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lunedì 28 marzo 2016

Inghilterra: campionati europei 2016 può essere l'anno buono


La serata di Berlino ha mostrato all'Europa intera che gli inglesi hanno a disposizione un duo di attaccanti davvero formidabile, che può brillare anche a Euro 2016.
Se Wayne Rooney non è certo di arrivare in Francia in buone condizioni, non si può dire che le alternative in attacco scarseggino per Roy Hodgson: il vero problema sarà prendere le decisioni importanti e scegliere una volta per tutte un undici di base.

L'Inghilterra che abbiamo visto contro la Germania ha impressionato un po' tutti. Rimontare 2 gol in casa dei campioni del mondo non è impresa facile. L'Inghilterra degli ultimi 20 anni è una delle più grandi delusioni sportive di sempre: ad ogni competizione internazionale si è sempre presentata tra le favorite, con una rosa piena di giocatore centrali sul panorama mondiale ma, puntualmente, le attese venivano deluse e l'Inghilterra è sempre uscita anzitempo da ogni Mondiale/Europeo. Dal 1990 (quarto posto al Mondiale italiano) ad oggi, il miglior risultato è stata la semifinale persa in casa contro la Germania nell'Europeo del '96. Davvero poco per chi si vanta di aver inventato il calcio. Ieri però hanno messo una pulce nell'orecchio a molti, vediamo perché Francia 2016 può essere "la volta buona".

L'Inghilterra ha sempre avuto rose attrezzate, i giocatori di spicco non sono mai mancati. La generazione d’oro, quella dei vari Lampard, Scholes, Beckham, Gerrard, Terry e Owen si è però ormai conclusa, lasciando un grosso amaro in bocca. La nazionale inglese di oggi è del tutto rivoluzionata rispetto al passato, con giocatori giovani.

Il problema di tutti gli allenatori che si sono susseguiti alla guida della nazionale dei tre leoni è stato quello di creare un vero gruppo attorno a tanto talento. Mettere insieme grandi giocatori non basta se non accompagnato da uno spirito di squadra. In tutte le competizioni del passato, la nazionale inglese non ha mai saputo reggere la pressione esterna dei media e si è sempre sciolta alle prime difficoltà, arrendendosi ad un destino infausto. Ieri invece la squadra di Hodgson è stata capace di rimontare due gol ai campioni del mondo, ha mostrato grande qualità di gioco nel primo tempo e grande temperamento nel secondo. Ottimi presagi che seguono una fase di qualificazione praticamente perfetta, conclusa a punteggio pieno e con soli 3 gol subiti. Un gruppo unito e compatto, un gruppo di coetanei che ha voglia di spaccare il mondo.

Fra le motivazioni dei fallimenti degli ultimi anni si è sempre pensato anche alle troppe partite del campionato inglese, che fanno arrivare i giocatori logori alle competizioni per nazioni. Il calendario non è cambiato, non sono diminuite le partite ma ci sono delle piccole differenze rispetto al passato, legate soprattutto al percorso europeo dei club d'Oltremanica: in Champions League l'unica superstite è il Manchester City, che offre alla Nazionale i soli Hart e Sturridge, tra l'altro infortunato. Il Tottenham, che fornisce un blocco considerevole di giocatori, è già fuori da tutte le competizioni extra campionato. Stesso discorso per il Manchester United (replay con il West Ham a parte), mentre il Liverpool ha l'Europa League da sfavorita contro il Borussia Dortmund. Il finale a livello emotivo della Premier sarà sicuramente importante, ma per una volta il minutaggio nelle gambe potrebbe essere inferiore rispetto al passato. Anche in questa chiave, la freschezza giovanile della rosa può venire incontro a Hodgson.

Hodgoson non è un rivoluzionario, la sua Inghilterra, vista anche nelle qualificazioni, è una squadra compatta e ordinata, che difende con attenzione per poi lanciare il talento dei suoi uomini offensivi. Eric Dier ricorda molto il primo De Rossi, grande potenza fisica abbinata a buona qualità, capace di fare da schermo alla difesa. Ai suoi lati nel 4-3-3 tipo ci sono Henderson o Barkley, entrambi capaci di fare le due fasi e soprattutto Dele Alli, il vero jolly capace di spaccare le partite con le sue accelerazioni. Davanti il talento è tanto, Harry Kane è la punta che non si vedeva dai tempi di Shearer; Welbeck, Sturride, Sterling, Walcott e Lallana i nomi per affiancarlo, con il "working class hero" Jamie Vardy in panchina, uno che entra e si inventa un gol di tacco splendido come quello di ieri sera. Si aggiungono due terzini in grado di spingere e difendere (Clyne e Rose) e due centrali non fenomenali ma affidabili come Cahill e Smalling. I portieri (Hart, Buttland e Forster) sono tutti all'altezza della situazione. Non dimentichiamo Capitan Rooney, attualmente infortunato ma uomo squadra e comunque ancora in grado di fare la differenza, magari a partita in corso. Francia, Spagna e Germania hanno ancora qualcosa in più a livello di singoli e di squadra, ma in un Europeo che sembra non avere un favorito assoluto, l'Inghilterra può dire la sua. A 50 anni esatti dall'ultimo, e unico, trionfo internazionale (mondiale del '66), i tre leoni possono tornare a ruggire.

Eric Dier, difensore dell'Inghilterra e del Tottenham, esprime la propria gioia per il successo colto sulla Germania ieri: "Notte meravigliosa, vincere e segnare il primo gol per l'Inghilterra è stato grande! Grazie a tutti per i messaggi", scrive su Twitter.

Jamie Vardy sempre più favola dell'intera Inghilterra: col gol di ieri, il primo, di tacco e ai campioni del mondo, la sua incredibile storia si arricchisce di un altro capitolo. Ecco quanto dichiarato al termine della sfida: "Quando si comincia dalla panchina vuoi essere decisivo e lasciare un segno quando entri, se possibile. Ho cercato di farlo sin dai primi minuti, la squadra era viva e abbiamo continuato fino a vincere la partita. Sul gol Volevo solo far passare la palla vicina al palo e ottenere qualcosa di pericoloso, ho provato col tacco e per fortuna è entrata".

Kane e Vardy, Vardy e Kane; altro che Rooney e Sterling. Se Hodgson riuscirà a sistemare la difesa e darà fiducia a questi ragazzi terribili, l'Inghilterra a Euro2016 non potrà dire la sua solo contro Russia, Galles e Slovacchia ma anche contro squadre di più alta levatura. Sempre ringraziando Claudio Ranieri e il suo piccolo grande miracolo.

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