando la sentenza sul format della serie B: "Il fatto è che si è arrivati a questo epilogo in totale spregio delle regole e del diritto, per la mera volontà di chi vede nel calcio non la passione condivisa da milioni di persone ma una fonte di guadagno e di lucro. Personaggi che hanno scritto una delle pagine più squallide della storia dello sport più amato dagli italiani". Parla già di aule di tribunale il sindaco della città siciliana: "La risposta può essere una sola - oltre a quella che daremo nelle aule dei tribunali, sostenendo con i legali del Comune il ricorso del Catania Calcio-: sostenere in massa la squadra, i ragazzi che indossano le nostre gloriose maglie, affinché quella serie B che ci hanno negato - mortificando il diritto - arrivi alla fine di una stagione che dovrà essere indimenticabile. La nostra storia ci insegna che le difficoltà non ci abbattano, ma ci esaltano".

Non meno tenere le parole di Stefano Ranucci, presidente della Ternana: "Sono prima di tutto dispiaciuto per la nostra tifoseria, perché non siamo riusciti a portare a casa il risultato che tutti noi avremmo desiderato. Mi viene da dire non per colpa nostra ma per una situazione a mio avviso veramente deplorevole che evidentemente in questa nazione sta prendendo il sopravvento". anche lui parla di Tribunale e invita a non perdere le speranze: "Per quanto riguarda le cause in Tribunale, non sono finite: andranno sicuramente avanti, abbiamo dato mandato ai nostri avvocati di individuare tutto ciò che è possibile per ricorrere nei confronti di questa sentenza: a questo punto le cause avranno uno scopo diverso rispetto a prima".

Comunicato ufficiale del Siena, che si è detto pronto a procedere per vie legali:" La società Robur Siena S.p.A., preso atto della decisione del Collegio di Garanzia e ascoltate con amarezza e sgomento le dichiarazioni rese pubblicamente agli organi di informazione da parte del presidente Frattini, procederà senza indugio nelle sedi opportune per tutelare i propri diritti. La società ritiene che sia stata perduta una grande occasione per ribadire che le regole devono essere uguali per tutti".

Ben diversa la reazione del Novara: attendismo e profilo basso in attesa della pubblicazione delle motivazioni. Intanto il club si sta già muovendo per inoltrare un nuovo ricorso al TFN entro le prossime 24 ore.

E ora via libera ai calendari di Serie C: domattina alle 11,30 si delinea il calendario a 59 squadre, la Lega Pro ha reso noto che in tale occasione saranno stilati e resi noti i calendari per la prossima stagione. Ad annunciarlo la Lega del presidente Gravina, subito dopo la sentenza del Collegio di Garanzia del Coni. Intanto però sono stati diramati i gironi.

Eccoli di seguito:
Girone A: Albissola, Alessandria, Arezzo, Arzachena, Carrarese, Cuneo, Gozzano, Juventus U.23, Lucchese, Novara, Olbia, Piacenza, Pisa, Pistoiese, Pontedera, Pro Patria, Pro Piacenza, Pro Vercelli, Robur Siena, Virtus Entella.

Girone B: Albinoleffe, A.J Fano, Feralpisalo', Fermana, Giana Erminio, Gubbio, Imolese, Monza, Pordenone, Ravenna, Renate, Rimini, Sambenedettese, Sudtirol, Teramo, Ternana, Triestina, L.R.Vicenza, VirtusVecomp Verona, Vis Pesaro.

Girone C: Bisceglie, Casertana, Catania, Catanzaro, Cavese, Juve Stabia, Matera, Monopoli, Paganese, Potenza, Rende, Rieti, Sicula Leonzio, Siracusa, Trapani, Reggina, Vibonese, Virtus Francavilla, Viterbese Castrenze.




mercoledì 29 agosto 2018

Empoli: Samuel Mraz ha numeri da grande bomber



Allo Zilina era esploso negli ultimi mesi, a Empoli è andato a segno alla prima occasione. Ha solo 21 anni, ma lo slovacco ha un senso del gol innato. È un attaccante slovacco nato il 13 maggio 1997 a Malacky. Cresciuto nel settore giovanile del Senica, ha esordito in prima squadra nell´aprile del 2014, all´età di 16 anni. Nel febbraio del 2017 si è trasferito allo Žilina; nell’ultima stagione ha totalizzato 35 presenze segnando 21 reti, conquistando il titolo di capocannoniere ed entrando nella Top 11 del campionato slovacco. Il 10 ottobre del 2017 ha esordito nell´Under 21 slovacca, contando ad oggi 4 presenze totali e 3 reti. Mraz ha firmato il contratto che lo lega alla società azzurra fino al 30 giugno 2022".

Volendo paragonarlo a un altro nuovo arrivo, Mraz assomiglia a Piatek del Genoa per struttura fisica e tipo di gioco. Certo, il polacco ha due anni in più ed è più formato, soprattutto dal punto di vista tecnico. Mraz però ha lo stesso istinto del gol e in area di rigore non perdona. Lo abbiamo visto anche ieri: Di Lorenzo da destra ha messo in mezzo un pallone a metà strada tra Caputo e lo slovacco, il bomber italiano non ci è arrivato, lui sì anticipando Marchetti in uscita con la classica zampata da centravanti. L'Empoli ha perso, ma Mraz si è fatto conoscere.

Mraz, autore del gol che ha accorciato le distanze per l’Empoli, ha parlato così in zona mista dopo il ko contro il Genoa: “Sono felice del mio primo gol in Serie A, ma mi spiace non aver preso i tre punti. Dobbiamo continuare a lavorare così, non siamo preoccupati. Abbiamo fatto bene soprattutto nel secondo tempo, non bene nel primo. Dobbiamo ancora crescere e possiamo farlo. Il gol è dedicato alla mia famiglia che mi sta aiutando molto. Come sto a Empoli? Mi sto trovando bene, è tutto nuovo per me”.



lunedì 27 agosto 2018

Juventus, progetto secondo stadio per Under 23 e squadra femminile



La Juventus pensa ad un secondo stadio per giovanili e squadra femminile. Secondo quanto riportato da Tuttosport, sarebbe al vaglio un progetto per costruire un impianto di piccole dimensioni, tra i cinque e i seimila posti a sedere, proprio accanto all’Allianz Stadium.

In casa bianconera non si accontentano: dopo lo Stadium - prima Juventus e poi Allianz -, e dopo la Continassa è pronto anche il progetto per un nuovo piccolo stadio, con obiettivi e funzioni precise. La nuova sede, con tanto di centro di allenamento, albergo e scuola dotato delle ultime tecnologie, ha fatto breccia nel calcio italiano: la società si è dimostrata all'avanguardia, lavorando con idee chiare e puntando al futuro. Dal nuovo logo in poi, il diktat bianconero è stato uno solo: marketing e investimenti, progetti e un focus totale sul brand, da esportare nel mondo. Così, la Juve pensa in grande e non si ferma, così prova a rendere realtà l'ultima nuova idea.

Vinovo per la Primavera e la squadra femminile, Novara per la Champions League delle ragazze, il 'Moccagatta' di Alessandria per la nuovissima Under23 (accasatasi lì tra le polemiche dei tifosi locali).

L’idea è quella di creare un impianto che possa ospitare le gare di Serie C ma anche eventualmente quelle di Serie B, nel caso in cui l’Under 23 bianconera dovesse centrare la promozione. Inoltre, permetterebbe anche alla squadra femminile di avere una casa, dato che oggi la Juventus femminile è costretta a giocare a Novara, come la seconda squadra maschile scenderà in campo al Moccagatta di Alessandria. E lì potrebbe giocare le gare della Uefa Youth League (la Champions League giovanile) anche la squadra primavera della società bianconera.
La volontà sarebbe quella di sfruttare lo spazio occupato dal palazzetto (Palatorino), caduto ormai in disuso. Un’area non troppo lontana dalla Continassa, per cui servirà un accordo con il Comune.

La prima idea porta a un prefabbricato, posto di fianco alla grande casa bianconera. Una nuova casa buona anche per la futura (forse) Serie B, ma che soprattutto risponderebbe al sogno della dirigenza: regalare ai tifosi una giornata di sola Juventus. Le gare del pomeriggio tra Under e Calcio femminile il J-Museum, lo store e poi la grande partita la sera, allo Stadium. Insomma, un circolo completo si sangue bianconero, un programma che per il club significherebbe nuovi incassi da record, un unicum in Italia. In pochi mesi la costruzione potrebbe già essere pronta, per essere inaugurata nella prossima stagione, ma mancano ancora alcuni passaggi burocratici. Un anno dopo l'altro la Juve è pronta a crescere, un anno dopo l'altro arricchisce le proprie strutture e se stessa.

Un progetto che ricalca gli esempi di Manchester City e Barcellona, che hanno gli stadi per giovanili e squadre femminili nelle vicinanze dell’impianto principale. Il sogno è quello di offrire una giornata completa ai tifosi bianconeri, che possano quindi seguire una partite dell’Under 23 e una di Cristiano Ronaldo e compagni nella stessa giornata, spostandosi di poche centinaia di metri tra un impianto e l’altro.


giovedì 16 agosto 2018

Serie A, calcio in TV: come seguirla tra Sky, Dazn, Rai e Mediaset



A partire dal campionato 2018/2019, fino a quello 2020/2021, il modo in cui seguire il calcio in tv per i tifosi e gli appassionati cambierà radicalmente rispetto al passato. Cambia tutto per gli appassionati di calcio. Dopo l'arrivo di Dazn in Italia, per vedere tutta la serie A non basterà più il solo abbonamento a Sky. Il via alla stagione è previsto sabato 18 agosto. Champions e Europa League passano da Mediaset alla tv satellitare, mentre sarà la Rai a trasmettere il match in chiaro del mercoledì della massima competizione europea. Ecco la mappa del calcio in tv.

SKY,  trasmetterà in esclusiva 266 su 380 partite di Serie A, oltre a tutta la Champions e tutta l'Europa League. Per ogni turno della massima serie italiana sette partite su 10 saranno disponibili solo sulla tv satellitare, con 16 big match su 20 nel corso della stagione. L'offerta è disponibile non solo via satellite, ma anche su digitale terrestre e via fibra. Sky consentirà inoltre di accedere ai contenuti di Dazn, per vedere le altre 116 gare del campionato di A e tutta la Serie B, con un ticket aggiuntivo scontato rispetto ai prezzi di listino della piattaforma di Perform. Fra le novità c'è l'ingresso di Andrea Pirlo nella squadra dei talent. A condurre i pre e post delle sfide di Champions sarà Ilaria D'Amico. Il suo posto alla guida di Sky Calcio Show va ad Alessandro Bonan.

DAZN è  a piattaforma di proprietà di Perform Group sbarca in Italia con 114 partite della Serie A (tre per giornata) in esclusiva, tutte le partite di Serie B, Liga e Ligue 1, il meglio di Copa Libertadores, Copa Sudamericana, FA Cup e EFL Cup. È possibile accedere all'intera offerta con un'unica tariffa di 9,99 euro al mese, con il primo mese di prova gratuita e la possibilità di disdire l'abbonamento in ogni momento. Si parte con Lazio-Napoli, in programma sabato alle 20.30: Mauro German Camoranesi affiancherà il telecronista Pierluigi Pardo nel commento, Diletta Leotta e Andriy Shevchenko saranno inoltre i protagonisti del prepartita e del postpartita. E' è un servizio di sport in streaming live e on demand che permette agli appassionati di vedere gli sport che amano quando e dove vogliono. Fa parte del Gruppo Perform ed è già disponibile in Germania, Austria, Svizzera, Giappone, Canada, Italia. Verrà lanciato negli Stati Uniti il 10 settembre. Gli elementi centrali della missione di DAZN sono accessibilità, convenienza e flessibilità: con una tariffa unica di €9,99 al mese, i tifosi possono accedere a tutti gli eventi sportivi trasmessi dalla piattaforma su un’ampia gamma di dispositivi. I fan, inoltre, hanno la possibilità di provare il servizio, sfruttando il primo mese di prova gratuita, e sono liberi di disdire l’abbonamento in qualsiasi momento, grazie alla assenza di vincoli e di contratti a lungo termine.

La RAI trasmetterà una partita di Champions League al mercoledì sera, alle 20.35 su Rai1. Altra novità la vetrina sulla Serie B con l'anticipo al venerdì, alle 20.15, in prevalenza su Rai2 e in alternativa su Rai Sport Hd e, sempre sul canale tematico, gli highlights di tutti i gol, il sabato dalle 23.30 fino alla mezzanotte. Calcio in primissimo piano la domenica: si comincia su Rai2 alle 17.15 con una nuova edizione di Dribbling; dalle 18 alle 20 Novantesimo Minuto con Alessandro Antinelli e Simona Rolandi e poi alle 22.30, sulla stessa rete, il tradizionale appuntamento con la Domenica Sportiva con Giorgia Cardinaletti in conduzione e Jacopo Volpi nelle vesti di opinionista. Poi dalle 23.45 alle 00.30 L'altra Ds vedrà Marco Lollobrigida approfondire i temi della giornata. Si conferma "rete azzurra" Rai1 con tutte le partite della Nazionale di Mancini, con la novità della Nations League.

MEDIASET, garantirà in chiaro la visione di tutti i gol e le azioni principali delle sfide di campionato. In occasione della prima e della seconda giornata, domenica 19 e 26 agosto, Canale 5 trasmetterà in seconda serata Aspettando Pressing, uno speciale che anticipa il nuovo Pressing, programma in diretta il cui esordio è previsto domenica 2 settembre, con highlights, gol e commenti della giornata di calcio di Serie A. Lunedì 3 settembre, invece, riparte su Italia 1 sempre in seconda serata Tiki Taka, quest'anno arricchito dalla presenza in studio di Wanda Nara, moglie e procuratrice del capitano dell'Inter Mauro Icardi. Per quanto riguarda gli abbonati a Premium, Mediaset ha stretto un accordo con Dazn per ritrasmettere ai propri clienti tre partite di Serie A per ogni turno, più tutta la Serie B, che saranno visibili in streaming.



Rimandate Milan-Genoa e Sampdoria-Fiorentina



Dopo la tragedia che ha colpito la città di Genova, con il crollo del Ponte Morandi, la Lega Serie A ha dato l'ok al rinvio di due partite in programma domenica: Sampdoria-Fiorentina e Milan-Genoa, valevoli per la prima giornata di campionato. Erano state proprio le società genovesi a chiedere lo slittamento alle istituzioni.

Qui il comunicato ufficiale: "Il Presidente della Lega Serie A, viste le richieste di rinvio delle proprie partite, programmate per domenica 19 agosto alle ore 20.30, da parte delle Società Genoa e Sampdoria, in conseguenza della tragedia che ha colpito la città di Genova, e raccolto il parere favorevole da parte delle Società Milan e Fiorentina, dispone il rinvio a data da destinarsi degli incontri Sampdoria-Fiorentina e Milan-Genoa. Le date dei recuperi delle due partite verranno comunicati nei prossimi giorni nel rispetto delle norme regolamentari in vigore". Restano confermate le altre 8 partite in calendario.

Scongiurata la prospettiva del rinvio dell'intera prima giornata di Serie A per la tragedia che ha colpito la città di Genova, il presidente della Lega Gaetano Micciché ha comunque disposto che le partite che coinvolgono le due formazioni genovesi, Sampdoria-Fiorentina e Milan-Genoa, previste per le 20.30 di domenica 19 agosto, vengono rimandate a data da destinarsi. Ecco quanto recita il comunicato di Via Rosellini: “Il Presidente della Lega Serie A, viste le richieste di rinvio delle proprie partite, programmate per domenica 19 agosto alle ore 20.30, da parte delle Società Genoa e Sampdoria, in conseguenza della tragedia che ha colpito la città di Genova, e raccolto il parere favorevole da parte delle Società Milan e Fiorentina, dispone il rinvio a data da destinarsi degli incontri Sampdoria-Fiorentina e Milan-Genoa. Le date dei recuperi delle due partite verranno comunicati nei prossimi giorni nel rispetto delle norme regolamentari in vigore”.



sabato 28 luglio 2018

I migliori parametri zero senza squadra



Luglio verso la fine, con l’inizio d’agosto, quest’anno si comincia a pensare immediatamente al campionato. Date di inizio stagione anticipate per tutti, specialmente per la Premier League che vedrà il calcio d’inizio l’11 agosto. In situazioni del genere, anticipare il mercato potrebbe risultare fondamentale per consegnare al tecnico una rosa pronta sin dall’inizio, senza attendere gli ultimi momenti di agosto, che significherebbe giocare più di una partita con una rosa incompleta. Come sempre, un occhio di riguardo va ai calciatori svincolati, da poter aggiungere in squadra a costo zero. E ci sono ancora parecchi calciatori capaci di cambiare volto anche a squadre di livello.

Attualmente svincolato, Yaya Touré non ha certo bisogno di presentazioni. Uno dei migliori centrocampisti dell’ultima generazione, capace di vincere al Barcellona e al Manchester City, dominando il reparto e regalando al pubblico autentiche perle. Fuori dai piani di Guardiola, l’ivoriano ha lasciato Manchester dopo otto stagioni. Con 35 anni sulle spalle, senza dubbio ha già vissuto la parte più interessante della propria carriera, ma per squadre che vogliono fare il salto di qualità, avere uno come Touré in squadra può fare un’enorme differenza. Con il centrocampista alla ricerca di una squadra, anche l’ingaggio, negli ultimi anni enorme, può subire una riduzione.

Uno dei talenti più puri del calcio italiano, costretto a rimanere ai margini del gioco per via dei numerosi infortuni. Puntare su Giuseppe Rossi può essere un rischio, ma aggiungerlo alla propria rosa, a costo zero, potrebbe anche rivelarsi il miglior colpo della stagione. Un calciatore di qualità, capace di fare bene ovunque sia andato. Tornato in gol il 6 maggio, si è messo alle spalle l’ultimo infortunio, pronto a ricominciare a sognare.

Probabilmente il nome più importante della lista. Ben Arfa, talento sconfinato, incapace di ritagliarsi uno spazio nel Paris Saint-Germain, dove in due anni ha collezionato 23 presenze, giocando, nella seconda stagione zero partite, e non per via di un infortunio. Classe 1987, può ancora giocare ad alti livelli per qualche anno. Svincolato dal PSG, ogni destinazione con un progetto serio sarebbe ben vista dal calciatore.

Il caso più curioso. Gli svincolati, nove volte su dieci, sono calciatori verso i trent’anni, che escono da un rapporto non proprio idilliaco con la società. Con Max Meyer, questa regola non vale. Classe 1995, centrocampista ex Schalke, squadre in cui è cresciuto e che lo ha presentato al grande calcio. Esordio in Bundesliga a 17 anni, poi sei stagioni da protagonista con i tedeschi, dove colleziona 146 presenze. Numeri importanti, per un ragazzo che, al termina della passata stagione, ha deciso di non rinnovare il contratto.

Uno dei migliori del Giappone nella coppa del mondo in Russia. Un mondiale vissuto da protagonista, per un calciatore che, se preso a zero, può essere un grande colpo per molte squadre europee. Russia ed Italia i due campionati più importanti dove ha militato. Un calciatore esperto, classe 1986, che ha ancora qualche anno per giocare ad alti livelli, nonostante un’ultima stagione vissuta in Messico al Pachuga.  Attualmente svincolato, portarlo in Serie A, quanto meno per allungare la rosa con un calciatore pronto ad entrare in campo senza bisogno di ambientarsi, potrebbe risultare un grande colpo.

Un mistero. Bernard, classe 1992, centrocampista brasiliano, è attualmente svincolato. Probabilmente, però, per poco tempo ancora. Secondo le ultime notizie, l’ex Shakhtar Donetsk avrebbe dietro di sé 12 club pronti a tesserarlo, tra cui anche il Chelsea. Calciatore con delle qualità importanti, da cinque stagioni consecutive impegnato in competizione europee. Pronto per scendere in campo sin da subito, che sia Premier League o Seria A. La sua decisione di non rinnovare il contratto con gli ucraini farà felice un club e molti tifosi. In queste ore Bernard per il Milan è qualcosa di più di una semplice opportunità. L'esterno d'attacco brasiliano per caratteristiche rappresenta il profilo ideale per far rifiatare Suso, una necessità espressa a chiare lettere da Gattuso nelle sue recenti interviste. Leonardo nelle prossime ore avrà un contatto, presumibilmente a Londra, con gli agenti del giocatore Giuliano Bertolucci e Kia Joorabchian. L'intenzione sarebbe quella di chiudere in tempi brevi per regalare un rinforzo di qualità a  Gattuso. La richiesta del giocatore per l'ingaggio è piuttosto alta: 3,5 milioni di euro a stagione.  Leonardo si muove per cercare di mitigare le pretese economiche e per bruciare la concorrenza, Bernard può diventare il primo colpo della sua nuova storia al Milan.

PORTIERI SVINCOLATI
Lopez 23 anni Espanyol
Hennessey 31 anni Crystal Palace
Robles 28 anni Everton
Cardinale 24 anni Nizza
Krul 30 anni Brighton

DIFENSORI SVINCOLATI
Shaw 22 anni Manchester United
Badstuber 29 anni Bayern Monaco
Le Marchand 28 anni Nizza
Huth 33 anni Leicester
Glen Johnson 33 anni Stoke City
Vlaar 33 anni AZ Alkmaar
Terry 37 anni Aston Villa

CENTROCAMPISTI SVINCOLATI
Bruno Fernandes 23 anni Sporting Lisbona
William Carvalho 26 anni Sporting Lisbona
Wilshere 26 anni Arsenal
Badelj 29 anni Fiorentina

ATTACCANTI SVINCOLATI
Gelson Martins 23 anni Sporting Lisbona
Bernard 25 anni Shakhtar D.
Abel Hernandez 27 anni Hull City
Fernando Torres 34 anni Atletico Madrid
Gignac 32 anni Tigres



Calciomercato trattative sull’asse Juventus-Milan



Le direttrici sono ormai chiare: il Milan vuole in rossonero Caldara, la Juventus (forte della volontà dell’ex) riprenderebbe volentieri Bonucci. Gli angoli da smussare ci sono e per questo le parti hanno lavorato durante tutta la giornata. Nell’affare sono coinvolti anche un altro giocatore (Higuain) e un’altra società (il Chelsea) ma il primo asse è quello che coinvolge i due difensori e i rispettivi agenti. In cambio di Bonucci la Juve è pronta a cedere Caldara ma vorrebbe che al Milan trovasse posto anche Higuain. Una probabile soluzione può essere il prestito oneroso con certezza di riscatto.

Due incontri lunghi in giornata, una trattativa continua. E senza un attimo di pausa. Juventus e Milan hanno vissuto ore intense per provare a sbloccare la maxi operazione impostata, nel centro di Milano sono stati fatti passi avanti importanti per l'affare che può coinvolgere Bonucci, Caldara e Higuain. La Juventus infatti pretende che sia inserito il Pipita nel discorso, mentre Leonardo non esclude ancora l'ipotesi Morata e tiene tutto aperto. Ma la novità di queste ore è la proposta fatta dal Milan per incastrare tutte le carte sul tavolo "alle proprie condizioni", questa la frase sempre ribadita per Higuain: i rossoneri direbbero sì al Pipita solo con la formula e i costi giusti.

Il Milan ha fatto sapere alla Juventus di essere aperto a concludere l'operazione in questo modo: Bonucci in bianconero, Caldara in rossonero alla pari più Higuain al Milan in prestito oneroso con diritto di riscatto, affare proposto con l'intermediazione dell'agente Lucci. L'ipotetica cifra del prestito sarebbe di 15 milioni subito nelle casse bianconere, da stabilire poi il prezzo del riscatto: così il Milan ha offerto alla Juve di prendere il Pipita, lavori in corso su questa formula. Ma la Juventus è cauta e prudente; oggi avrà nuovi contatti con l'agente di Bonucci per studiare anche il suo contratto, intanto per Higuain non ha ancora dato il via libera sulla formula del prestito con diritto di riscatto. Evidentemente Marotta e Paratici pretendono maggiori garanzie. Ma soprattutto, sanno bene che il punto determinante del discorso è il giocatore.

La Juve è cauta perché sa bene che quello tra Higuain e il Milan ad oggi non è ancora un matrimonio scontato. Il fratello agente Nicolas arriverà domani in Italia e non ha intenzione di far sconti sul contratto, anzi: vuole più di 7,5 milioni all'anno, Higuain ha le idee chiarissime. E soprattutto non ha ancora dato l'ok ad essere ceduto con la formula del prestito. Insomma, non c'è ancora alcun accordo definitivo tra le parti e lo spettro del Chelsea (anche su Caldara, ma solo se saltasse tutto...) rimane: previsti nuovi contatti con la Juve in queste ore, Higuain non ha ancora trovato l'intesa totale col Milan anche perché aspetta di capire se il Chelsea farà sul serio o meno, la tentazione Premier League (con il 'suo' Sarri) resiste. Juventus e Milan spingono sull'acceleratore, la trattativa continua su una nuova base. Ma adesso dipende - più che mai - da Higuain.

Un passo avanti - forse decisivo - per respingere l'assalto Chelsea e velocizzare il più possibile la conclusione del maxi intreccio di mercato che vede la luce in fondo al tunnel. Juve e Milan sarebbero già d'accordo sullo scambio Bonucci-Caldara, ma per arrivare a far quadrare il cerchio bisognava far entrare nella trattativa anche Higuain. I rossoneri hanno trovato la formula per acquisire il Pipita (e cioè prestito oneroso con obbligo di riscatto, dividendo così in due "rate" la somma necessaria per l'acquisto del cartellino), con soddisfazione del club bianconero, visto l'overbooking del reparto offensivo dopo l'arrivo di Cristiano Ronaldo. E i Blues di Sarri? Non hanno mai presentato la maxi-offerta per Higuain, ma in ogni caso l'accordo tra Milan e Juve metterà fine alla tentazione Premier sia per Gonzalo che per Caldara. Nell'affare - direzione Milano, sponda rossonera - potrebbe entrare anche Pjaca.



sabato 21 luglio 2018

Il nuovo Milan di Elliott: Scaroni presidente



Un primo successo Elliott lo ha ottenuto ieri, verso le ore 12.45: il Tas di Losanna ha ribaltato il precedente verdetto della Uefa, riammettendo il Milan in Europa League. Tutto il merito va dato a Paul Singer:  è stato il passaggio da Yonghong Li al fondo Elliott, infatti, a cambiare l’esito della partita. Questa mattina è andata in scena in scena l'assemblea dei soci, ecco i punti all'ordine del giorno:

Revoca di amministratori: deliberazioni e conseguenti
Nomina di nuovi amministratori e di un nuovo presidente del Consiglio di Amministrazione: deliberazioni inerenti e conseguenti.

L'assemblea è conclusa, ecco le parole di Scaroni: "Ho solo poche parole per ringraziarvi per essere qui. Per me è un grande onore. Se è stato un grande onore per Roberto Cappelli, per me che sono milanista è un grandissimo onore e possiamo considerare conclusa questa assemblea".

Il Rossoneri Sports Investment ha richiesto la revoca per giusta causa degli incarichi di Li Yonghong (presidente), David Han Li (direttore esecutivo), Lu Bo (consigliere), Xu Renshuo (consigliere) e Marco Fassone (amministratore delegato). A quest'ultimo viene contestata la compromissione del rapporto fiduciario col club, la gestione dei contratti interni alla società e la struttura del mercato cinese. A Yonghong Li vengono invece contestate le parole lesive alle immagine del Milan e la sua gestione del club. I 5 membri sono stati sollevati con un voto di maggioranza vista l'astensione di alcuni piccoli azionisti.

All'unanimità invece l'insediamento del nuovo Cda, che sarà in carica per i prossimi 3 esercizi (fino a giugno 2020), composto da Paolo Scaroni, Marco Patuano, Franck Tuil, Giorgio Furlani, Stefano Cocirio, Salvatore Cerchione, Alfredo Craca, Gianluca D’Avanzo. All'unanimità anche la nomina del nuovo presidente del consiglio d'amministrazione, nonché amministratore delegato e presidente del club rossonero, Paolo Scaroni.

Dopo il responso del Tas, adesso in casa Milan è tempo di mercato. Tiene banco sempre il discorso centravanti: il Diavolo ha puntato l'attaccante spagnolo Morata in uscita dal Chelsea, che vorrebbe tornare in Serie A. Nelle ultime ore però spunta anche il nome di Karim Benzema, che potrebbe lasciare il Real Madrid: lunedì il suo entourage era a Milanello e il francese si sarebbe detto disponibile a vestire il rossonero. Parola data, pare, allo stesso Gattuso.

Parentesi partenze: il tecnico rossonero ha parlato di Bonucci nel post-partita di Milan-Novara 2-0: "Vogliamo tenerlo a tutti i costi, ma dobbiamo anche ascoltare quello che dicono i giocatori. Bisogna rispettare le loro scelte: Leo vuole vincere, ma anche noi vogliamo vincere, non ci piace star qui a perdere. Io so quello che ci siamo detti e lo sa anche la società. Aspettiamo". Parole che lasciano intendere un possibile addio del difensore, destinazione Psg.

martedì 10 luglio 2018

Cristiano Ronaldo alla Juventus: è ufficiale



Con un comunicato sul sito del Real Madrid, che riceverà 105 milioni, sì è conclusa la trattativa che porta il portoghese in serie A. Cristiano Ronaldo è un giocatore della Juventus. La trattativa si è perfezionata nel pomeriggio di oggi, martedì 10 luglio 2018. Una data che resterà nella storia del calcio italiano.

Lo ha reso noto, alle 17.32, la società spagnola: ecco il comunicato ufficiale: Il Real Madrid C. F. comunica che rispettando la volontà e la richiesta espressa dal giocatore Cristiano Ronaldo ha dato il via libera alla sua cessione alla Juventus. Oggi il Real Madrid vuole esprimere il suo ringraziamento al giocatore che ha dimostrato di essere il migliore al mondo e che ha contrassegnato una delle epoche più importanti della storia del nostro club e del calcio mondiale. Per il Real Madrid, Cristiano Ronaldo sarà sempre uno dei suoi simboli più grandi e questa sarà sempre la sua casa.

La Juventus ha consegnato nelle mani di Mendes una offerta di 105 milioni al Real Madrid. La cifra di cui si è discusso tanto nei giorni passati era quella buona e il sì del presidente del Madrid è arrivato. L’accordo con Cristiano non è mai stato un problema: lui e la Juve si sono già stretti la mano per un quadriennale da 30 milioni netti a stagione. I tifosi a questo punto si chiedono quando CR7 arriverà in Italia, a Torino. La Juventus partirà il 23 luglio per la tournée negli Stati Uniti: da capire se Ronaldo raggiungerà i compagni in Italia o negli States.

La giornata, come e più di alcune della settimana scorsa, è stata piena di piccole-grandi notizie. La più importante: il viaggio di Andrea Agnelli, presidente della Juventus, verso Kalamata per incontrare Cristiano Ronaldo, in vacanza a Navarino, poco distante. Agnelli è salito stamattina su un volo privato, in partenza dall’aeroporto di Pisa. Una tratta insolita che però verrà ricordata da tutti gli juventini. Con lui la compagna Deniz Akalin, fotografata assieme al presidente da un dipendente dell’aeroporto toscano.

La seconda notizia, strategica: la presenza al vertice di Jorge Mendes, agente di Cristiano, l’uomo che da giorni gestisce la trattativa con Florentino Perez, presidente del Real Madrid. Mendes nel silenzio generale è volato in Grecia e questa tripla presenza ha fatto capire come la trattativa fosse alle fasi finali.

Dopo il comunicato ufficiale del Real Madrid, il fuoriclasse portoghese ha pubblicato sul sito ufficiale del club una lettera in cui ha salutato i tifosi delle Merengues. Ecco il messaggio: "Questi anni nel Real Madrid, e nella città di Madrid, sono stati forse i più felici della mia vita. Provo solo sentimenti di enorme gratitudine per questo club, per questo hobby e per questa città. Posso solo ringraziare tutti loro per l'amore e l'affetto che ho ricevuto. Tuttavia, credo che sia giunto il momento di aprire una nuova fase nella mia vita ed è per questo che ho chiesto al club di accettare il trasferimento di me. Mi sento così e chiedo a tutti, e specialmente ai nostri tifosi, di capirmi. Sono stati assolutamente meravigliosi per 9 anni. Sono stati 9 anni unici. È stato un momento emozionante per me, pieno di considerazione ma anche duro perché il Real Madrid è molto richiesto, ma so bene che non dimenticherò mai di aver goduto del calcio qui in un modo unico. Ho avuto favolosi compagni di squadra nel campo e nello spogliatoio, ho sentito il calore di una folla incredibile e insieme abbiamo vinto 3 Champions e 4 Champions in 5 anni. E con loro anche, a livello individuale, ho la soddisfazione di aver vinto 4 Palloni d'Oro e 3 Scarpe d'Oro, tutto durante il mio tempo in questo club immenso e straordinario. Il Real Madrid ha conquistato il mio cuore e quello della mia famiglia, ed è per questo che più che mai voglio ringraziare: grazie al club, al presidente, ai direttori, ai miei colleghi, a tutti i tecnici, i medici, i fisiologi e gli incredibili lavoratori che fanno funzionare tutto e che sono in attesa di ogni dettaglio senza sosta. Grazie infinite ancora una volta ai nostri fan e grazie anche al calcio spagnolo. Durante questi 9 eccitanti anni ho avuto grandi giocatori di fronte a me. Il mio rispetto e il mio riconoscimento per tutti loro. Ho riflettuto molto e so che è giunto il momento per un nuovo ciclo. Me ne vado, ma questa maglietta, questo scudo e il Santiago Bernabéu continueranno a sentirsi sempre i miei ovunque io sia. Grazie a tutti e, naturalmente, come ho detto la prima volta nel nostro stadio 9 anni fa: Hala Madrid!"

Dopo Sporting Club, Manchester United e Real Madrid, si tratta del quarto club in cui militerà il campione portoghese. 1 Supercoppa Portogallo 1 Coppa Inghilterra 2 Coppa di Lega inglese 3 Premier League 2 Community Shield 2 Coppa di Spagna 2 Liga 2 Supercoppa di Spagna




mercoledì 4 luglio 2018

Russia 2018: i giocatori esplosi nel mondiale e le giovani stelle



Un Mondiale di calcio è, da sempre, l'occasione giusta per mettersi in mostra per chi non ha ancora una notorietà planetaria. Succede sempre, basti pensare ai casi di Keylor Navas e James Rodriguez a Brasile 2014, e non ha certo fatto eccezione Russia 2018, dove al termine della prima fase il calciomercato internazionale ha già trovato nuovi protagonisti.

Fra loro c'è il beniamino della nazionale di casa, Aleksandr Golovin, le cui prestazioni non sono passate sotto silenzio e ne ha fatto le spese la Juventus, da tempo sulle sue tracce. Infatti ora il prezzo del 22enne talento del Cska Mosca è considerevolmente aumentato.

L'Australia è stata una delle delusioni del torneo, ma il 19enne centrocampista Daniel Arzani, il giocatore più giovane di questo Mondiale (è del gennaio del 1999), ha mostrato sul campo che di lui non si deve parlare solo per il record di precocità. Su di lui c'è il Manchester City, vista anche la comune proprietà dei Citizens e del Melbourne City dove il ragazzo ha giocato finora. Promosso anche Cristian Pavon, ala vecchio stampo dell'Argentina, dove lo hanno definito il 'nuovo Caniggia'. Ventidue anni, come il talento del Boca, Benjamin Pavard terzino della Francia, scovato dal ct Deschamps a Stoccarda: anche per lui stanno cominciando a fioccare le offerte.

Sono piaciute anche le prove di Pione Sisto della Danimarca, dove gioca attaccante esterno: gioca nel Celta Vigo, dove c'è pure il nuovo bomber della Spagna Iago Aspas. Sul danese c'era la Lazio, che ora potrebbe mollare la presa visto che c'è il rischio di un'asta. Previsione rispettata nel Messico, dove già prima dell'inizio del torneo Hirving Lozano veniva indicato come probabile nuova stella, e così è stato: per il ragazzo del Psv Eindhoven, a segno contro la Germania, c'è già l'offerta del Barcellona mentre, il nome nuovo del Belgio è il 28enne difensore centrale Dedryck Boyata.

Trenta sono gli anni del nigeriano Leon Balogun, difensore del Magonza che ha scelto di giocare per il paese dei genitori e che è piaciuto nonostante l'eliminazione delle Super Aquile. Citazione di merito anche per Alireza Jahanbakhsh, primo iraniano a laurearsi capocannoniere di un campionato europeo, quello olandese. Ha 25 anni e ha dimostrato anche in Russia di poter ambire a qualcosa di più dell'Az Alkmaar, club al quale è comunque affezionato, come ha più volte dichiarato.

Vediamo di elencare le giovani stelle, giocatori già affermati nel loro club. Andiamo a scoprirne qualcuno.

Viktor Claesson,(26 anni) Centrocampista di proprietà del Krasnodar, reduce da un'ottima stagione sia con la maglia di club che con quella della Nazionale. Anche grazie alle sue prestazioni, la Svezia è riuscita ad avere la meglio nello spareggio con l'Italia. Dotato di un gran tiro dalla distanza, in campionato ha realizzato 10 gol: la sua forza fisica potrà essere molto utile in mezzo al campo e il fatto di giocare in Russia non può che essere un vantaggio per lui.

Albert Gudmundsson, (21 anni) È un esterno offensivo in forza al PSV Eindhoven: arrivato in Olanda quando era ancora giovanissimo, si è subito messo in mostra per le sue qualità tecniche e capacità nel dribbling e sa anche essere un ottimo finalizzatore. Discende da una dinastia di sportivi: non solo i genitori, entrambi ex calciatori, anche il bisnonno materno (suo omonimo) praticava questo sport ed è stato il primo islandese a giocare nel calcio professionistico, in Inghilterra con l'Arsenal e in Italia col Milan. Oltre ad aver maturato esperienze in Francia e Scozia.

Goncalo Guedes, (22 anni) Leggerezza nel dribbling, precisione nei passaggi, eleganza nei movimenti. L'attaccante portoghese ha letteralmente trascinato il Valencia in questa stagione: è anche grazie alle sue giocate se il club spagnolo tornerà finalmente a disputare la Champions League. Con tutta probabilità dovrà farlo senza il suo gioiellino, che tornerà al Paris Saint-Germain dopo un anno di prestito.

Kelechi Iheanacho, (22 anni) A soli 21 anni ha già fatto parlare di sé, e tanto, in Inghilterra. Merito della prima stagione al Manchester City e di quella che si è appena conclusa con il Leicester (acquistato per 25 milioni): con Moses e Iwobi compone un tridente tutta velocità che metterà in seria crisi i difensori delle nazionali avversarie della Nigeria.

Alireza Jahanbakhsh, (25 anni) Il suo soprannome è il 'Ronaldo d'Asia'. L'accostamento al fenomeno del Real Madrid deriva dall'abilità e nella continuità nel fare gol: nonostante si tratti di un'ala, infatti, il calciatore dell'AZ Alkmaar detiene un invidiabile record. È il primo calciatore asiatico a vincere la classifica marcatori di un campionato europeo (Eredivisie). Nome impronunciabile che rischia di stare sulla bocca di tutti ai Mondiali 2018.

Moussa Konaté, (25 anni) È l'eroe di Amiens. Dopo la storica promozione in Ligue 1, il centravanti ha deciso di rimanere e si è reso protagonista di una super stagione, mettendo a segno ben 13 gol in 33 presenze. Più di un terzo del totale delle reti realizzate dalla squadra. Il ricordo più bello risale allo scorso 4 maggio, quando realizzò una doppietta nel pareggio per 2-2 contro il PSG.

Giovani Lo Celso, (22 anni) Rimaniamo in Francia, rimaniamo al Paris Saint-Germain. Quando hai le capacità per scalzare Javier Pastore dall'undici titolare vuol dire che hai già dimostrato il tuo valore. Arrivato nel 2016 dal Rosario Central, il centrocampista argentino è stato bravo a sfruttare gli infortuni dei suoi compagni e diventare un punto di riferimento per il club. Non è un caso che Sampaoli lo abbia inserito nella lista dei convocati per la Russia.

Ruben Loftus-Cheek, (22 anni) Dall'agilità alla forza fisica. È la scommessa di Southgate per questi Mondiali: il centrocampista si è messo in mostra con le nazionali giovanili, diventando un punto fermo per l'ex ct dell'Under 21. Il suo cartellino è di proprietà del Chelsea, dove è cresciuto calcisticamente, anche se l'ultima stagione l'ha passata in prestito al Crystal Palace. Serviranno anche le sue geometrie e la sua stazza all'Inghilterra per andare avanti.

Hirving Lozano, (23 anni) Ecco un altro esterno d'attacco che ha fatto le fortune del PSV. La stagione appena conclusa è stata un successo per il ventiduenne proveniente dal Pachuca: 29 presenze in Eredivisie, protagonista in 25 gol realizzati dal club olandese. In 17 occasioni come realizzatore, in 8 come assist-man. Se cercate il fautore della vittoria del titolo in Eredivisie lo avete trovato. E pensare che è al suo primo anno in Europa.

Sergej Milinkovic-Savic, (23 anni) Tutti ne parlano, tutti lo vogliono. Quello che ha fatto vedere in questa stagione con la Lazio lo ha catapultato nell'élite del calcio europeo: seguito da Manchester United, Real Madrid e Juventus, il centrocampista ha dimostrato di essere un calciatore completo. Forza fisica e tecnica sopraffina, il paragone con Pogba comincia a stargli stretto.

Yerry Mina, (24 anni) Il suo trasferimento al Barcellona durante il mercato di gennaio ha fatto molto clamore. Era esattamente quello che la squadra blaugrana stava cercando in quel momento. E lo stesso si può dire della Colombia. Nonostante debba compiere ancora 24 anni, ha dimostrato di essere un difensore affidabile e anche capace in fase di impostazione. Il suo compito sarà quello di tenere lontani dall'area di rigore attaccanti del calibro di Lewandowski e Manè.

Pione Sisto, (23 anni) Non si può certo dire che sia il tipico danese. L'esterno d'attacco infatti è originario dell'Uganda, naturalizzato successivamente al suo arrivo in terra scandinava. La sua velocità e la sua forza fisica lo hanno reso un punto di riferimento per il Celta Vigo: nei suoi primi due anni in Spagna ha totalizzato 49 presenze e 6 gol, mentre in Nazionale ha messo a segno un solo gol contro Panama.

Niklas Sule, (23 anni) Sicuramente non si tratta della prima scelta di Low per la difesa della Germania, ma in caso di forfait di Boateng o Hummels, i tedeschi possono contare su un centrale che a dispetto della mole vanta discreta velocità. Dopo aver iniziato la carriera all'Hoffenheim, si è trasferito al Bayern Monaco. Nell'ultima Bundesliga ha collezionato 27 presenze (20 da titolare), mentre in Champions League è sceso in campo in 9 occasioni, compresa la doppia semifinale con il Real Madrid.

Youri Tielemans, (21 anni) Il gioiello più puro del calcio belga. A soli 20 anni si è trasferito dall'Anderlecht al Monaco per un cifra di 22 milioni più bonus (25 totali). Può essere soddisfatto a metà della sua prima stagione in Ligue 1: complice anche un infortunio al menisco, il regista non ha trovato la continuità di rendimento che sperava. E a pochi giorni dall'inizio del calcio mercato, il suo nome è accostato a Juventus e Milan. Il belga è un vero 'mago', che grazie ad abilità di passaggio e intuizione può renderlo una grande stella dei prossimi anni.

Corentin Tolisso, (24 anni) Eccone un altro che davvero non ha bisogno di presentazioni. A dispetto della giovane età, è già entrato in pianta stabile nelle rotazioni di centrocampo del Bayern Monaco. Vuoi per i 40 milioni spesi dai bavaresi per prelevarlo dal Lione, vuoi per la potenza di cui è dotato, potrebbe essere uno dei protagonisti del Mondiale con la maglia della Francia, al fianco di Pogba e Kante.

Lucas Torreira, (22 anni) Ecco un'altra conoscenza del campionato italiano. Con la maglia della Sampdoria è diventato uno dei centrocampisti più completi della Serie A: regista capace di dettare i tempi e mediano risoluto quando c'è da recuperare palloni. Negli ultimi due anni è stato il migliore per contrasti vinti. E pensare che Tabarez lo ha impiegato appena due volte con l'Uruguay (entrambe da subentrato) e mai in partite valide per le qualificazioni.

Miguel Trauco, (26 anni) Come la maggior parte dei calciatori peruviani, anche il terzino sinistro sarà sconosciuto ai più. Grazie alla sua energia e alla sua resistenza potrebbe essere una delle rivelazioni in Russia. Uno dei migliori assist-man del campionato peruviano nel 2016, prima di trasferirsi al Flamengo. È stato tra i protagonisti della storica vittoria del Perù contro il Brasile durante la Copa America 2016.

Piotr Zielinski, (24 anni) Lo sanno tutti, il Napoli di Sarri ha sempre giocato con gli stessi 11. Eppure se c'era una sostituzione da fare, quella era per inserire il centrocampista polacco. Era stato proprio il tecnico napoletano a volerlo portare in azzurro dopo averlo avuto con l'Empoli. Se la Polonia dovesse arrivare lontana a questi Mondiali, aspettatevi la foto di Piotr in prima pagina.

Hakim Ziyech, (25 anni) Per molti è inspiegabile il fatto che il regista marocchino sia rimasto all'Ajax nonostante abbia trascinato la squadra alla finale di Europa League nel 2017. E infatti sulle sue tracce ci sono Roma e Benfica. Non poteva essere altrimenti dopo i numeri di questa stagione: 15 assist serviti e 9 gol realizzati. Niente male per uno che dovrebbe limitarsi a far girare il pallone.

Roman Zobnin, (24 anni) C'è un pessimismo generale che serpeggia tra i tifosi di casa dato che la Russia sembra arrivare al Mondiale in modo confuso e disorganizzato. L'occasione perfetta per un giovane centrocampista di emergere e di mostrare le proprie qualità: quello di Zobnin non è un nome familiare fuori dai confini del Paese, ma i suoi progressi da quando è arrivato allo Spartak Mosca due anni fa sono incredibili. Versatile e tatticamente disciplinato, il 24enne è stato la rivelazione del 2017, stagione terminata con la vittoria del titolo (che mancava da 16 anni). In quella appena passata ha pagato a caro prezzo l'infortunio ai legamenti del ginocchio che lo hanno tenuto lontano dal campo nei primi messi. Tornato a pieno regime a inizio 2018: il ct Cherchesov ha bisogno di lui.

Wilfred Ndidi (21 anni) Arrivare al Leicester con l'onere di non far rimpiangere Kante non è stato facile, ma Ndidi negli ultimi 18 mesi ci è riuscito alla grande e si conferma uno dei pilastri della Nigeria. Non solo capacità di rottura in mediana, ma anche bravura nell'inserimento che lo rendono pericoloso in zona offensiva.

Trent Alexander-Arnold (19 anni) Il terzino destro è diventato il giocatore più giovane del Liverpool a disputare una finale di Champions venendo schierato col Real Madrid: in più, l'ottimo 2017/2018 gli è valso la sua prima convocazione per i Mondiali con l'Inghilterra. Il talento ha freddezza sia in fase difensiva che col pallone, senza nulla da invidiare a giocatori più esperti e celebrati. La sua abilità nell'uno contro uno è impressionante, così come l'ottima capacità di copertura.

Ousmane Dembelè (21 anni) Dopo aver salutato il Borussia Dortmund per il Barcellona la scorsa estate venendo pagato 105 milioni, è giusto dire che Dembelè ha già fatto la sua parte sulla scena mondiale. Il 21enne ha due grandi piedi, una fantastica agilità e un'eccelsa capacità di finalizzazione. Il suo desiderio naturale di ricever palla anche negli spazi più stretti lo rende un piacere per gli occhi: se l'infortunio alla coscia ha rovinato la sua prima stagione in Catalogna, è sicuro che il meglio deve ancora venire.

Rodrigo Bentancur (21 anni) Avrà anche solo 5 presenze dall'inizio in Serie A da quando è passato dal Boca alla Juventus un anno fa, ma Bentancur si è guadagnato un gran numero di seguaci grazie alle ottime prove sfoderate in bianconero. Sa tener palla con grande sicurezza, dando i tempi a se stesso e ai compagni di squadre con facilità. Il suo gioco di gambe manda in crisi molti avversari, ecco perchè se l'Uruguay dovesse far strada avrà la possibilità di recitare un ruolo importante ai Mondiali.

Marcus Rashford (20 anni) L'attaccante del Manchester United ha segnato al suo esordio in Premier, Champions, Europa League e League Cup, nonchè al debutto con l'Inghilterra Under 21. Ora si appresta a giocare un Mondiale, con la grande chance di mettere in mostra il suo gioco esplosivo. Rashford potrebbe completarsi a meraviglia col capitano Harry Kane, dando ritmo e qualità capaci di diventare un incubo per gli avversari.

Gabriel Jesus (21 anni) Gabriel Jesus, nonostante i suoi 21 anni, per quanto ha inciso sembra già un veterano. Oltre 150 presenze e una Premier conquistata, rappresentano un curriculum destinato a fargli recitare un ruolo importante in Russia col Brasile. Il suo istinto offensivo e la qualità tecnica, lo rendono uno dei talenti più attesi dei Mondiali.

Kylian Mbappè (19 anni) Il ragazzo da 180 milioni di euro sembra pronto a prendersi questi Mondiali dopo aver aiutato il PSG a vincere la Ligue 1 2017/2018 insieme a Neymar. Il suo fluttuante gioco di gambe sarà sicuramente un incubo per molti difensori, mentre la sua intelligenza e consapevolezza dei propri mezzi aiuteranno la Francia a bucare le retroguardie avversarie. Per tutti gli appassionati, se Mbappè dovesse riuscire a prendersi la scena sarà solamente un bene.




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