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lunedì 10 ottobre 2016

Guardiola: "Cruijff? Senza di lui, non sarei qui ad allenare"


Attraverso una intervista concessa al Guardian, Pep Guardiola ha parlato di Johan Cruijff, ex campione di Ajax e Barcellona scomparso lo scorso marzo. "Lui è unico, totalmente unico.

Prima del suo arrivo, non avevamo la cattedrale del bel calcio, il primato estetico che abbiamo oggi. Cercavamo qualcosa di nuovo. E Cruijff ha costruito da solo, pietra su pietra, la splendida struttura che vediamo oggi. Senza di lui, non sarei qui ad allenare, a cercare di avvicinarmi alla sua leggenda. Prima di conoscere lui, non conoscevo nulla del calcio. Cruijff è sicuramente il personaggio più influente nella storia del calcio, in grado di cambiare per sempre la storia di due club diversi, uno come allenatore e uno come giocatore", ha detto l'attuale tecnico del Manchester City.

“Non sarei qui se non fosse stato per lui – spiega Guardiola in un’intervista rilasciata al Guardian– Essere l’allenatore del Manchester City e in precedenza di Barcellona e Bayern Monaco, lo devo soprattutto a lui”. Cruijff lasciò la panchina dell’Ajax nel 1988 proprio per quella del Barcellona. Lì incontrò per la prima volta Guardiola e cambiò totalmente l’allora già straordinaria squadra. Pep diventa così un giocatore indispensabile: “Prima che arrivasse lui non c’era questa ideale cattedrale del calcio a Barcellona, ma ne sentivamo il bisogno. E la costruì lui, pietra su pietra.Ecco perchè Johan era così speciale“.

Guardiola non ha mai smesso di frequentare l’olandese. Al primo anno da allenatore del Barcellona ricorda: “Non sarei mai stato capace di fare ciò che ha fatto lui. Sento la gente che dice ‘Pep è un buon allenatore’, scordatevelo. Cruijff era il migliore, assolutamente. Creare qualcosa di nuovo è difficile, ma il riuscirci e il persuadere tutti a seguirti è fantastico. Ecco perchè durante il mio primo anno sulla panchina del Barcellona andavo a trovarlo spesso: coincidenza, fu proprio l’anno in cui vincemmo tutto”.

Il Barça di quell’anno fu la prima squadra a conquistare il Triplete, entrando di fatto nella storia. “Quell’anno cercai in tutti i modi di dimostrare a Cruijff quanto fossi grato. Cercavo il confronto per nuove idee, mi importava però che lui capisse quanto profonda fosse la gratitudine nei suoi riguardi”.
Nonostante il rapporto che ebbero negli ultimi anni, l’inizio non fu proprio dei migliori. La prima volta che Guardiola giocò sotto gli occhi di Cruijff, l’olandese lo riprese all'intervallo senza tanti giri di parole: “Sei stato più lento di mia nonna”. Guardiola sapeva che era vero. Pep aveva 18 anni e quella era la prima amichevole in prima squadra e sperava di dimostrare ciò che sapeva fare nel secondo tempo, ma Cruijff gli negò questa possibilità. Guardiola allora, sedendosi in panchina, pensò che quella fosse la prima e l’ultima partita con la maglia blaugrana.

Ma non andò proprio così: “Non capii nulla: è così che Cruijff lavorava. Lui pretendeva moltissimo, ma quando giocavi nella sua squadra ti proteggeva in tutti i modi. Ti portava al limite e poi ti proteggeva. Ci sapeva fare e sapeva quando chiedere uno sforzo e quando proteggerti”. Un anno e mezzo dopo Guardiola fece il suo debutto il Liga: “Per ogni cosa che facevi, lui sapeva come farti migliorare. Mi ha insegnato che si può sempre migliorare, fino a spingerti al voler sempre di più da te stesso”.

L’inizio di Guardiola al City è molto positivo. Primo posto in Premier con 6 vittorie su 7 e con 4 punti in Champions League. Il Leicester, l’anno scorso, smentì l’idea Cruijff-Guardiola di avere il possesso palla per vincere il titolo, ma Pep non cambia la sua linea: “Per vincere la Premier quest’anno la mia squadra deve avere il possesso del pallone. Certo, si può perdere anche con il possesso palla, ma hai meno possibilità. Io non sono qui per cambiare il calcio inglese o la Premier League, ma la mia squadra deve giocare nel modo in cui credo. Io provo sempre a far giocare i giocatori anche come Cruijff avrebbe voluto che giocassero. C’è chi esalta questo modo di giocare e chi lo crede noioso: ma io sono qui per fare questo”.
Cruijff è come se fosse sempre in panchina e in campo con Guardiola. “Desidero creare un’eredità: la mia squadra gioca nel modo in cui credo, ma le basi prendono ispirazione dal mio mentore, Yohan Cruijff”. Guardiola deve molto a se stesso per tutti i successi raggiunti, ma di certo non dimenticherà mai tutto quello che Cruijff ha fatto per lui.



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