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martedì 29 novembre 2016

Chapecoense: messaggi di Torino e Manchester United


Le due società colpite anch'esse da altrettante tragedie aeree. Nulla in Italia fu come prima dopo lo schianto a Superga del 4 maggio 1949, quando il Grande Torino se ne andò per sempre, tra i rottami di un aereo e i detriti di un terrapieno sbriciolato: 31 vittime fra giocatori, tecnici, dirigenti e giornalisti. Un'intera squadra cancellata, le lacrime di una nazione e, da allora, il ricordo quasi religioso di un evento che ferì gli italiani: i caduti del Grande Torino ora appartengono al club Italia.

Filipe Machado giocò nella Salernitana. In nove non sono partiti perché non convocati: fra loro anche l'ex veronese Winck. Prima finale della storia, alla seconda partecipazione internazionale
Mai una favola aveva avuto un finale tanto tragico. La Chapecoense in queste ultime settimane era stata protagonista di varie feste. La prima per il raggiungimento della prima finale della propria storia. L'ultima, solo ieri, da spettatori: erano i rivali del Palmeiras quando il club di San Paolo ha vinto il titolo brasiliano.

I colombiani sarebbero stati gli avversari della squadra brasiliana nella finale: hanno chiesto alla Conmebol di assegnare la coppa agli avversari. Sono state ore difficilissime per il mondo del calcio che si è stretto intorno alla tragedia Chapecoense, squadra brasiliana che ha perso gran parte del suo organico nella notte sul volo verso l’aeroporto di Medellin che la stava portando a disputare la partita di andata della Copa Sudamericana.

Un vero e proprio sogno spezzato quello del Chape, che si apprestava a disputare la partita più importante della propria storia contro l'Atletico Nacional. Proprio la squadra colombiana si distingue per uno splendido gesto: con un comunicato ha fatto sapere di voler lasciare il titolo di campioni della Copa Sudamericana proprio al Chapecoense, in memoria dei defunti e dell’impresa che avevano compiuto arrivando all’ultimo atto del torneo. Vedremo se la Conmebol sarà d'accordo...

Fra i tanti club sportivi che stanno esprimendo il proprio cordoglio al Chapecoense, la squadra di calcio brasiliana vittima la scorsa notte di un incidente aereo in Colombia, spiccano ovviamente quelli delle società che sono state a loro volta coinvolte in passato in episodi simili. Non mancano, quindi, il Torino e il Manchester United.

Sul sito del club granata, colpito dalla tragedia del 4 maggio 1949 a Superga, è comparso il seguente messaggio: "Il presidente Urbano Cairo e tutto il Torino Football Club partecipano al cordoglio per la tragedia che ha colpito la società del Chapecoense, in Colombia. È un destino che da oggi ci lega indissolubilmente, vi siamo fraternamente vicini".

Nel febbraio 1958, invece, i Red Devils persero 8 giocatori in un incidente aereo a Monaco di Baviera. Nel messaggio sul proprio sito internet, il club inglese rivolge il suo pensiero a tutti coloro che sono rimasti colpiti dalla tragedia; seguono un breve riassunto dei fatti e un omaggio del capitano Wayne Rooney.

La "Chape", come viene comunemente chiamata, è un club giovane, nato nel 1973. E' la formazione della città di Chapeco, un polo industriale da 200mila abitanti dello stato di Santa Catarina, nel sud del Paese. Solo nel 2009 giocava nella serie D brasiliana, dopo una crisi seguita a primi anni di gloria, fra gli anni 90 e il 2000. Un'ascesa verticale e continua lo ha portato nella prima divisione brasiliana nel 2014, nel 2015 la prima partecipazione internazionale. La prima qualificazione in Sudamericana arrivò con un buon piazzamento in Coppa del Brasile, la corsa internazionale si fermò ai quarti contro il River Plate, che avrebbe vinto la competizione. Quella che avrebbe dovuto giocare domani era sicuramente la gara più importante della propria storia: si era guadagnata l'accesso alla finale della Sudamericana (corrispondente della nostra Europa League), con l'eliminazione in semifinale degli argentini del San Lorenzo (1-1 in trasferta, 0-0 in casa). Prima aveva eliminato negli ottavi un'altra argentina, l'Independiente di Gabi Milito, grazie a un rigore parato da Danilo, morto in clinica; nei quarti aveva invece fatto fuori lo Junior colombiano, con 3-0 casalingo che ribaltava la sconfitta dell'andata.

Non ci sono vere star, nella rosa della Chape: la squadra era stata costruita a basso costo, la forza era il collettivo. I giocatori più noti erano l’attaccante Bruno Rangel, di ritorno da un’esperienza in Qatar, il terzino Dener, il mediano Gil, oltre al centrocampista Cleber Santana, che nella stagione 2009-2010 giocò nell'Atletico Madrid. Il portiere Danilo era stato fra i "recuperati", ma portato in ospedale, è morto per la gravità delle ferite rimediate. Fra le vittime anche un giocatore passato in Italia: si tratta di Filipe Machado, difensore, 7 presenze con la Salernitana nel campionato di serie B 2009-2010: aveva 32 anni. L’allenatore era Caio Junior, 51 anni, una lunga esperienza in panchina, anche in piazze nobili come Flamengo, Palmeiras, Botafogo.

domenica 27 novembre 2016

Milan, Silvio Berlusconi: "Closing potremmo spostarlo...



Il presidente rossonero: "I cinesi ci hanno dato assicurazioni sull'esistenza di questi capitali, ma se le autorizzazioni non arrivassero in tempo potremmo spostare il closing di un mese, un mese e mezzo non di più. Se salta tutto, punterò su un club tutto italiano".

Galliani: "Se l'operazione slitta, a gennaio il mercato sarà concordato coi cinesi"

Il presidente è disposto a concedere una proroga  per chiudere l’affare. In cambio, però, pretende che i soldi siano depositati presso conti vincolati a Hong Kong a favore di Fininvest entro la fine della prossima settimana. E inoltre pretende anche che venga svelata l’identità dei soci presenti nel fondo intenzionato a comprare il club.

Lo slittamento è un'ipotesi concreta e Sino Europe per "salvare" il patto darebbe altri 80 milioni

La possibilità che ci sia un nuovo rinvio è diventata molto concreta. Annunciata dallo stesso Silvio Berlusconi che ha parlato a Sky affrontando tra gli altri anche il tema, attualissimo, della cessione del Milan.

Berlusconi è stato tenero nei confronti di Sino Europe, la società che firmò il preliminare del 5 agosto in Sardegna. Ha infatti definito il gruppo cinese «molto serio, le intenzioni sono quelle di riportare il Milan ai livelli raggiunti negli ultimi 30 anni e le persone che ho incontrato mi hanno fatto un'ottima impressione», ripetendo di aver ricevuto assicurazioni circa i capitali che devono essere trasferiti dalla Cina a Milano nelle casse di Fininvest. Confermato anche il piano B già spiegato la notte del derby. E cioè nel caso dovesse saltare la trattativa, «con l'accordo dei tifosi, in particolare della famosa curva sud», si punterebbe «a un Milan giovane, italiano e con molti talenti provenienti dal vivaio».

Il fondo cinese non ha ancora chiesto formalmente un rinvio del closing, ma ha ringraziato Berlusconi «per le sue parole e conferma il proprio forte impegno a concludere la trattativa nel più breve tempo possibile». Fassone, che lavora a Milano per conto di Sino Europe, è pronto ad attendere la fine della prossima settimana prima di considerare scaduto il termine utile (o le autorizzazioni arrivano entro il 6 dicembre oppure il closing del 13 andrà a vuoto) per sedersi al tavolo con i manager di Fininvest e negoziare il rinvio che naturalmente avrà un costo. I cinesi sono decisi, per rinnovare il patto, a versare una nuova somma (tra 70 e 80 milioni di euro) oltre ai 100 già versati, sotto forma di ulteriore caparra per ottenere la deroga. Nel caso si realizzasse questa soluzione, ci sarebbe da studiare la strategia per il mercato di gennaio. A luglio scorso provvide direttamente Fininvest con l'investimento di 15 milioni serviti per finanziare le operazioni di Lapadula (9 milioni pagamento in tre anni) più Suso, Mati Fernandez e Pasalic, questa volta dovrebbe toccare ai cinesi anticipare la spesa più impegnativa e in linea con le garanzie sottoscritte in agosto (350 milioni da investire in tre anni). Qui la chiave, ancora una volta, è la chiarezza del patto perché le eventuali operazioni, concordate con Montella, dovrebbero essere concluse e firmate con l'accordo di Fassone - da Galliani e dal suo ds Maiorino.

L’ostacolo che sta ritardando il closing è sempre il medesimo: le autorizzazioni che il Governo di Pechino deve concedere per sbloccare il trasferimento dei soldi dalla Cina ai conti Fininvest in Italia. Non sono ancora arrivate e se non arriveranno in tempo, la conclusione dell’operazione sarà rinviata. A quel punto, come scritto sopra, Sino-Europe Sports dovrà impegnarsi sia a versare i soldi su un conto vincolato a Fininvest e sia presentare la lista degli investitori. La holding della famiglia Berlusconi per dare maggiore tempo agli acquirenti chiede garanzie precise, dunque.

Questa operazione riguardante il passaggio di proprietà del Milan sta diventando una vera e propria telenovela. I tifosi non ne possono più. Molti sono arrabbiati per come si stanno sviluppando le cose e sperano che il 13 si possa davvero porre la parola ‘fine’ alla vicenda. Ma più trascorrono le ore e più sembra che un rinvio del closing sia possibile. Sicuramente se venissero svelati i nomi degli investitori a breve, ci sarebbe poi maggiore tranquillità eventualmente nell'aspettare più tempo. Ma tutta questa segretezza non fa altro che scaldare gli animi.



mercoledì 23 novembre 2016

Calciomercato la Juventus su Kasper Dolberg



La Juventus pensa al futuro: nel mirino il giovane Kasper Dolberg, attaccante classe ’97 autore di un ottimo avvio di stagione con la maglia dell’Ajax.

Il giovane danese scovato nel 2015 da John Steen-Olsen, osservatore dei lancieri e scopritore di Ibrahimovic, segna gol a raffica, ha un destro micidiale e una forza fisica esplosiva supportata da una buona tecnica di base. C’è chi lo paragona a Zlatan e chi a Preben Elkjær Larsen centravanti del Verona Campione d’Italia del 1985. Certo è che Dolberg non sembra aver bisogno di paragoni per farsi notare, tanto è che, secondo i colleghi del “Daily Mirror”, la Juventus sembra aver messo gli occhi su di lui. Il suo cartellino vale intorno ai 10 milioni di euro e Marotta è pronto a entrare in azione.

Classe 1997, danese, attaccante e nuovo baby fenomeno dell'Ajax. Questa, in estrema sintesi, la descrizione di Kasper Dolberg, centravanti dei lancieri che ha fatto dimenticare, in meno di sei mesi, Arkadiusz Milik. Con l'addio del polacco, che si è trasferito al Napoli durante la scorsa estate, Peter Bosz, tecnico del club di Amsterdam, ha puntato su di lui, con il pubblico che non ha avuto niente da dire, essendo abituato ad ammirare i giovani. Il risultato: tredici presenze in campionato e otto reti, con la tripletta messa a segno domenica scorsa che rappresenta la ciliegina sulla torta di questo suo inizio di stagione. Chiaramente i suoi gol hanno attirato gli osservatori di mezza Europa, con tanti club di Premier League, ma anche Napoli e Juventus. Il suo contratto scadrà nel 2021 e difficilmente l'Ajax lo lascerà partire prima del 2018, godendosi per almeno un'altro anno e mezzo l'ennesimo fenomeno scovato dallo storico osservatore John Steen Olsen.

Il club di Agnelli poggia su solidissime basi ma pensa al futuro, per questo il Daily Mail riporta dell’interesse dei bianconeri per Kasper Dolberg, attaccante danese classe ’97 che già dal 2015 milita in Eredivisie. Ora è di proprietà dell’Ajax, che appena notato l’ha acquistato dal Silkeboorg. Con de Boer in panchina non era riuscito a trovare spazio, complice anche la presenza di Milik in squadra.

Poi, con il passaggio dell’ariete classe ’94 al Napoli e quello del tecnico all’Inter, il nuovo allenatore Bosz ha deciso di affidargli le sorti dell’attacco dell’Ajax e Dolberg non ha tradito la fiducia. Sono ben 8 i gol e 3 gli assist in questo avvio di campionato tra Eredivisie, qualificazione in Champions League ed Europa League. Ottimi numeri per un classe ’97. Un avvio di stagione brillante, che ha fatto finire il giovane attaccante nella lista dei desideri di numerosi club, con Juventus e Manchester United in testa.

martedì 22 novembre 2016

Serie A: dopo la Coppa d’Africa, ecco la China Cup



Dal 14 gennaio al 5 febbraio 2017 si giocherà la Coppa d'Africa. Che porterà via diversi giocatori alla Serie A: Benatia, Lemina e Asamoah (Juventus), Ghoulam, El Kaddouri e Koulibaly (Napoli), Keita (Lazio), Salah (Roma), Gnoukouri (Inter), Kessié e Dramé (Atalanta), Duncan (Sassuolo), Taider(Bologna), Badu (Udinese) e Acquah (Torino).

Le squadre di Serie A si preparano già le contromosse sul mercato di gennaio. La Juve prendendo Witsel dallo Zenit, in Napoli uno tra Toljan (Hoffenheim), Karsdorp(Feyenoord), Criscito (Zenit) e Darmian (Manchester United). Quesyt'ultimo è anche nel mirino dell'Inter, sulle tracce di Verre (Pescara). Roma sul Papu Gomez (Atalanta), Fiorentina su Abel Hernandez (Hull), per la Lazio si può riaprire la pista Cerci, sul quale c'è il Bologna.

Non bastava la Coppa d'Africa. Ora ci si mette anche la China Cup.

 L'ultima trovata della Fifa: una competizione ufficiale tra nazionali nel bel mezzo del mese di gennaio con il supporto (economico) del colosso Wanda, leader nel settore immobiliare cinese, azionista dell'Atletico Madrid (20%) e proprietario di Infront, concessionaria che si occupa dei diritti tv per il campionato italiano e altri eventi sportivi.

La Coppa d’Africa 2017 si avvicina e come in ogni edizione, i giocatori di Serie A che partiranno sono davvero tanti. Si parte il 21 gennaio per finire il 12 febbraio 2017: quasi un mese di grande calcio al quale potremo assistere. Ma quali sono le squadre qualificate, i gironi, il calendario, le date e gli orari delle partite? Ecco tutte le informazioni utili a riguardo.

COPPA D’AFRICA 2017 GIOCATORI SERIE A: CHI PARTE?

ATALANTA: Dramé non dovrebbe essere tra i convocati del Senegal. Kessie, invece, potrebbe partire con la sua Costa d’Avorio.

BOLOGNA: Taider dovrebbe partire con l’Algeria, così come Mbaye col Senegal. Donsah in dubbio col Ghana, mentre Sadiq resta a casa perché la Nigeria non si è qualificata.

CAGLIARI: nessun calciatore africano presente in rosa.

CHIEVO: nessun calciatore partirà per la Coppa d’Africa 2017.

CROTONE: nessun calciatore partirà per la Coppa d’Africa 2017.

EMPOLI: l’unico dubbio è Assane Dioussé, che tuttavia potrebbe non essere convocato dal Senegal.

FIORENTINA: Babacar dovrebbe rimanere a casa e non essere convocato dal Senegal.

GENOA: Gakpé è pronto per fare le valigie col suo Togo. Cofie e Cissokho, invece, non saranno convocati dalle loro Nazionali.

INTER: l’unico interessato è Gnokouri, che potrebbe partire con la Costa d’Avorio.

JUVENTUS: Asamoah partirà col Ghana, Benatia col Marocco e Lemina col Gabon. Tre pedine importanti che salteranno match davvero complicati.

LAZIO: Partirà Keita, convocato dal Senegal.

MILAN: nessun calciatore africano presente in rosa.

NAPOLI: El Kaddouri, Ghoulam e Koulibaly partiranno rispettivamente con Marocco, Algeria e Senegal.

PALERMO: Bouy ed Embalo non saranno convocati.

PESCARA: la Libia non si è convocata: Benali resta a Pescara.

ROMA: l’assenza più pesante è certamente quella di Mohamed Salah, che guiderà il suo Egitto in Coppa d’Africa 2017. Nura non partirà perché la Nigeria non si è qualificata, Seck del Senegal, invece, non sarà convocato.

SAMPDORIA: nessun calciatore lascerà la squadra blucerchiata.

SASSUOLO: gli emiliani dovranno fare a meno di Duncan, che andrà a giocare col Ghana.

TORINO: Acquah andrà col suo Ghana. Pericolo scampato per Obi che, invece, non parteciperà perché la Nigeria non si è qualificata.

UDINESE: Badu e Wague dovrebbero essere convocati da Ghana e Mali.

China Cup 2017 è l’ultimo problema per le squadre europee. Un’altra torneo per squadre nazionali, proprio nello stesso periodo della Coppa d’Africa. Sarà organizzato da Wanda Group, una società che ha diversi interessi nel calcio. E sembra che sia solo l’inizio di una piccola rivoluzione.

Alla manifestazione prenderanno parte quattro nazionali: la Cina, allenata da Marcello Lippi, il Cile, fresco vincitore della Coppa America, l'Islanda, grande sorpresa di Euro 2016 e la Croazia. Si giocheranno semifinali e finali, anche quella per il terzo posto. In palio c’è la coppa, la gloria e qualche punticino per il Ranking Fifa. Le partite si svolgeranno in Cina, nella provincia del Guanxi, dal 10 al 15 gennaio e, vista l'importanza del mercato non è escluso che i ct possano convocare i pezzi forti.

Diverse squadre avranno calciatori, anche importanti, impegnati in entrambe le competizioni.

Il Cagliari perderà il cileno Mauricio Isla. Gary Medel, suo compagno di nazionale, potrebbe restare all’Inter: si è infortunato al menisco e potrebbe tornare proprio a gennaio.

La Croazia, invece, rischia di creare più problemi. L’Inter, anche se dovesse restare Medel, potrebbe perdere Marcelo Brozović e Ivan Perisić, oltre all’ivoriano Assane Gnoukouri.

La Fiorentina, poi, rischia di restare senza prima punta: la Croazia convocherà Nikola Kalinić, e Milan Badelj, mentre Khouma el Babacar sarà col Senegal. I viola, inoltre, dovranno giocare anche contro la Juventus.

Due i cileni "italiani" convocati per gli ultimi incontri: l'interista Medel e il cagliaritano Isla. Il vero problema, però, potrebbe essere rappresentato dalle convocazioni della Croazia, che puntualmente chiama “alle armi” un folto gruppo di calciatori della nostra Serie A. Tra questi ci sono due "napoletani": Rog, che ancora non ha disputato un minuto con Sarri, e Strinic, al quale, in quel periodo, toccherà sostituire sulla fascia sinistra Ghoulam, impegnato con l'Algeria in Coppa d'Africa.

«Considerato che mancheranno anche El Kaddouri (Marocco) e soprattutto Koulibaly (Senegal), il Napoli, si apprende da fonti interne al club, si augura che venga applicato un certo "buon senso" da parte del ct Cacic e della Federcalcio croata. In caso contrario, non è escluso che si possa arrivare al contenzioso. Il calendario, in quei giorni, al netto di anticipi e posticipi ancora da ufficializzare prevede due impegni al San Paolo: Napoli-Sampdoria(8 gennaio, 19ª giornata) e Napoli-Pescara (15 gennaio, 20ª giornata).

Non scherza nemmeno la Juve, in termini di assenze. Benatia (Marocco), Asamoah (Ghana), Lemina(Gabon) saranno in Coppa d'Africa, mentre per la China Cup Allegririschia di perdere Mandzukic e Pjaca per Juve-Bologna e Fiorentina-Juve. Messa maluccio anche la squadra di Paulo Sousa, che concederà alla Coppa d'Africa Babacar (Senegal). I croati in viola, invece, sono Badelj e Kalinic. In pratica la Fiorentina rischia di giocare senza un centravanti a Pescara e al Franchi con la Juve. Due i pezzi pregiati che può perdere anche Pioli per la sua Inter: Brozovice Perisic, che si aggiungerebbero all'assenza di Gnoukouri (Costa d'Avorio).

Un nuovo caso Dybala, stavolta, non è applicabile. La Joya fu negata dalla Juve all'Argentina per l'Olimpiade di Rio de Janeiro. Marotta ne aveva la possibilità, in quanto non competizione FIFA. Stavolta, i club italiani hanno le mani legate, ma il buon senso, in un periodo così delicato dell'anno, potrebbe aver la meglio. Bisogna solo spiegarlo ai cinesi.

lunedì 21 novembre 2016

Uefa: 40 candidati per la squadra dell'anno 2016



L'Uefa ha ufficializzato i 40 candidati (4 portieri, 12 difensori, 12 centrocampisti e 12 attaccanti) alla 'Squadra dell'anno' per il 2016. Solo due gli azzurri presenti, il portiere Gianluigi Buffon e il difensore Leonardo Bonucci, entrambi della Juventus. Il terzo 'italiano' è l'attaccante bianconero Gonzalo Higuain. Sono due gli italiani in lista, mentre tra gli stranieri del nostro campionato c'è spazio per il solo Higuain (oltre a Pogba, per il quale ovviamente il 2016 si divide tra Juve e Mancester United).

Nella lista spiccano i nomi dei protagonisti dell'ultima Champions League (sono 13 complessivamente i rappresentanti delle due squadre di Madrid), ma non manca qualche nome meno scontato figlio dei risultati di Euro 2016 (Allen, Guerreiro e Rui Patricio in particolare) e del successo del Leicester in Inghilterra (Mahrez e Kanté).

Questa la lista completa.

Portieri: Rui Patricio (Sporting Lisbona), Keylor Navas (Real Madrid), Jan Oblak (Atletico Madrid), Gianluigi Buffon (Juventus).

Difensori: Gerard Piqué (Barcellona), Joshua Kimmich (Bayern Monaco), Toby Alderweireld (Tottenham), Sergio Ramos, Pepe e Dani Carvajal (Real Madrid), Raphael Guerreiro (Borussia Dortmund), Leonardo Bonucci (Juventus), Laurent Koscielny (Arsenal), Diego Godin e Juanfran (Atletico Madrid), Jerome Boateng (Bayern Monaco).

Centrocampisti: Dimitry Payet (West Ham), Paul Pogba (Manchester United), Yannick Carrasco (Atletico Madrid), Riyad Mahrez (Leicester), Kevin de Bruyne (Manchester City), Joe Allen (Stoke City), Aaron Ramsey (Arsenal), Luka Modrid e Toni Kroos (Real Madrid), N'Golo Kanté (Chelsea), Andres Iniesta (Barcellona), Grzegorz Krychowiak (Paris Saint Germain).

Attaccanti: Lionel Messi, Luis Suarez e Neymar (Barcellona), Cristiano Ronaldo e Gareth Bale (Real Madrid), Robert Lewandowski (Bayern Monaco), Zlatan Ibrahimovic (Manchester United), Gonzalo Higuain (Juventus), Antoine Griezmann (Atletico Madrid), Pierre-Emerick Aubameyang (Borussia Dortmund), Sergio Aguero (Manchester City), Alexis Sanchez (Arsenal).


domenica 20 novembre 2016

Scozia, il Motherwell FC è stato acquistato dai suoi tifosi



Il Motherwell è ufficialmente proprietà dei propri tifosi. La società scozzese è stata acquistata dai propri tifosi per la cifra simbolica di un pound – circa un euro e 16 centesimi -. Il 76% delle quote societarie è stato acquistato dal “Well Society Supporters Group": il team degli Steelmen è diventato così il primo club scozzese ad appartenere realmente ai suoi tifosi.

Il vecchio proprietario della società, tale Les Hutchinson, ha ceduto il pacchetto azionario di maggioranza ai propri tifosi. Il patron uscente ha così commentato la scelta presa: “Non ho mai pensato di possedere a lungo questa squadra – l’imprenditore locale salvò la squadra, sanando il passivo ed investendo sul club di tasca propria -, ho piuttosto compiuto un atto d’amore. Le casse societarie non permettono di sognare campioni, quindi mi auguro si investa sui giovani. Ai tifosi chiedo di non far mancare il loro apporto alla squadra, la quale potrebbe giovarne facendo un bel passo in avanti”.

Si dice spesso che le squadre sono dei tifosi e che senza di loro non avrebbero senso di esistere. Una visione poetica che, nel caso del Motherwell FC, società militante nella Scottish Premiership, è divenuta un fatto reale.

Lo scorso 28 ottobre, infatti, il 76% delle quote societarie è stato acquistato dal “Well Society Supporters Group”. Il team degli Steelmen è diventato così il primo club scozzese ad appartenere realmente ai suoi fan.

A far diventare la transazione, oltre che storica, anche curiosa, è l’importo pagato dai tifosi. Per il passaggio di consegne, infatti, i sostenitori degli oro-granata hanno versato a Les Hutchinson l’ingente somma di 1 pound. Ma questa è solo metà della notizia, in quanto a renderla davvero singolare è che anche Hutchison acquistò il club per 1 pound! Era infatti il gennaio del 2015 quando l’offerta di una sterlina fu accettata dal precedente proprietario John Boyle.

Dalla presa in carico del Motherwell FC, Hutchison ha già sanato un passivo di 30.000 sterline investendone altre 650.000. “L’ho fatto perché voglio bene a questa squadra – ha dichiarato – ma non ho mai avuto intenzione di possederla per lungo tempo. Il mio è stato un atto d’amore. Sono felice che sia ora in mano ai tifosi. Il consiglio che posso dare è quello di investire sui giovani, anche perché le casse societarie non ci permettono di sognare i campioni. Spero solo che gli imprenditori locali decidano di partecipare economicamente sostenendo questo progetto. Il loro appoggio potrebbe permettere alla squadra (che attualmente è penultima in classifica con solo dodici punti conquistati in altrettante gare disputate) di fare un bel passo avanti”.

Il club del North Lanarkshire, che prende il nome dall’omonima cittadina famosa per la produzione dell’acciaio, è stato rilevato dal “Well Society Supporters Group”, un vero e proprio azionariato popolare. Lo scorso 28 ottobre i tifosi hanno rilevato il 76% delle quote con una cifra anch’essa storica: 1 pound. Il vecchio azionista di maggioranza, Hutchinson, acquistò a sua volta il club per 1 pound, ma sanò anche un passivo da 30000 sterline, investendone 650 mila. Adesso tutto è in mano ai tifosi.



giovedì 17 novembre 2016

Gabigol e i problemi: Inter, Barcellona e Santos



Continua la polemica giuridica tra il Barcellona ed il Santos sul trasferimento di Gabigol all’Inter: i blaugrana rivendicano un diritto di prelazione.

Gabigol non gioca praticamente mai nell'Inter. Ma il suo trasferimento fa ancora rumore, al punto che il Barcellona, secondo quanto riporta in esclusiva il Mundo Deportivo, ha denunciato già da un mese il Santos alla Fifa: il club brasiliano non avrebbe rispettato l'opzione d'acquisto dei blaugrana sull'attaccante e su altri due giocatori (Victor Andrade e Giva). Un diritto d'acquisto che al Barcellona era costato 7,9 milioni.

Presentato in grande stile, in Serie A ha messo insieme solamente 16 minuti. Arrivato dal Santos con grandi aspettative, l'Inter lo sta proteggendo per evitare, come ha chiarito Ausilio, un Coutinho bis: un talento arrivato giovane e bruciato in quel di San Siro, dove il pubblico non ha mai troppa pazienza. Un arrivo anticipato che è stato controproducente?  Per l'Inter no, per qualcun altro, invece, sì.

L'ex tecnico del classe '96, Dorival Junior, ancora sulla panchina del Santos, ha parlato proprio di Gabigol a Fox Sports: "Io non ho interferito nella trattativa che ha portato Gabriel in Italia ma gli ho solo detto che per lui l’ideale sarebbe stato crescere ancora con il Santos prima di andare via. Meno di un anno fa, quando erano iniziate le trattative, gli ho ribadito che non era il momento giusto di andare e che doveva ancora giocare diverse partite da titolare".

E perché non gioca? "Non credo che ci siano problemi fisici; sicuramente ha un fisico diverso, ma non vedo alcun problema in questo. Forse l’adattamento o anche il momento in cui è arrivato, con l’Inter in fase di formazione. Gabriel ha un grande vantaggio rispetto agli altri giocatori brasiliani perché è più dotato fisicamente".

Il Santos lo scorso 29 agosto ha informato il Barcellona del passaggio di Gabigol all'Inter per 29,5 milioni di euro. Una trattativa chiusa senza che i blaugrana venissero informati dal club brasiliano. Quando poi il club catalano ha ricevuto l'informazione, Gabigol aveva già firmato con l'Inter. Che, per inciso, in questa storia non c'entra nulla: i dirigenti nerazzurri hanno agito in totale regolarità. È il Santos che ora deve sanare la propria posizione nei confronti del Barcellona. Che, appunto, ha versato 7,9 milioni di euro al Santos dal 2013 in avanti per avere la prelazione su Gabigol e gli altri due giocatori indicati.

Le relazioni tra i due club non sono buone sin dalla questione Neymar. Inoltre sembrerebbe esserci un altro problema: il Santos avrebbe venduto al Barcellona i diritti di prelazione di Giva (Givanildo Pulgas) per 1,8 milioni senza esserne in possesso dell'intero cartellino, ma solo del 20%.

Tutt’altro che verbale, l’accordo tra le due società prevedeva un’apposita documentazione in caso di una sua rescissione. Operazione ignorata dal Santos che ha scatenato le ire dei catalani. La sensazione tuttavia, secondo il Mundo Deportivo, è che si vada verso un nulla di fatto, anche per evitare la discesa in campo dei proprietari del cartellino di Barbosa. E dunque, cosa rischia il Santos? La semplice restituzione degli 8 milioni di caparra. E l’Inter ed il calciatore? Zero.


Milan:il closing con il Sino Europe Sports si farà il 13 dicembre



Adesso la data è certa: a indicarla sul calendario è il fondo cinese Sino Europe, quel fondo ormai noto a tutti i tifosi rossoneri nel quale sono confluiti gli investitori cinesi che stanno per acquistare il Milan dalla Fininvest di Silvio Berlusconi. Il closing ci sarà il 13 dicembre e non il 2, che poteva essere un'altra data "utile": infatti, sia per il 2 che per il 13 il Milan ha convocato l'assemblea degli azionisti.
Ennesimo comunicato di smentita da parte di Sino Europe Sports Investment, il consorzio che sta procedendo all'acquisto delle quote del Milan, dopo le indiscrezioni di stampa secondo cui il closing, previsto entro il prossimo 13 dicembre avesse subito un pericoloso rallentamento a causa delle difficoltà ad ottenere il via libera da parte delle autorità cinesi.

Ecco la nota di Sino Europe: "Sino Europe Sport conferma che il closing si farà in coincidenza con la riunione dell’assemblea degli azionisti del Milan, prevista per il 13 dicembre".

Intanto si va verso il tutto esaurito per il derby di domenica sera a San Siro. E' grande l'attesa per la sfida Milan-Inter, tanto che si potrebbe anche battere il record di biglietti venduti nella partita contro la Juventus del 22 ottobre scorso quando furono staccati circa 76 mila tagliandi per in incasso oltre 3,5 milioni di euro, record storico del club rossonero.

Un gruppo molto italiano in fase sperimentale, che Montella sta rilanciando ai vertici del torneo, contro un squadra amletica, molto straniera ma dalla rosa competitiva che Pioli ha ereditato dal fallimento di De Boer e che fluttua spaesata in nona posizione. Milan-Inter di domenica sera e' una sciarada tra due club in orbita cinese e l'esercito necessario sarà solo quello dei tifosi in marcia verso un San Siro esaurito. Da un lato un Milan che ha un gioco arioso con una partecipazione al gol capillare, dall'altro l'Inter tenuta a galla dai 10 gol di Icardi; due squadre che perdono molto (il 25% e oltre il 40% delle gare), che hanno una buona reazione nella ripresa. Montella crede nella politica dei giovani (sette convocati nella rosa di Ventura), Pioli vuole plasmare un'identità di squadra dando sicurezza a una buona difesa disorientata. Per Icardi una sfida in più visto che in serie A ha segnato a tutti ma non ai rossoneri. Tra i due tecnici italiani il bilancio sorride a Pioli (5 vittorie a 3), che sa però di dover convivere ancora con l'ombra ingombrante di Mourinho. Dopo l'addio di Special One la squadra ha resistito solo un anno ai vertici italiani: a meno di un recupero prodigioso questo sarà il sesto anno senza podio. Per il Milan sono solo tre gli anni di carestie, ma con un ottavo, un decimo e un settimo posto oltraggiosi per la storia del club.

Un torneo con le milanesi fuori dal podio è quanto mai strano, dal dopoguerra solo 14 volte una delle due non è arrivata almeno terza (quattro volte si sono piazzate al primo e secondo posto) e negli ultimi 30 anni Milano e' rimasta senza podio, oltre che nell'ultimo triennio, solo negli anni di disgrazia 1995 e 2001.

Gli ultimi anni sono stati anonimi e sofferenti per i tifosi con le squadre lontane dal podio. Ma ora la sfida tra Bacca e Icardi può fare da preambolo per risalire la china. Senza milanesi ai vertici il campionato e' più povero.

Samir Nasri e le 5 regole di Guardiola



Intervistato da Equipe Tv, Samir Nasri ha svelato le regole hot imposte da Pep Guardiola ai calciatori del Manchester City. Il francese, oggi in prestito al Siviglia, ha svelato dalla Spagna tutte le proibizioni del catalano al Manchester City.

Tanto spagnolo quanto italiano. Pep Guardiola dopo aver lasciato Barcellona è diventato un vero e proprio sergente di ferro. Pep sul campo concede molta libertà ai suoi giocatori, ma fuori la musica cambia. La notizia dell'abolizione della connessione Wi-Fi e del 4G ha fatto il giro del mondo e in una società perennemente connessa è diventata subito un caso.

A confessare questa prima imposizione era stato Zabaleta che, in un'intervista dall'Argentina, aveva svelato alcuni retroscena come l'obbligo di fare colazione e  di pranzare tutti insieme.

A caricare la mano ci ha pensato Samir Nasri il quale, forte della sua lontananza da Guardiola essendo in prestito al Siviglia, ha voluto raccontare alcune imposizioni ferree dell'allenatore catalano:

1) I giocatori del Manchester City non possono fare sesso dopo mezzanotte per non alterare i ritmi del sonno
2) Non si possono bere succhi di frutta. Guardiola ama invece le noci
3) I look eccessivamente eccentrici non sono accettati
4) E' proibito mangiare cibo spazzatura, nel quale sarebbe inserita anche la pizza
5) Al campo di allenamento i giocatori non possono usare il cellulare.

La scintilla tra i due non è mai scoccata, tanto che Nasri ha deciso di cambiare aria proprio all'ultimo giorno di calciomercato, firmando per il Siviglia. Un rapporto subito in salita, visto che Guardiola a lungo lo ha fatto allenare a parte perché lo riteneva sovrappeso. "Quando è arrivato mi disse che dovevo pesare 76kg. Io non avevo quel peso dai tempi del Marsiglia, perchè in Premier c'è un programma di rafforzamento muscolare. Lui invece vuole giocatori più magri - ha raccontato Nasri - Io mi presentai con quattro chili in più di quelli che avrei dovuto avere e per questo lui mi bocciò. Se ne hai 2,5 in più Guardiola non ti fa allenare con il gruppo".

Le regole ferree di Guardiola sconfinano anche nella vita privata dei calciatori. "Il pensiero di Guardiola riguardo al sesso è indicativo: chi vuol avere un rapporto sessuale, deve farlo prima di mezzanotte perché aiuta a dormire bene - ha proseguito il talento francese -. Mi ha detto di averlo consigliato anche a Messi, che da lì in poi non si infortunò più a livello muscolare. E pure con Lewandowski, a un certo punto messo in panchina per fargli capire certe cose".

giovedì 10 novembre 2016

Milan e i cinesi ecco le date del closing



Il Milan è sempre più vicino alla cessione alla cordata cinese. Sono state fissate le date definitive per il passaggio di mano da Silvio Berlusconi alla Sino Europe Sports: la firma del contratto definitivo e l'assemblea dei soci (che dovrà nominare il nuovo CdA) si terranno il 2 dicembre (il 13 in seconda convocazione). L'accordo sugli ultimi passaggi per arrivare al closing è stato raggiunto in una riunione a cui hanno partecipato rappresentati di Fininvest e quelli dei nuovi proprietari (oltre ai consulenti legali e finanziari), dopo che il nuovo amministratore delegato in pectore, Marco Fassone, appena rientrato dalla Cina, aveva rassicurato sulla consistenza della cordata. Fininvest, infatti, attende da Sino Europe Sports l'ultimo bonifico da 440 milioni. Proprio per cautelarsi da eventuali ritardi burocratici nell'accredito della somma proveniente dall'estero, si è deciso di fissare la data alternativa del 13 dicembre.

L'assemblea per il closing con i cinesi è stata fissata a dicembre, per la precisione la prima convocazione è per venerdì 2, la seconda per martedì 13. Giornate decisive, che dovranno sancire l'ultimo atto per il passaggio di proprietà del club rossonero, da Berlusconi ai nuovi proprietari, la cordata guidata dal fondo di investimento Sino Europe. Avverranno in quelle occasioni infatti la firma del contratto definitivo e l'assemblea per la nomina del nuovo cda.

Una data storica, dunque, un passaggio epocale per il Milan e per il calcio italiano: verrà infatti firmato il contratto definitivo per la cessione del 99,9 per cento delle azioni del Milan da parte di Fininvest, con la conseguente assemblea dei soci. Questi gli accordi presi tra le parti, al termine di una riunione tra i rappresentanti di Fininvest, della cordata cinese e i consulenti legali e finanziari: Fassone ha portato la garanzia che i 440 milioni che devono ancora essere versati sul conto corrente di Fininvest arriveranno attorno al 21 novembre, il giorno dopo il derby. A quel punto, Fininvest avrà tutte le garanzie richieste e potrà convocare l'assemblea. La seconda convocazione per il 13 dicembre è una precauzione nel caso in cui i fondi dovessero ritardare di uno o due giorni. In un primo tempo si era pensato di anticipare l'ingresso di Fassone nel cda, con le dimissioni di un consigliere: nelle ultime ore si è però deciso di fare assieme closing e assemblea, anche per non arrivare alla dimissioni anticipate di Adriano Galliani.

La sicurezza su una cessione del Milan che sembra ormai vicinissima al traguardo stride con la grande segretezza sulla composizione della cordata: i 4 o 5 investitori che rappresenteranno il fondo di private equity Sino Europe, hanno chiesto la massima riservatezza. Filtrano soltanto indiscrezioni, che in questo momento confermano il fondo a partecipazione statale Haixia e Yonghong Li tra gli investitori, così come il colosso assicurativo Ping An, che non ha smentito. Si allontana, invece, un'eventuale partecipazione del gruppo TCL Corp che potrebbe entrare nell'affare come sponsor. Ma la strada è tracciata e la storia del Milan cinese è a un passo dall'essere raccontata.

mercoledì 9 novembre 2016

Il calcio si riprende i soldi pubblici



Stop alla mutualità tra gli sport di squadra: secondo un emendamento al decreto fiscale, approvato ieri, il calcio non dividerà più parte dei proventi derivanti dalla vendita dei diritti tv della serie A.

Meno soldi pubblici al calcio: alla fine dopo una lunga battaglia hanno vinto gli sport minori. Uno “storico” Consiglio nazionale del Coni (come lo ha definito il presidente Giovanni Malagò) ha approvato la riforma dei criteri di distribuzione delle risorse alle Federazioni: dai nuovi parametri esce sconfitta la Figc, che a partire dal 2015 perderà una cifra fra i 20 e i 25 milioni di euro. E Carlo Tavecchio attacca: “Parlate pomposamente di algoritmi matematici, ma si tratta solo di una scelta politica. Abbiamo più giovani e tesserati di tutti, abbiamo sempre dato molto allo Stato

Un colpo di mano da 120 milioni. Lo ha messo a segno ieri il calcio italiano, grazie a un emendamento inserito nel decreto fiscale collegato alla legge di bilancio, e approvato ieri dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. Con un tratto di penna è sparita la Fondazione per la Mutualità negli sport professionistici di squadra, una creatura della Legge Melandri. Attiva dal 2008, la Fondazione si vedeva mettere a disposizione il 4% annuo della cifra spuntata con la cessione dei diritti televisivi della Serie A, da distribuire in progetti che avrebbero dovuto sviluppare lo sport di base, ma hanno finito col segnalarsi per opacità nei contenuti e nei criteri d’attribuzione dei fondi. A dimostrarlo c’è anche la famosa telefonata fra il presidente laziale Claudio Lotito e Pino Iodice, direttore generale dell’Ischia. Dunque si potrebbe dire che non ci sia da rimpiangere un soggetto nato vecchio e usato in modo pessimo.

Ma ci sono altri aspetti interessanti, in quell’emendamento che decreta la morte della Fondazione. A partire dal fatto che la quota annua sui diritti televisivi passa dal 4 al 10%. Una percentuale più che raddoppiata, per un ammontare che viene calcolato sui 120 milioni di euro all’anno. Denari che vanno tutti al mondo del calcio, e questa è la seconda novità. A gestirli sarà la Figc, che tratterrà per sé la quota del 10% di quella somma (o 1%, se il riferimento è al 10% calcolato sui diritti), e dovrebbe impiegarla per lo sviluppo dei settori giovanili e del calcio femminile. Per il resto, il 60% andrà alla Serie B, il 20% alla Lega Pro, e il 10% alla Lega Nazionale Dilettanti. Una grande redistribuzione, indubbiamente, con la Lega di B che s’appresta a veder piovere in cassa oltre 70 milioni annui. Ma questa immissione di risorse si ferma all’interno del calcio. E i soggetti maggiormente penalizzati sono la Federbasket (FIP) e il Coni, che si sono visti tagliare la linea di finanziamento.

Dal presidente della FIP, Gianni Petrucci, sono giunte immediatamente delle parole di protesta. Più composta, invece, la reazione del presidente del Comitato Olimpico, Giovanni Malagò, Che ha commentato l’emendamento senza far drammi, e dando l’impressione di essere già al corrente della mossa. La sua recente concordia col presidente del Consiglio, ben esplicitata in occasione della (mancata) candidatura di Roma per le Olimpiadi 2024, non lascia ipotizzare che la manovra sia giunta alle sue spalle.

Questa pioggia di denaro che beneficia le società calcistiche italiane dalla Serie B in giù viene annunciata in prossimità del referendum costituzionale. Ma ovviamente è soltanto una coincidenza.


sabato 5 novembre 2016

Inter: Suning incontra Stefano Pioli e poi Marcelino




I vertici di Suning in Italia si confronteranno con i dirigenti italiani e cercheranno di ti Della delegazione fanno parte Steven Zhang, Jun Ren, Yang Yang e Jiu Jun, in pratica il figlio e tutto lo stato maggiore del Suning di Jindong Zhang. Il fatto che si siano mossi in blocco dalla Cina, fa capire quanto a Nanchino ritengano grave e preoccupante la situazione che si è creata all’Inter.

La delegazione del Suning ha incontrato Stefano Pioli, uno dei candidati alla panchina dell'Inter. Steven Zhang e Jun Ren, arrivati oggi a Milano, hanno quindi conosciuto l'allenatore suggerito dai dirigenti nerazzurri Gardini, Ausilio e Zanetti. In città c’è anche Marcelino, ex Villareal, profilo che piace soprattutto alla proprieta' cinese e nelle prossime ore ci dovrebbe essere un colloquio anche con lo spagnolo. Marcelino sarebbe al momento in vantaggio rispetto a Pioli-

L’Inter è alla ricerca del suo nuovo allenatore, il nome di Marcelino – ex Villarreal – è tra i più quotati. Addirittura il favorito, su Pioli.

A livello caratteriale, da buon asturiano, è un uomo tagliente. Non aggressivo: poche parole, ma pesanti. Quando parla si fa sentire. Ama la concretezza, è pragmatico, si descrive come esigente, analista dei dettagli. E umanamente sincero. Ma la sua Inter potrebbe avere caratteristiche ben precise. Il cinquantunenne tecnico originario di Careñes è salito agli onori della cronaca in carriera soprattutto per l'ascesa repentina con il suo Villarreal, portato in quattro stagioni dalla seconda serie spagnola ai preliminari di Champions League. Eppure la sua esperienza con il sottomarino giallo era nata mesi primi. Per l'esattezza nel febbraio 2012, quando dopo una sconfitta del suo Siviglia proprio contro il Villarreal fu esonerato. Una caduta che ha aperto portoni insperati, perché Marcelino a undici mesi di distanza va proprio ad allenare il "submarino amarillo". Tre anni e mezzo, un'immediata promozione in Liga, due sesti posti e un quarto piazzamento nella stagione 2015/16. Poi l'idillio si rompe e ad agosto, come un fulmine a ciel sereno, le dimissioni.

Tutte le informazioni raccolte in giornata e qualsiasi conclusione dovranno, in ogni caso, essere comunicate a Zhang Jindong (proprietario di Suning) e a Erick Thohir (presidente dell'Inter) prima di una decisione definitiva. Considerando il fuso orario con Nanchino, sede di Suning (7 ore avanti), e con Giacarta, base di Thohir (6 ore), i dirigenti in Italia potrebbero anche decidere di aspettare la mattinata in oriente per comunicare subito con loro. Ad ogni modo, nella mattina italiana di sabato ci saranno ulteriori confronti e potrebbe essere presa la decisione sul prossimo tecnico nerazzurro.

Marcelino Garcia Toral è balzato in netto vantaggio su Stefano Pioli. La corsa per il ruolo di successore di De Boer (e Vecchi), che ieri si era trasformata in un testa a testa tra l’ex allenatore della Lazio e quello del Villarreal, ha preso un indirizzo ben preciso nella tarda serata dopo che i due candidati, entrambi arrivati in città, avevano avuto colloqui individuali con i manager del Suning. Al netto dello sbarco a Milano di altri tecnici nella giornata odierna, la scelta pare essere indirizzata sull’ex Villarreal. Tra i cinesi e i dirigenti italiani nerazzurri oggi è in programma una riunione nella quale verrà presa una decisione definitiva, ma l’orientamento venuto fuori ieri sera è favorevole allo spagnolo, tra l’altro (particolare di non poco conto) accompagnato dal suo agente e avvocato, Eugenio Botas. Non è un mistero che Marcelino sia spinto da Kia Joorabchian, uomo di fiducia del colosso di Nanchino e grande "sponsor" del tecnico di Villaviciosa. La partita ufficialmente non è ancora chiusa e resta da capire se gli altri profili valutati negli scorsi giorni

È una situazione pesante, quella in casa Inter, né il direttore sportivo Piero Ausilio né il direttore generale Giovanni Gardini hanno partecipato ai colloqui con i due tecnici, sintomo di uno scollamento. E assente era anche il vicepresidente Javier Zanetti. Tutti emarginati, dunque, anche se poi si parlerà ovviamente di scelta condivisa. A comandare è uno solo, Kia Joorabchian, che formalmente non ha nemmeno un contratto eppure ha più potere decisionale di tutti. Per questo i nerazzurri vanno probabilmente ancora un allenatore straniero.



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