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sabato 31 dicembre 2016

The Guardian, Fabio Pisacane calciatore 2016


Il quotidiano inglese ha deciso di assegnare il premio al difensore che ha raggiunto la Serie A dopo aver vinto la sua battaglia con una malattia rarissima.

La battaglia di Fabio Pisacane contro la sindrome di Guillain-Barrè ha fatto il giro del mondo negli ultimi mesi e ora ha attirato i riflettori del "The Guardian". Secondo il quotidiano inglese il difensore del Cagliari è il calciatore dell'anno 2016 per essere riuscito ad approdare in Serie A nonostante una malattia che l'aveva costretto a trascorrere tre mesi e mezzo in ospedale, con 20 giorni di coma e la paralisi alle braccia.

Una piscina e una club house sullo sfondo. E una felpa di una squadra che gioca in serie A, il Cagliari. Lui è Fabio Pisacane, difensore: la foto pubblicata su The Guardian lo ritrae con un prestigioso premio, quello di giocatore dell'anno. Il riconoscimento del quotidiano inglese arriva non per i gol fatti o evitati. Ma per la tenacia del giocatore: prima di arrivare alla massima serie ha dovuto affrontare e scavalcare tanti ostacoli.

Quello più alto e difficile? La sindrome di Guillan-Barrè a quattordici anni. Una patologia che attacca i muscoli. Ma lui ha avuto più muscoli della malattia: ha sopportato cure e ospedali.

E poi ha continuato a inseguire il suo sogno: diventare calciatore. Quando quel sogno è diventato esordio in serie A, a 30 anni, lui, un 'duro', si è sciolto in lacrime. L'articolo ripercorre tutte le tappe della favola: dalla nascita nei quartieri spagnoli a Napoli.

È la prima volta che viene istituito questo premio che ogni anno verrà consegnato a "un giocatore che ha fatto qualcosa di davvero notevole non solo nel superare le avversità ma anche per aver aiutato gli altri diventando un esempio con il suo comportamento e la sua onestà". Quando ha saputo di aver vinto, Pisacane era quasi incredulo: "Devo dire onestamente che non ho fatto niente per diventare un esempio. Non fa parte del mio modo d'essere, sono un ragazzo semplice. Penso di avere un po' di umiltà e questa umiltà non mi fa pensare che gli altri possano considerarmi un esempio". Dopo esser stato tesserato dal Genoa all'età di 14 anni Fabio scoprì di avere una patologia in cui il sistema immunitario attacca il sistema nervoso provocando paralisi temporanee e abbattendo il tono muscolare. Tutti erano sicuri del fatto che avrebbe smesso con il calcio e invece la sua grande caparbietà gli ha permesso di esordire in Serie A a 30 anni nella gara contro l'Atalanta del 18 settembre. "Dico sempre che la malattia non era venuta per uccidermi - ha spiegato Pisacane al Guardian - Se fosse stato così, non sarei qui a parlarne invece credo che alla fine sia arrivata per darmi qualcosa di positivo". Nell'intervista dopo l'incontro con i nerazzurri ci fu un momento di grande commozione: "Penso fosse normale piangere in quel momento perché il giornalista aveva toccato qualcosa dentro di me che mi ha fatto esplodere. Non pensavo al fatto di essere davanti alle telecamere".



lunedì 26 dicembre 2016

France Football le rivelazioni dell'anno ci sono Donnarumma e Rugani



France Football, l'autorevole periodico francese che assegna il Pallone d'Oro, ha stilato una lista delle rivelazioni del 2016, tirando un po’ le somme dell'anno che andiamo a salutare. Ci sono due bianconeri e un milanista.

I due giocatori della Juventus e il portiere del Milan nella lista delle rivelazioni del 2016 secondo la rivista che assegna il Pallone d'Oro. In particolare al rossonero viene pronosticato un futuro da miglior portiere del mondo. Assieme ai protagonisti della serie A, il settimanale francese ha scelto i due attaccanti del Leicester, Vardy e Mahrez, Dembelé del Borussia Dortmund, Kimmich del Bayern,Virgil Van Dijk del Southampton.

La formazione stilata da France Football della top 11 delle rivelazioni della stagione vede un po’ di Italia tra i titolari. Le prestazioni convincenti di Rugani nella Juve lo hanno proiettato nella difesa titolare accanto a Van Dijk del Southampton. In porta chi poteva esserci se non Gigio Donnarumma del Milan, uomo dei miracoli che ha regalato la Supercoppa contro i bianconeri.

A fargli compagnia nei titolari ci sono anche il tedesco Joshua Kimmich del Bayern Monaco e il francese Samuel Umtiti del Barcellona in difesa. A centrocampo il neo acquisto del Chelsea N’Golo Kante, prima protagonista con il Leicester, oltre ad Adrien Rabiot del Psg e al portoghese Renato Sanches del Bayern Monaco. In attacco le rivelazioni sono il francese Ousmane Dembélé del Borussia Dortmund, l’algerino Riyad Mahrez e il centravanti inglese Jamie Vardy entrambi al Leicester. Solo panchina invece per Paulo Dybala, ma la Juve si consola eccome con Rugani.

Viene anche 'schierata' una formazione ideale delle rivelazioni del 2016, che è questa: Donnarumma, Kimmich, Rugani, Van Dijk, Umtiti, Rabiot, Kanté, Renato Sanches, Dembelé, Vardy, Mahrez. In panchina Paulo Dybala, Thomas Lemar, Sadio Mané, Timo Werner, Dimitri Payet.



domenica 25 dicembre 2016

Calcio: svincolati da gennaio 2017



Il 3 gennaio riapre il mercato: Gonzalo Rodriguez non rinnova, Obi Mikel, Srna e Zabaleta in scadenza. Caceres è ancora libero, Cassano un caso aperto. E poi ci sono Ibra e Balotelli.

L’estate del 2017 è molto più vicina di quanto si possa credere per quanto riguarda il calciomercato. Sì perché i calciatori che vedranno il proprio contratto scadere a giugno 2017, potranno iniziare ad accordarsi con un eventuale nuovo club già dal mese di gennaio. Entra dunque nel vivo la questione svincolati, con i club di appartenenza che in alcuni casi stanno tentando di rinnovare il contratto ai calciatori in scadenza, ma gli avvoltoi non mancano e stuzzicano l’appetito dei calciatori stessi, allettati da super contratti. L’estate del 2017 sarà molto calda, con tanti ottimi calciatori che saranno sul mercato a causa appunto della scadenza del contratto. Vediamo dunque le occasioni più ghiotte che vi saranno sul mercato degli svincolati, a meno che non rinnovino prima della scadenza.

Uno dei metodi più interessanti per costruire sin da subito una buona squadra è quello di cercare i giocatori che sono in scadenza di contratto e che quindi possono essere acquistati a parametro zero oppure spendendo una cifra decisamente inferiore a quello che è il loro reale valore. Quindi  se un calciatore ha il contratto in scadenza nel giugno 2017, già a gennaio 2017 (durante il mercato invernale della prima stagione della modalità carriera) si possono acquistare calciatori pagandone solo lo stipendio e non il cartellino: se questi dovessero accettare, a luglio, ovvero all'inizio della stagione successiva, ci ritroveremo il calciatore in rosa, con buona pace della squadra di origine.

Tra svincolati e calciatori che vanno in svincolo, gennaio può diventare un mese da buoni affari. Proponiamo un elenco, di cui 4 svincolati, quelli liberi di firmare da subito con chiunque. Gli altri hanno il contratto in scadenza al 30 giugno 2017 e, chi più chi meno, non hanno ancora l'accordo per il prolungamento: questo significa che possono essere o acquistati da subito a un prezzo inferiore al loro reale valore (con i club che ne detengono il cartellino costretti ad accontentarsi di cifre più basse per evitare scippi a giugno) oppure che possono firmare accordi con altri club per l'estate. Salutando così tutti a parametro zero.

Il caso italiano più scottante ruota intorno a Stephan Lichtsteiner: la Juventus  ha avviato una campagna di rinnovi con molti giocatori dell'organico (Bonucci uno degli ultimi), ma non c'è nessun accenno a una trattativa per il prolungamento dell'esterno svizzero. Ha 32 anni, anche grazie all'infortunio di Dani Alves si è ripreso il posto da titolare nella Juve di Allegri: impossibile dire cosa accadrà, il suo futuro è un enigma.

Meno problematico, forse, il destino di Evra, ma intanto anche lui è in scadenza. Chi, a più riprese, ha rifiutato il rinnovo è Gonzalo Rodriguez a Firenze: più volte ha fatto filtrare la sua volontà di tornare in Argentina, ma chissà se un'offerta di un top europeo non gli faccia cambiare idea. Anche Pinilla è ai saluti all'Atalanta: è a un passo l'accordo con i messicani del Veracurz. Da tenere sotto osservazione Quaison a Palermo e Magnanelli a Sassuolo, club nel quale balla anche il rinnovo di Paolo Cannavaro. Palacio (34 anni) e Burdisso (35) vanno in scadenza con Inter e Genoa, in primavera decideranno con i club come e se continuare. Due casi differenti alla Sampdoria: Quagliarella e Cassano. Se il futuro del primo sarà frutto di una scelta condivisa calciatore-società, il secondo è un caso aperto. Cassano è ormai separato in casa da mesi, a gennaio dovrà cambiare aria se vorrà continuare a fare il calciatore.

Dall'elenco dei calciatori senza squadra, peschiamo quattro jolly: il primo è Adebayor, perché a 32 anni può ancora tornare utile a qualche club, magari in lotta per non retrocedere. Il secondo è Caceres, non ancora trentenne, alla Juve fino a pochi mesi fa e un'esperienza incredibile alle spalle. Un'occasione potrebbero meritarla ancora Raul Meireles (21 presenze nell'ultima stagione al Fenerbahce) e l'italiano Fausto Rossi, svincolato dalla Juventus  dopo una stagione in prestito alla Pro Vercelli e già con molte offerte in Europa e negli Stati Uniti.

Il piatto forte si chiama Arjen Robben. Proprio negli ultimi giorni, il padre dell'olandese ha avviato i contatti con il Bayern Monaco per discutere del prolungamento: si è partiti da un'offerta di rinnovo di un anno con eventuale opzione per il secondo. Dalla Germania arrivano segnali interlocutori e il prolungamento non è affatto scontato, con tanti club che sarebbero già pronti ad avviare i contatti con l'entourage del calciatore. Perché uno come Robben a parametro zero rappresenterebbe un colpo da novanta. Per restare ai pezzi forti impossibile non parlare di Witsel: il centrocampista belga sembra essere promesso sposo con la Juve (pronta a spendere 6 milioni per averlo subito), ma su questo calciatore i colpi di scena sono sempre dietro l'angolo. Tutti gli scenari aperti anche per Obi Mikel, Jesus Navas, Zabaleta e Yaya Touré, in scadenza a giugno. A proposito di buoni calciatori è da monitorare l'esterno croato Srna, anche se per lui le primavere sono già 34: il suo accordo con lo Shakhtar Donetsk arriva fino al 30 giugno 2017. E poi c'è il centrocampista Lucas Leiva, per il quale più che di rinnovo con il Liverpool si parla con insistenza di accordo con l'Inter.

Lista calciatori svincolati e senza contratto
Martín Cáceres   -   Difensore centrale
Fausto Rossi  -   Mediano
efferson Farfan  -   Punta centrale
Joey Barton - Centrocampista centrale
Emmanuel Adebayor   -    Punta centrale
Juan Vargas   -   Terzino sinistro
Kévin Constant   -   Terzino sinistro
Sulley Muntari   -   Centrale
José Enrique   -   Terzino sinistro
Raul Meireles   -  Centrale
Dimitar Berbatov   -   Punta centrale
Ronaldinho   -   Trequartista
Lorik Cana   -   Difensore centrale
Urby Emanuelson   -   Centrocampista di sinistra
Carlton Cole - Punta centrale
Modibo Diakité   -   Difensore centrale
Marco Motta   -   Terzino sinistro
Royston Drenthe - Ala sinistra
Joleon Lescott - Difensore centrale
Alex - Difensore centrale
Fernando Tissone - Centrocampista centrale
José Bosingwa - Terzino destro

sabato 24 dicembre 2016

Lega Pro: derby Cosenza-Catanzaro su Facebook




È soddisfatto Gabriele Gravina, Presidente Lega Pro, nel giorno del suo primo anno anno alla guida dell’ex Serie C, della prima gara del campionato in diretta su Facebook,  il derby Cosenza- Catanzaro, terminato 1-1.

I numeri hanno registrato in particolare 110.000 utenti raggiunti, 40.000 visualizzazioni totali e 3.600 visualizzazioni contemporanee.

“E’ stato un primo esperimento- continua Gravina– che può essere replicato con altre partite del campionato. Oggi la Lega Pro ha dato una svolta con un modo diverso e innovativo di vivere il calcio”.

"Una giornata storica, che segna il futuro". Così Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro, ha commentato la prima partita del campionato andata in onda in diretta su Facebook: si tratta del derby Cosenza-Catanzaro, che si è concluso 1-1. I numeri, fa sapere la Lega Pro, hanno registrato in particolare 110.000 utenti raggiunti, 40.000 visualizzazioni totali e 3.600 visualizzazioni contemporanee.

Sono sempre più convinto che il futuro del calcio passi e dovrà passare anche dal digitale. Le possibilità di visibilità e interazione che i social network e in particolare Facebook ci mettono a disposizione vanno sfruttate al meglio per distribuire il nostro prodotto in modo capillare e renderlo sempre più accessibile ai nostri tifosi. Per questo la diretta streaming su Facebook di Cosenza-Catanzaro rappresenta un passaggio epocale”.

E’ stato un debutto assoluto per il calcio italiano, non soltanto per la Lega Pro. Fino a questo momento, infatti, Facebook non ha mai trasmesso un evento sportivo in diretta. Ma con l’abolizione del limite di tempo, prima fissato a novanta minuti, anche questa frontiera è divenuta esplorabile. Fondamentale, per il via libera, è risultata la collaborazione di Lega Pro Channel, che attraverso la piattaforma Sportube permette già di seguire tutte le partite della squadra del cuore acquistandole singolarmente (2,9 euro) o nei pacchetti che prevedono la trasmissione soltanto delle gare in trasferta (23,9 euro) o di quelle dell’intero campionato (39,9 euro). «Ho avuto la possibilità di visitare la sede italiana di Facebook, constatandone le competenze e la voglia di fare di chi ci lavora ogni giorno – ha proseguito Gravina -. Sono sempre più convinto che il futuro del calcio passi e dovrà passare anche dal digitale. Facebook ci metterà a disposizione un’occasione di visibilità e interazione unica, che dovremo sfruttare al meglio per rendere il calcio di Lega Pro sempre più accessibile ai tifosi».



giovedì 22 dicembre 2016

Pietro Pellegri più giovane di sempre in A



Pietro Pellegri, attaccante classe 2001, è il nuovo recordman di precocità della Serie A: esordendo nella sfida tra Genoa e Torino, il gioiello del Grifone diventa il più giovane ad aver mai calcato un campo di Serie A, eguagliando Amadeo Amadei. In Primavera segna a raffica e lo faceva anche con le giovanili rossoblu, è lui il futuro talento del calcio italiano secondo gli addetti ai lavori. E per una carriera da predestinato non c’è niente di meglio che esordire con un record.

Evidentemente c'è qualcosa di buono in questo ragazzo di 15 anni. 188 centimetri e un fisico da punta di sfondamento. Pietro Pellegri è nato a Genova il 17 marzo 2001 e, nonostante la giovane età, stasera sarà in panchina a Torino. Merito delle sue doti e della fiducia di Ivan Juric.

Il genoano Pietro Pellegri è il più giovane esordiente nella storia della Serie A. L'attaccante delle giovanili rossoblù classe 2001, che Juric ha fatto esordire questa sera contro il Torino, ha battuto per un solo giorno il record di Amedeo Amadei, che resisteva da quasi 80 anni. Amadei esordì infatti nella Roma a 15 anni, nove mesi e sei giorni. Pellegri fissa il nuovo primato a 15 anni, nove mesi e cinque giorni.

A Genova da tempo sapevano da tempo di avere tra le mani un talento raro, che venne incoronato dallo stesso Preziosi: "Ho in casa il nuovo Messi, speriamo solo che non si monti la testa". Era marzo del 2015, il Genoa aveva appena vinto la fase italiana della Manchester United Premier Cup, con i 2000: Pellegri aveva un anno di meno, era il più giovane e il più bravo. In estate persero la finale della fase Mondiale - dopo aver eliminato il Real Madrid - al centro d'allenamento dello United, non a caso una squadra che lo segue con grandissima attenzione, anche se per ora non può prenderlo, deve aspettare che compia 16 anni. Ma il suo nome è nella lista anche di Arsenal, Benfica e Borussia Dortmund - venti giorni fa ha giocato a Dusseldorf, con l'Under 16, tribuna piena di osservatori - mentre in Italia se lo stanno litigando Juve, Milan e Roma. Il padre lavora per il Genoa, da anni: è dirigente accompagnatore della Primavera, e responsabile del convitto del settore giovanile. Fino al 2017 Preziosi non potrà blindarlo con un contratto professionistico, ma la situazione familiare non fa certo pensare a un ragazzo pronto a scappare all'estero, lasciando a mani vuote il club d'appartenenza.


martedì 20 dicembre 2016

Inter: rivoluzione cinese alla pinetina. Ecco il Suning training centre



La società di Zhang Jindong ha firmato un nuovo accordo commerciale col club, rinominando il centro sportivo e mettendo il logo sulle magliette d'allenamento.

Ci sono tre postazioni strategiche: Suning.com che sarà presente su training kit, Appiano Gentile che si chiamerà Centro Sportivo Suning Angelo Moratti,una figura molto importante come tutta la famiglia Moratti per il prestigio di questo club e continueremo a mantenere il nome. Infine Interello diventerà Centro Sportivo di Formazione Suning Giacinto Facchetti. Si tratta di un contratto unico di sponsorizzazione per le diverse strutture sopra citate. Non possiamo svelare il valore dell'operazione ma è in linea con altre operazioni simili sul mercato".

Si chiamerà "Suning Training Center in memory of Angelo Moratti", mentre quello delle giovanili di Interello diventerà 'Centro di Formazione Suning'. Per Angelo Moratti e Giacinto Facchetti giusto una menzione 'alla memoria'. Oggi, in conferenza stampa ad Appiano Gentile, sono stati ufficializzati i nuovi accordi pluriennali, della durata di quattro anni a 15 milioni di euro a stagione, di denominazione di Suning il cui marchio per ora apparirà anche sulle maglie di allenamento. «La figura di Angelo Moratti- dice Michael Gandler - è molto importante come tutta la famiglia Moratti per il prestigio di questo club e continueremo a mantenere il nome».

E' il nome nuovo del centro sportivo della Pinetina. Oggi Michael Gandler (Chief Revenue Officer) e Robert Faulkner (Chief Communications Officer) hanno presentato questa novità. "Stiamo lavorando parecchio con Suning su un programma di diritti e vantaggi economici sull’espansione di Suning – spiega Gandler – che sta cercando di radicarsi anche in Europa. Il nome del centro sportivo lascia intatto il ricordo della famiglia Moratti perché Suning comprende benissimo il legame indissolubile con chi ha fatto la storia del club. Abbiamo valorizzato la società, ci sono 100 milioni di tifosi interisti in Asia e abbiamo la fortuna di poter sviluppare questo bacino grazie ai rapporti della proprietà con quella parte del mondo".

"Mantenendo 'in memoria a Giacinto Facchetti' si salva il ricordo. Vedo la cosa positivamente. E' un calcio post-romantico che risponde ad altre leggi, la storia può essere ricordata in altro modo e in altri luoghi".

Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto, commenta così, come riporta l'Ansa, il cambio del nome del Centro sportivo di Interello, intitolato in precedenza al padre e che, con la sponsorizzazione di Suning, è diventato 'Centro di formazione Suning, in memoria di Giacinto Facchetti'. "Credo sia - aggiunge - un'accortezza commerciale.

Anche per teatri e palazzetti avviene spesso il cambio del nome attraverso gli sponsor. In questo calcio c'è sempre meno bisogno del confronto col passato. Porta avanti un altro tipo di narrazione dove la storia serve ma alle volte può essere d'ingombro".

"L'intenzione è di rimanere a San Siro, i proprietari vogliono investire per modernizzare San Siro per far sì che lo stadio possa avere tutto quello che i tifosi si aspettano in un unico luogo. Non è facile, è una sfida ma è nostro impegno portare avanti lo stadio Meazza per ammodernarlo".

"Da un anno e mezzo l'Inter ha iniziato ad aprire altri uffici, uno negli Usa, uno a Giakarta e presto a Nanchino. La nostra aspettativa è che questo possa creare degli interessi per nuovi partner, qualcuno si è già fatto avanti mostrando interesse grazie alla potenza del brand in Cina e in Asia. In Cina abbiamo un accordo con Nike e stiamo pensando a una strategia e-commerce comune per trarre il massimo vantaggio".

"Per il momento abbiamo un accordo pluriennale con Pirelli, una storia lunghissima per il mondo calcistico. Ancora qualche anno e per ora non guardiamo oltre. Siamo entusiasti di questa partnership prestigiosa, stiamo cercando di valorizzare gli asset dell'Inter che in passato non sono stati valorizzati appieno. Per noi la maglia di gara è importante ma per ora siamo contenti di Pirelli".


venerdì 16 dicembre 2016

Milan cinese: investitori da mille miliardi di euro



Alle spalle del fondo Sino Europe ci sono i colossi Huangshi Zhongbang Sports Development, China Industrial Bank Asset, China Huarong oltre alla già nota Haixia Capital. Ma non sono gli unici investitori: la lista presentata a Berlusconi è provvisoria e più lunga.

Il closing tra Fininvest e Sino-Europe Sport per il passaggio di proprietà del Milan è stato rinviato al prossimo 3 marzo, ma spuntano nuove indiscrezioni sulla composizione della cordata che vuole rilevare il club rossonero: fonti vicine alla trattativa assicurano che ci sarebbero realtà finanziarie e imprenditoriali che gestiscono complessivamente asset per oltre mille miliardi di euro.

Fra gli investitori cinesi in trattativa per comprare il Milan ci sono realtà finanziarie e imprenditoriali che gestiscono complessivamente asset per oltre mille miliardi di euro, secondo quanto riferiscono fonti vicine al dossier che hanno consultato gli ultimi documenti ufficiali scambiati nel negoziato. Nella lista, considerata ancora non definitiva, ci sarebbe anche la Huangshi Zhongbang Sports Development, presentata come una realtà specializzata nel settore dell'edilizia sportiva, oltre China Industrial Bank Asset Management, società che fa parte di uno dei principali gruppi bancari cinesi e capitalizza oltre 40 miliardi di euro e la China Huarong Asset Management, di proprietà pubblica, società di gestione patrimoniale con asset per 145 miliardi euro.

Indicazioni anche sui soggetti coinvolti nel consorzio cinese: confermata la presenza di China Industrial Bank Asset Management (fa parte di uno dei principali gruppi bancari cinesi e capitalizza oltre 40 miliardi di euro con asset totali per circa 780 miliardi di euro); di China Huarong Asset Management (società pubblica di gestione patrimoniale con asset per 145 miliardi di euro); confermata anche la presenza come uno dei principali investitori di Haixia Capital, società che opera nel private e nel venture capital, controllata dall'ente statale cinese State Development and Investment Corporation. La novità è però rappresentata dalla Huangshi Zhongbang Sports Development: si tratta di una realtà imprenditoriale specializzata nel settore dell'edilizia sportiva, con disponibilità per oltre 500 milioni di euro e asset gestiti pari a circa 1,8 miliardi. Se confermata, la presenza di questo colosso potrebbe alimentare nuovamente le voci secondo cui il Milan dopo il closing potrebbe anche prendere in considerazione di realizzare un nuovo impianto e lasciare così San Siro.

La Huangshi Zhongbang Sports Development è una realtà specializzata nel settore dell'edilizia sportiva, con disponibilità per oltre 500 milioni di euro e asset gestiti per circa 1,8 miliardi. La China Industrial Bank Asset Management è una società che fa parte di uno dei principali gruppi bancari cinesi e capitalizza oltre 40 miliardi di euro con asset totali per circa 780 miliardi di euro, mentre la China Huarong Asset Management, di proprietà pubblica, finanziaria di gestione patrimoniale, ha asset per 145 miliardi euro. Haixia Capital, di cui Yonghong Li è fra i principali investitori, è una società che opera nel private equity e nel venture capital, controllata dall'ente statale cinese State Development and Investment Corporation.

Queste cifre non bastano però a dare nulla per scontato da qui al 3 marzo, data ultima per il closing ottenuta da Sino-Europe Sports con una seconda caparra da 100 milioni di euro. Vincenzo Montella segue tutto con distacco dissimulando serenità a ridosso di un mercato di gennaio che rischia di essere come quello estivo, all'insegna del "vorrei ma non posso". I principi dell'autofinanziamento e della condivisione delle scelte fra l'attuale proprietà e i cinesi sono un freno. Si parla già di diversità di vedute sul prolungamento del contratto di Bonaventura con aumento da uno a due milioni di euro all'anno, appena definito da Galliani col manager del giocatore, Raiola.

Il mercato di gennaio del Milan rischia di restare bloccato. Già, perché tra burocrazia, ripensamenti e autorizzazioni di trasferimenti di centinaia di milioni che tardano ad arrivare, sulle operazioni in entrata per rafforzare la squadra di Montella si addensano nubi preoccupanti. Da Fabregas a Rudy (centrocampista dell’Hoffenheim) e il laziale Keita, tutti i nomi sui quali lavorano i dirigenti scelti dai cinesi potrebbero finire "congelati".

Potrebbe non esserci condivisione nemmeno sull'ipotesi di cedere Bacca, unica soluzione per incassare 25 milioni di euro tutti in una volta. Un sacrificio necessario per ottenere giocatori come Badelj o Papu Gomez? "Non mi presto al gioco, le valutazioni economiche competono alla società - ha tagliato corto Montella -. Sono contento di ciò che ho. Penso di essere molto più invidiato di quanto io possa invidiare altri. Vedo poche squadre sopra di noi e tante dietro. Dipende cosa può e vuole fare la società".


Clamoroso PSG: Nicolas Sarkozy sarà il nuovo presidente



Il Paris Saint Germain cambierà presidente? La notizia non è nuova dato che da tempo in Francia si invoca un cambio alla guida del club parigino. L'anno scorso, secondo fonti arabe era arrivato il momento dell'intervento diretto del patron Cheikh Hamad Bin khalifa Al Thani. A giugno, invece, Yahoo ribadiva che Al Thani avrebbe voluto sì separarsi da  Nasser Al-Khelaifi, ma senza intervenire più nel club. Rumors, notizie, che però confermano la volontà di sostituire l'attuale presidente del PSG il prima possibile.

Secondo quanto riportato da GQ Magazine in esclusiva in Francia, il primo candidato alla presidenza del club parigino è l'ex Presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy. Al-Thani, che già aveva imposto l'addio di Laurent Blanc, sta spingendo per sostituire Al-Khelaifi proprio con Sarkozy per dare una nuova spinta al PSG. Ci sono già stati dei contatti fra le parti nella passata settimana in Qatar e sono coincisi con la sconfitta del PSG a Montpellier per 3-0. La decisione finale sarà presa durante la sosta invernale e l'eventuale sostituzione al comando del club sarà ufficiale soltanto all'inizio della stagione 2017-18.

La discussione al vertice, scrive GQ, ha avuto luogo una settimana fa in Qatar dopo la pesante sconfitta del PSG contro il Montpellier (3-0) il 3 dicembre e l’inaspettato 2-2 contro i bulgari del Ludogorets in Champions League 6 dicembre. E sarebbe stato scelto Nicolas Sarkozy. Una decisione finale potrebbe essere presa durante la pausa invernale. O al più tardi dopo l’eventuale eliminazione in Champions League contro il Barcellona. Sarkozy entrerebbe in carica dalla stagione 2017/2018. Sollecitato da GQ, l’entourage dell’ex presidente non ha risposto e il club ha negato, definendo la notizia “una voce pazzesca”.

Una prima discussione nella quale il proprietario qatariota avrebbe accettato le richieste del dirigente francese. Un ruolo che Sarkozy anela da tempo e che non cambierà più di tanto la sua agenda vista la sua assidua frequentazione dello stadio del Psg.

Non è anche la prima volta che il nome di Sarkozy è associato a quello del Paris Saint-Germain. Grande sostenitore del club (ha frequentato il 90% delle partite casalinghe) e grande amico leader del Qatar (tanto che per molti ha dato un impulso decisivo nella assegnazione della Coppa del Mondo 2022 in Qatar), l’ex presidente della Francia ha detto nel 2008 di voler guidare un giorno la sua squadra a cuore. Nel 2013, confidò a Paris Match, scherzosamente, ” Se non sarò rieletto nel 2017, diventerò presidente del PSG.”

mercoledì 14 dicembre 2016

Calcio. Arbitri, è arrivato il Var, la nuova tecnologia



La moviola in campo è diventata operativa in occasione della competizione iridata in corso a Osaka e l'arbitro ungherese Viktor Kassai l'ha utilizzata per assegnare un penalty che gli era sfuggito nella semifinale mondiale per club tra Atletico Nacional e Kashima Antlers. Ma c'è un giallo: un giocatore giapponese era in fuorigioco.

Si parte, almeno per quello che riguarda la sperimentazione del tanto atteso Var (Video Assistant Referees), con la tecnologia in campo in aiuto dei fischietti per il momento come ha sostenuto il Presidente dell’Aia, Marcello Nicchi , sarà disponibile solo «offline e influirà zero sulle partite ufficiali».

Vediamo come si svilupperà in concreto. Probabilmente si partirà con tre partite ogni domenica; per le analisi dei filmati al monitor, quindi: «saranno utilizzati solo arbitri in attività». Un nuovo punto di riferimento tecnologico che, «destinato a sostituire le polemiche con il confronto», si aggiunge alla gol-line-technology e che dovrebbe contribuire a far diminuire le polemiche. «Sostituendole con il confronto».

Arriva dal Mondiale per club la tangibile dimostrazione di quanto sia importante la moviola in campo. E' successo in Atletico Nacional-Kashima Antlers, semifinale della Coppa del Mondo per club quando al 31′, dopo l'intervento in area di Berrio su Daigo, Kassai ha fatto ricorso all'aiuto della Var, la video-assistenza arbitrale che, dopo la sperimentazione off-line - ovvero senza interferire con la direzione di gara sul terreno di gioco - è entrata nella fase on-line proprio al Mondiale per club. Il fischietto ungherese ha così deciso di assegnare il penalty alla formazione giapponese, poi realizzato da Shoma. Il fallo era sfuggito a Kassai, la cui attenzione è stata richiamata dal collega designato per la Var. L'arbitro magiaro, rivisto a bordocampo l'episodio sul monitor, è tornato sui suoi passi indicando il dischetto.

La decisione storica è stata subito accompagnata da alcune osservazioni che faranno discutere. Il calciatore del Kashima Antlers che ha subito il fallo da rigore si trovava in posizione di fuorigioco.

L'irregolarità non è stata segnalata nè prima, nè dopo la presa visione delle immagini da parte dell'arbitro ungherese. Il fatto è stato denunciato dal profilo Twitter di tifosi dell'Atletico Nacional: "Si trattava di un fuorigioco evidente. Si dovrebbe rivedere nuovamente la giocata e annullare il gol" recita il tweet dei fan del club. Un'incongruenza non segnalata da Busacca, capo degli arbitri della Fifa: "E stata la prima applicazione dal vivo del sistema 'Video Assistant Referees' - sottolinea Busacca - è successo in una competizione Fifa ed è una novità per tutti. Specialmente il fatto di aver visto l'arbitro correre verso l'area replay a bordo campo, per consultare il video". "Nell'azione della partita di oggi - continua lo svizzero - la comunicazione fra l'arbitro e l'assistente video è stata chiara, la tecnologia ha lavorato bene e la decisione finale è stata presa da Kassai, quindi dall'arbitro. E sarà sempre così, perché la Var è solo un supporto tecnico".

Secondo il protocollo elaborato dall'Ifab, gli arbitri hanno la possibilità di confermare o modificare una decisione facendo affidamento sulle informazioni fornite dalla Var o rivedendo i filmati stessi - soprattutto quando si tratta di una questione di interpretazione, piuttosto che un fatto. "Il messaggio chiaro che abbiamo da giocatori e allenatori di tutto il mondo è che vorrebbero che l'arbitro rimanesse colui che prende la decisione ma che abbia la possibilità, in ogni momento, di andare a vedere il filmato direttamente", ha spiegato David Elleray, direttore tecnico dell'Ifab.

Il processo con la tecnologia video al Mondiale per club della Fifa segna la fine della fase di test per il progetto 'Var'. L'Ifab, di concerto con la Fifa e gli organizzatori delle competizioni, deciderà se apportare eventuali ulteriori miglioramenti al protocollo prima di introdurlo a livello globale. "Gli organizzatori delle competizioni invieranno una grande quantità di informazioni all'Ifab, che saranno analizzate dalla KU Leuven University", ha aggiunto Elleray.

"Siamo curiosi di vedere e analizzare quante volte viene richiesto il supporto video e quanto spesso un arbitro conferma o cambia una decisione basata esclusivamente sulle informazioni del video assistente arbitrale o dopo un esame sul campo. Cosa ancora più importante, è che si vuole esaminare l'impatto del sistema 'Var' sul comportamento dei giocatori, il comportamento degli arbitri, la risposta dei tifosi allo stadio e la risposta delle persone che guardano la televisione. Quindi arriverà una grande quantità di informazioni di cui l'Ifab ha bisogno prima di prendere la decisione finale sull'introduzione della 'Var' nel 2018 o al più tardi nel 2019" conclude.

 A fare chiarezza ci ha pensato la stessa Fifa spiegando che Danny Makkelie, l'arbitro designato per il video che ha richiamato l'attenzione di Kassai sul fallo in area di Berrio, "ha correttamente applicato la tecnica 'aspetta e vedì riguardo la posizione di fuorigioco del calciatore che ha subito fallo. Il giocatore è stato giudicato non in fuorigioco non potendo contendere la palla all'avversario - aggiunge - e di conseguenza l'arbitro ungherese ha indicato il dischetto, ritenendo dal replay che Nishi era stato atterrato in area da Berrio".

La Fifa però è intervenuta immediatamente, con un lungo comunicato, spiegando anche il motivo per il quale Daigo non poteva essere considerato in fuorigioco. Lo si legge proprio sul sito della Federcalcio internazionale: "Il giocatore (Daigo) non è stato ritenuto in posizione di fuorigioco in quanto non sarebbe stato in grado di sfidare l'avversario per la palla". Era troppo lontano dal punto in cui è arrivata la palla, e quindi impossibilitato ad effettuare una giocata o ad avventarsi sul pallone. E perciò non era in offside. La Fifa ha spiegato con dovizia di particolari tutto l'accaduto: L'arbitro Kassai è stato informato dal Video Assistant Referee Danny Makkelie. Prima di quello, l'assistente arbitro ha correttamente applicato la tecnica 'wait and see', 'aspetta e guarda' rispetto alla valutazione della posizione di fuorigioco o meno del giocatore che aveva subito il fallo. Così Kassai ha potuto valutare solo l'episodio del calcio di rigore, poi assegnato. Nel rispetto del protocollo della IFAB gli arbitri hanno la possibilità di confermare o cambiare una decisione anche semplicemente chiedendo a all'assistente o guardando le immagini di persona a bordo campo. "Ma il sentimento comune da parte di tutti i giocatori - ha spiegato il direttore tecnico IFAB David Elleray - è che preferiscano che sia sempre l'arbitro a recarsi di persona al video e a prendere la decisione.



domenica 11 dicembre 2016

Champions League dal 2018/19: l'Italia riavrà 4 squadre



A partire dall'edizione 2018/19 di UEFA Champions League, ci saranno due distinti orari di inizio delle partite: alle 19.00 (due gare) e alle 21.00 (sei gare).

Il Comitato Esecutivo UEFA  ha stabilito che a partire dal 2018 saranno adottate alcune modifiche sugli orari delle partite di UEFA Champions League.

Le prime quattro squadre delle quattro nazioni con il ranking più alto andranno direttamente alla fase a gironi di UEFA Champions League dal 2018, confermati nuovi format per le maggiori competizioni per club.

La Champions League si riforma e dalla stagione 2108/19 alle prime 4 nazioni del ranking europeo verranno assegnati quattro posti. Una bella notizia per l'Italia, attualmente al 4/o posto nella classifica per nazioni continentale (preceduta da Spagna, Inghilterra e Germania), che potrà quindi raddoppiare le qualificate alla fase a gironi (oggi 2 più l'eventuale promossa dai playoff).

Secondo le nuove regole, approvate oggi dal comitato Esecutivo dell'Uefa riunitosi a Nyon, alla fase a gironi si qualificheranno direttamente 26 squadre, mentre altre 6 accederanno attraverso i preliminari. La Federcalcio europea ha anche assegnato l'organizzazione della finale di Europa League 2018 a Lione, in Francia, e deciso due distinti orari per le prossime partite di Champions: due match alle 19 e sei alle 21.00, per permettere ai tifosi di seguire più partite in una stessa sera.

I format della UEFA Champions League e della UEFA Europa League per le stagioni 2018/19, 2019/20 e 2020/21 sono stati confermati ufficialmente. Mentre non sono previste variazioni al sistema delle due competizioni, cambiano le procedure di accesso.
Dopo una lunga consultazione con tutti i portatori di interesse del calcio europeo, la UEFA ha proposto alcuni emendamenti, che sono stati successivamente approvati dal Comitato Esecutivo UEFA su raccomandazione del Comitato Competizioni per Club UEFA e del consiglio dell'Associazione dei Club (ECA).

Che cosa cambia
La vincitrice della UEFA Europa League si qualificherà direttamente alla fase a gironi di UEFA Champions League (oggi può eventualmente partecipare agli spareggi).

Le prime quattro squadre delle quattro nazioni con il ranking più alto andranno direttamente alla fase a gironi di UEFA Champions League.

Tutti i dettagli della lista di accesso per entrambe le competizioni verranno finalizzati entro la fine dell'anno.

Nuovo sistema di coefficienti per club: le squadre saranno giudicate individualmente (viene a cadere la quota di rappresentanza nazionale per il coeffiente dei singoli club, a meno che il coefficiente sia inferiore al 20% del coefficiente della federazione).

Per calcolare il coefficiente verranno considerati anche i successi nella storia della competizione (assegnati punti per i precedenti titoli europei con un sistema ponderato per la UEFA Champions League e la UEFA Europa League)

La distribuzione finanziaria ai club sarà aumentata significativamente per entrambe le competizioni.

Il nuovo sistema di distribuzione finanziaria, composto da quattro pilastri (quota di partenza, risultati nella competizione, coefficienti per singoli club e market pool), vedrà premiate maggiormente le prestazioni sportive, mentre diminuirà la quota relativa al market pool.

Che cosa non cambia

Mantenimento dei percorsi Campioni e Piazzate per la qualificazione alla UEFA Champions League. In questo modo, si garantisce che i club di tutte le federazioni possano accedere attraverso i campionati nazionali e qualificarsi per entrambe le competizioni.

La UEFA Champions League continuerà ad avere una fase a gironi a 32 squadre e una fase a eliminazione diretta a 16 squadre. Allo stesso modo, la UEFA Europa League rimarrà a 48 squadre.

Per determinare il futuro e la gestione delle competizioni per club, nascerà una società controllata che avrà un ruolo strategico: UEFA Club Competitions SA, in cui metà dei direttori amministrativi verranno designati dalla UEFA e l'altra metà dalla ECA.

A proposito delle variazioni concordate per il nuovo ciclo, Theodore Theodoridis, segretario generale UEFA ad interim, ha dichiarato: "L'evoluzione delle competizioni UEFA per club nasce da vaste consultazioni con tutti gli interlocutori e tiene conto di un'ampia gamma di competenze e prospettive".

"Le modifiche continueranno a garantire la qualificazione in base a meriti sportivi e il diritto di tutte le federazioni e i loro club di partecipare alle principali competizioni europee". "Siamo contenti che il calcio europeo rimanga legato ai concetti di solidarietà, competizione equa, distribuzione uniforme e buon governo".




venerdì 9 dicembre 2016

Pisa calcio il nuovo presidente: Giuseppe Corrado



"Magico srl, insieme a Viris spa e Unigasket srl, comunica con soddisfazione di aver appreso che la propria proposta irrevocabile per l'acquisizione della società è stata accettata dalla proprietaria Carrara Holding". Lo afferma in una nota il gruppo che fa capo a Giuseppe Corrado e che nei prossimi giorni formalizzerà l'acquisto del Pisa. "Ciò - spiega il gruppo imprenditoriale - consentirà alle parti di lavorare insieme nei prossimi giorni alla definizione e stipulazione del contratto definitivo di acquisto. Venerdì, in occasione dell'importante gara casalinga contro il Bari, Giuseppe Corrado sarà presente all'Arena Garibaldi per sostenere la squadra insieme a tutti i tifosi. Forza Magico Pisa".

Questo il comunicato ufficiale di cessione:

Carrara Holding srl accetta la proposta di prezzo e condizioni essenziali per la cessione del 100% del capitale sociale dell’Ac Pisa 1909 formulata da Magico che segue:

1) All’atto di stipula del contratto definitivo dovrà essere stato approvato e certificato il bilancio al 30/6/2016 e depositata presso la Lega la fideiussione sostitutiva di quella depositata da Carrara per l’iscrizione al campionato.

2) All’atto di cessione delle quote verranno corrisposti dal compratore al venditore e 1800000 (un milione ottocentomila) euro.

Ulteriori 2.000.000 (due milioni) euro verranno corrisposti dall’attuale compratore al venditore alla prima promozione dell’AC Pisa in serie A ed ulteriori 1.500.00 (un milione cinquecentomila) euro in caso di conferma nell’anno successivo o in caso di una nuova, successiva promozione anche dopo la retrocessione al termine del primo anno di A. Questo impegno non ha limiti temporali ed è vincolante anche in caso di cessione del club a terzi nei confronti dei quali sarà vincolante.

3) Carrara si assume l’onere di quanto dovuto dal Pisa ai dr. Lucchesi in base al vigente contratto di: d,g, che scadrà il 30 giugno 2017 lasciandone indenne il compratore ma null’altro sarà dovuto da Carrara ad AC Pisa né per il debito relativo alle rateizzazioni tributarie pari a 1000000 (un milione) euro previsto nell’atto tra Carrara e il sig. Battini e né a nessun altro titolo. Altresì Carrara non beneficerà di alcuna sopravvenienza attiva o passiva, incluse le spese legali, relative a provvedimenti giudiziari, lodi arbitrali e accordi transattivi inerenti il sig, Battini che rimarranno integralmente acquisiti al Club.

Quelle sopra riportate rappresentano le uniche obbligazioni e condizioni tra le parti e annullano ogni altra ipotesi pattizia o condizione prevista da qualsivoglia offerta precedentemente formulata. Firmato Lorenzo Petroni e Vincenzo Taverniti.

Si presenta senza peli sulla lingua il nuovo presidente del Pisa. Corrado è un accanito anti-viola, tifando da una vita per la Juventus, e di certo non lo nasconde nel corso dell’intervista rilasciata a Il Tirreno: “Perché il Pisa? Perché è un’isola di anti-viola come me. Tanti anni fa mi ritrovai in una grande festa organizzata per la retrocessione in serie B della Fiorentina e quella sera Forte dei Marmi mi conquistò. Ed è proprio a Forte dei Marmi, con ogni probabilità, che porterò la squadra ad una cena pre-natalizia. Poi, chissà, andremo anche a fare quattro salti in discoteca… “.

Giuseppe Corrado, che si accinge ad essere il nuovo proprietario del Pisa, vuole essere il “nuovo Romeo” (Anconetani, ovviamente) di Pisa. Perché amato dagli sportivi e dalla città e soprattutto perché starà sempre vicino alla squadra. Ne sarà il “padrone” ma nello stesso tempo farà anche il presidente e il direttore generale. E poi, ha un altro asso nella manica da giocare per catalizzare su di sé simpatia e stima della piazza. È un accanito anti-viola, tifando da una vita per la Juventus. Come tanti pisani, del resto. All’ombra della Torre, infatti, si è nerazzurri in primo luogo e, poi, contro la Fiorentina.

«Ho vissuto e ricevuto sensazioni che porterò per sempre nel cuore. Impossibile non farlo. Impossibile non tenerle custodite in modo indelebile nella mente. Non pensavo che già oggi (ieri per chi legge, ndr) venissi travolto da così tanto entusiasmo. Il dottor Andrea Madonna (presidente e amministratore delegato della casa di cura San Rossore, ndr) mi è venuto a prendere a casa a Forte dei Marmi e mi ha portato allo stadio, dove ero d’accordo con mister Gattuso che avrei incontrato lui e la squadra prima della seduta d’allenamento. Appena sceso dall’auto a pochi metri dall’ingresso, c’erano già parecchi tifosi e sono stato subito attorniato. Chi mi ha chiesto autografi, chi mi ha baciato, chi mi ha messo la sciarpa nerazzurra al collo. È stato bellissimo, in particolare per una persona molto sensibile come me. Ho potuto toccare con mano che si tratta di vero amore, non solo di passione».

Ma forse la sintonia tra lei e la piazza era nata prima…

«Sì, è proprio così. Da mesi moltissimi sportivi mi hanno trovato e raggiunto sui social network e sono successe cose che mi hanno addirittura commosso. La frase più ricorrente era “Mi raccomando, faccia di tutto. E di più”. Un altro mi ha scritto: “Lo faccia per mio figlio che è sulla carrozzella”. Un altro ancora: “Dia un futuro di speranza e gioia ai miei bambini”. Cose incredibili».



martedì 6 dicembre 2016

50 anni fa spuntò la luce dell'Ajax



Il mondo del calcio scopri l'Ajax la notte del 7 dicembre 1966, quando il Liverpool allenato da Bill Shankly allora non solo la squadra più forte d'Inghilterra ma anche d'Europa affronta nel secondo turno di Coppa dei Campioni una sconosciuta squadra olandese.

I giornalisti inglesi non conoscendo gli olandesi con molta ironia paragonano l'Ajax ad un detersivo, gli inglesi convinti di fare una passeggiata prendono una vera lezione di calcio da quei giovani calciatori olandesi che portavano i capelli lunghi e indossavano una divisa biancorossa, la partita di andata allo stadio Olimpico di Amsterdam si gioca sotto la nebbia e finisce 5 a 1 .

In una fredda serata di dicembre, in mezzo a una nebbia che faceva vedere poco o niente, cambiò la storia del calcio. Successe ad Amsterdam mezzo secolo fa, quando quel 5-1 inflitto al Liverpool negli ottavi di Coppa Campioni segnò la nascita del mito dell'Ajax e di Johan Cruijff, all'epoca 19enne e autore di una doppietta al ritorno, quando incantò Anfield e finì 2-2. Mai smentita sul campo fu più amara di quella subita da Bill Shankly, amatissimo tecnico dei Reds.

Dopo l'andata, pur avendone presi 5, disse che "l'Ajax non mi ha fatto una grossa impressione, hanno avuto tanta fortuna e la prossima settimana a Liverpool li batteremo per 7-0: potete crederci". Non fu così, anzi, il Profeta del Gol si svelò al mondo e il calcio non fu più lo stesso. Fu un anticipo di '68, con la rottura degli schemi in campo e fuori, e con quel pokerissimo cominciò l'era di un gioco nuovo e delle mogli e fidanzate in ritiro. Quei ragazzi con i capelli lunghi, guidati da Rinus Michels che era più 'rivoluzionario' di loro, volevano cambiare il mondo e ci riuscirono entrando nella storia dello sport più amato.

Non a caso il 'Fog Game' (così venne ribattezzato) del 7 dicembre 1966, in cui l'allora 15enne Louis Van Gaal fece da raccattapalle, era la partita che a Cruijff piaceva più di ogni altra ricordare, più delle finali vinte. L'aveva vista solo chi stava in campo, ma l'arbitro Antonio Sbardella decise che si doveva giocare lo stesso e fu l'inizio di qualcosa di completamente diverso, di un calcio fatto di passaggi di prima, continue sovrapposizioni senza ruoli di riferimento e con portieri che giocavano anche con i piedi. Insomma, il calcio totale.

E pensare che il Liverpool, rappresentante di quell'Inghilterra che aveva vinto i Mondiali qualche mese prima, era il principale favorito della Coppa di quella stagione calcistica. Invece i Reds vennero annichiliti dall'Ajax, la 'squadra del ghetto' chiamata così perché 'figlia' della comunità ebraica di Amsterdam uscita quasi annientata dalla seconda guerra mondiale. Si rivelò al mondo e fece capire che si sarebbe presa tutto, anche se in quel torneo venne poi eliminata nei quarti di finale dal Dukla Praga.

I tulipani sbocceranno definitivamente a livello internazionale di lì a poco - la prima finale, persa pero', nel '69 col Milan prima del tris vincente 71-73, una volta che si era cementata l'intesa di Cruijff con i vari Keizer, Swart (che si portava gli scarpini da casa dopo averli fatti baciare dalla figlia) e Suurbier, tutti cresciuti a un paio di chilometri dal campo e pieni di quella gioia di giocare che era anche 'joie de vivre', quando si presentavano agli allenamenti con addosso ancora i vestiti della sera precedente. E che quando erano già in prima squadra ma non ancora calciatori a tempo pieno, lavoravano part time per alcuni commercianti di tessuto che erano anche loro dirigenti. Vennero poi Krol, i fratelli Muhren che pregavano sempre prima dei pasti e Rep che stese la Juve a Belgrado. Se n'era invece andato Bennie Muller, uno dei giocatori ebrei del club, che ad Auschwitz aveva perso tutta la famiglia: lui che nel 1945 aveva solo sette anni, si era poi dedicato al calcio ma certe cose non era riuscito a dimenticarle. Solo quella squadra da sogno gli fece tornare il sorriso.

Nella gara di ritorno gli inglesi sono convinti di ribaltare il risultato, ma ad Anfield Road finisce 2 a 2, l'Ajax ancora giovane e acerba verrà eliminata nel turno successivo dal Dukla Praga.
Con l'acquisto poi di nuovi calciatori e la crescita dei giovani che arrivano dal vivaio , nel 69 l’Ajax arriva per la prima volta in finale di coppa dei campioni perdendo 4 a 1 con il Milan, ma sia i calciatori del Milan che i giornalisti si convincono che quella sarebbe stata la squadra del futuro.
E non si sbagliavano ! Da li a poco infatti l'Ajax vincerà tutto in patria e in Europa comprese tre coppe dei campioni consecutive 71,72 e 73 praticando un calcio mai visto prima.

In pochi anni l'Ajax era passata da club sconosciuto paragonato ad un detersivo a squadra più forte del mondo. L'artefice di quella squadra era il suo allenatore, un visionario, un insegnante di educazione fisica con un passato da centravanti proprio dell'Ajax, il suo nome era Rinus Michels.
Michels aveva una visione del calcio spettacolare, porta nuovi concetti mai sentiti prima, come la flessibilità dei ruoli e funzioni (tutti dovevano saper giocare in qualsiasi zona del campo), la velocità di pensiero, e la ricerca ossessiva dello spazio, porta dei cambiamenti anche dal punto di vista atletico, è convinto che i giocatori olandesi non siano in grado di reggere atleticamente il confronto con i calciatori europei,e introduce nuove metodologie, come il lavorare di più sulla fase aerobica.
Michels vincerà solo la prima delle tre coppe dei campioni, poi andrà via, il suo successore il rumeno Stefan Kovacs porterà avanti il suo pensiero.

PRINCIPI DI GIOCO
Fase di non possesso:In fase di non possesso l'Ajax era molto compatta e raccolta in pochi metri per essere aggressivo e non lasciare spazio agli avversarsi, con gran sacrificio da parte di tutti anche degli attaccanti che tornavano per facilitare la conquista della palla, una volta recuperata palla i calciatori erano abili a trovare un passaggio di scarico su un compagno libero, e pronti poi ad impostare il contropiede.

Fase di possesso-inizio azione:La costruzione del gioco iniziava quasi sempre da dietro, con i difensori bravi a salire e ad impostare il gioco quasi come dei centrocampisti aggiunti, i terzini bravi a salire e trasformarsi in ali a sovrapporsi e attaccare gli spazi.

L'Ajax praticava un pressing totale, a tutto campo, il “Total Pressure”.
Il pressing iniziava già in fase offensiva, lo scopo era di non fare iniziare l'azione avversaria , si cercava di far giocare la palla in modo precipitoso e male, gli attaccanti andavano a fare pressing sul piede preferito dell'avversario, se si pressava su un difensore mancino, si andava sul lato sinistro e lui era costretto a calciare con il piede debole, in questo caso il destro, ma trovava sull'altro lato un altro olandese che andava a pressare e costringeva il difensore a giocare in modo precipitoso e a sbagliare (l'errore di Frustalupi nella finale del 72 contro l'Inter che porta al gol del due a zero di Cruyff è un esempio).

Palle inattive: Sulle palle inattive contro, corner e punizioni, l'Ajax si schierava a zona, con alcuni calciatori piazzati fuori area pronti e rapidi a partire in contropiede in caso di riconquista della palla.
Sui corner a favore si cercava il passaggio corto sul compagno che poi cercava di giocarla o crossava al centro dell'area.

Fase difensiva: L'Ajax applicava il fuorigioco sistemico con la linea difensiva molta alta, brava a salire in modo coordinato fino a metà campo, alla fase difensiva partecipava anche il portiere che oltre a saper parare doveva essere anche bravo con i piedi, il portiere giocava al limiti dell'area di rigore, perchè era più facile per i compagni servirlo, ed era anche bravo ad impostare il gioco in fase di possesso.

Formazione tipo:Stuy-Vasovic, Rijnders, Krol, Suurbier-Muhren,Haan, Neeskens-Keizer, Cruyff(Van Dijck), Swart(Rep).

Tatticamente l'Ajax si schierava con un teorico 4-3-3 o 4-2-4, ma l'interscambiabilità dei ruoli, portava a non avere dei ruoli fissi, tutti attaccavano e tutti difendevano, giocando senza posizioni fisse la squadra non dava punti di riferimento agli avversari,il gioco dell'Ajax era cosi armonioso che sembrava un orchestra, era un mix perfetto di tecnica, tattica, atletismo e intelligenza calcistica come dichiarò il profeta olandese, il gioco degli olandesi passerà alla storia come “calcio totale” in olandese “Totaalvoetbal”.

Il ciclo dell'Ajax finisce a Belgrado nel 73 dopo la vittoria della terza coppa dei campioni vinta contro la Juventus, da li a poco Johan Cruijff dopo un litigio con i compagni perché non lo rielessero capitano, decide di andarsene al Barcelona e a poco a poco altri campioni lasceranno il club olandese.
Un anno dopo ai mondiali del 74 in Germania ci fu una specie di “reunion”dei campioni dell'Ajax, infatti la nazionale olandese allenata da Rinus Michels era praticamente tutto l'Ajax , a parte il portiere e un paio di giocatori del Feyenoord, e regalano al mondo del calcio un ultimo indimenticabile spettacolo. Gerrie Muhren fuoriclasse dell'Ajax dichiarerà anni dopo: “Se fossimo restati mai assieme avremmo vinto otto coppe dei campioni consecutive” per colpa di un litigio si è dissolta una delle squadre più belle e spettacolari della storia del calcio, votata in questi giorni dal mensile inglese FourFourTwo, come squadra più forte di tutti i tempi.

venerdì 2 dicembre 2016

Scoppia Football Leaks, coinvolti Ronaldo, Juve, Inter e Milan



Il sito che, sull'onda di quanto successo con WikiLeaks, rivela clausole, ingaggi e accordi segreti riguardo i trasferimenti di calciatori è pronto a far scoppiare uno scandalo che riguarda triangolazioni, società nei paradisi fiscali e altri movimenti di denaro poco chiari che riguardano il mondo del pallone. A rivelarlo è L'Espresso che, da domenica, pubblicherà un'inchiesta realizzata da 12 testate europee su questo argomento.

Trema il calcio europeo, trema il calcio italiano: stando ad un'inchiesta realizzata da dodici redazioni continentali, L'Espresso fra quelle italiane, ci sarebbe un clamoroso giro d'affari offshore che riguarda lo sport più popolare del Vecchio Continente: verranno svelati nei prossimi giorni a partire da domenica i "segreti del business del pallone, clausole segrete dei contratti di decine di calciatori, compresi alcuni grandi nomi che militano nel nostro campionato. (...) Risvolti finanziari, fin qui inediti, di alcuni clamorosi colpi di calciomercato".

Un'inchiesta che ha portato alla luce come, tra il 2009 e il 2014, Cristiano Ronaldo ha versato oltre 70 milioni di euro nei conti bancari della Tollin, una società registrata alle British Virgin Islands, paradiso fiscale nei Caraibi. Come lui sono coinvolti nello scandalo il suo agente, Jorge Mendes, e José Mourinho. Ma al centro di questi movimenti sospetti non ci sono solo personaggi e club stranieri. Verranno toccate anche società italiane come Juventus, Inter, Milan, Roma, Napoli e Torino.

Milioni di file che minacciano di sconvolgere il mondo del calcio, scoperchiando un mondo di affari off-shore e triangolazioni finanziarie. Li annuncia l'Espresso sul suo sito parlando dei "segreti di football Leaks". Nel sito si spiega che i dati saranno resi noti da domenica, ma si anticipa che tra i personaggi coinvolti nell'inchiesta giornalistica vi sono Cristiano Ronaldo, Mourinho oltre a sei club italiani: Juventus, Inter, Milan, Roma, Napoli e Torino.

Nella anticipazioni fornite sul sito del settimanale, si parla diffusamente del fuoriclasse portoghese del Real Madrid, che tra il 2009 e il 2014, avrebbe trasferito oltre 70 milioni di euro nei conti di una società registrata alla British Virgin Islands, paradiso fiscale nei Caraibi. Altri 74 milioni sono stati stati incassati negli ultimi giorni del 2014, quando Cr7 ha ceduto i diritti sulla propria immagine a un uomo d'affari di Singapore, Peter Lim. Su questi redditi Ronaldo ha pagato tasse per un totale di pochi milioni. E' tutto sui file proposti al settimanale tedesco Der Spiegel da una fonte anonima, e condivisi con le altre testate riunite nel network EIC, European Investigative Collaborations. Per sette mesi, i cronisti di 12 giornali europei, tra cui l'Espresso, hanno esplorato i documenti a caccia di notizie e a partire dal prossimo numero, in edicola da domenica 4 dicembre, il settimanale italiano rivelerà in una serie di articoli i risultati della lunga inchiesta. Il racconto va a incrociare i grandi club europei, compresi alcuni italiani, come Juventus, Inter, Milan, Roma, Napoli, Torino. Operazioni da decine di milioni che finiscono per rimbalzare nei paradisi fiscali, in una girandola di prestanome e fatture.

 Lo scoppio di Football Leaks non coglie di sorpresa la Roma. A Trigoria, infatti, fanno sapere di essere stati contattati dall'Espresso "e alle domande abbiamo risposto - dicono - che i pagamenti effettuati alle società controparti sono quelli previsti nei contratti sottoscritti e sempre conformi alla normativa sportiva. Gli eventuali successivi trasferimenti di denaro effettuati dalle società controparti ad altre società non ci sono noti".


martedì 29 novembre 2016

Chapecoense: messaggi di Torino e Manchester United


Le due società colpite anch'esse da altrettante tragedie aeree. Nulla in Italia fu come prima dopo lo schianto a Superga del 4 maggio 1949, quando il Grande Torino se ne andò per sempre, tra i rottami di un aereo e i detriti di un terrapieno sbriciolato: 31 vittime fra giocatori, tecnici, dirigenti e giornalisti. Un'intera squadra cancellata, le lacrime di una nazione e, da allora, il ricordo quasi religioso di un evento che ferì gli italiani: i caduti del Grande Torino ora appartengono al club Italia.

Filipe Machado giocò nella Salernitana. In nove non sono partiti perché non convocati: fra loro anche l'ex veronese Winck. Prima finale della storia, alla seconda partecipazione internazionale
Mai una favola aveva avuto un finale tanto tragico. La Chapecoense in queste ultime settimane era stata protagonista di varie feste. La prima per il raggiungimento della prima finale della propria storia. L'ultima, solo ieri, da spettatori: erano i rivali del Palmeiras quando il club di San Paolo ha vinto il titolo brasiliano.

I colombiani sarebbero stati gli avversari della squadra brasiliana nella finale: hanno chiesto alla Conmebol di assegnare la coppa agli avversari. Sono state ore difficilissime per il mondo del calcio che si è stretto intorno alla tragedia Chapecoense, squadra brasiliana che ha perso gran parte del suo organico nella notte sul volo verso l’aeroporto di Medellin che la stava portando a disputare la partita di andata della Copa Sudamericana.

Un vero e proprio sogno spezzato quello del Chape, che si apprestava a disputare la partita più importante della propria storia contro l'Atletico Nacional. Proprio la squadra colombiana si distingue per uno splendido gesto: con un comunicato ha fatto sapere di voler lasciare il titolo di campioni della Copa Sudamericana proprio al Chapecoense, in memoria dei defunti e dell’impresa che avevano compiuto arrivando all’ultimo atto del torneo. Vedremo se la Conmebol sarà d'accordo...

Fra i tanti club sportivi che stanno esprimendo il proprio cordoglio al Chapecoense, la squadra di calcio brasiliana vittima la scorsa notte di un incidente aereo in Colombia, spiccano ovviamente quelli delle società che sono state a loro volta coinvolte in passato in episodi simili. Non mancano, quindi, il Torino e il Manchester United.

Sul sito del club granata, colpito dalla tragedia del 4 maggio 1949 a Superga, è comparso il seguente messaggio: "Il presidente Urbano Cairo e tutto il Torino Football Club partecipano al cordoglio per la tragedia che ha colpito la società del Chapecoense, in Colombia. È un destino che da oggi ci lega indissolubilmente, vi siamo fraternamente vicini".

Nel febbraio 1958, invece, i Red Devils persero 8 giocatori in un incidente aereo a Monaco di Baviera. Nel messaggio sul proprio sito internet, il club inglese rivolge il suo pensiero a tutti coloro che sono rimasti colpiti dalla tragedia; seguono un breve riassunto dei fatti e un omaggio del capitano Wayne Rooney.

La "Chape", come viene comunemente chiamata, è un club giovane, nato nel 1973. E' la formazione della città di Chapeco, un polo industriale da 200mila abitanti dello stato di Santa Catarina, nel sud del Paese. Solo nel 2009 giocava nella serie D brasiliana, dopo una crisi seguita a primi anni di gloria, fra gli anni 90 e il 2000. Un'ascesa verticale e continua lo ha portato nella prima divisione brasiliana nel 2014, nel 2015 la prima partecipazione internazionale. La prima qualificazione in Sudamericana arrivò con un buon piazzamento in Coppa del Brasile, la corsa internazionale si fermò ai quarti contro il River Plate, che avrebbe vinto la competizione. Quella che avrebbe dovuto giocare domani era sicuramente la gara più importante della propria storia: si era guadagnata l'accesso alla finale della Sudamericana (corrispondente della nostra Europa League), con l'eliminazione in semifinale degli argentini del San Lorenzo (1-1 in trasferta, 0-0 in casa). Prima aveva eliminato negli ottavi un'altra argentina, l'Independiente di Gabi Milito, grazie a un rigore parato da Danilo, morto in clinica; nei quarti aveva invece fatto fuori lo Junior colombiano, con 3-0 casalingo che ribaltava la sconfitta dell'andata.

Non ci sono vere star, nella rosa della Chape: la squadra era stata costruita a basso costo, la forza era il collettivo. I giocatori più noti erano l’attaccante Bruno Rangel, di ritorno da un’esperienza in Qatar, il terzino Dener, il mediano Gil, oltre al centrocampista Cleber Santana, che nella stagione 2009-2010 giocò nell'Atletico Madrid. Il portiere Danilo era stato fra i "recuperati", ma portato in ospedale, è morto per la gravità delle ferite rimediate. Fra le vittime anche un giocatore passato in Italia: si tratta di Filipe Machado, difensore, 7 presenze con la Salernitana nel campionato di serie B 2009-2010: aveva 32 anni. L’allenatore era Caio Junior, 51 anni, una lunga esperienza in panchina, anche in piazze nobili come Flamengo, Palmeiras, Botafogo.

domenica 27 novembre 2016

Milan, Silvio Berlusconi: "Closing potremmo spostarlo...



Il presidente rossonero: "I cinesi ci hanno dato assicurazioni sull'esistenza di questi capitali, ma se le autorizzazioni non arrivassero in tempo potremmo spostare il closing di un mese, un mese e mezzo non di più. Se salta tutto, punterò su un club tutto italiano".

Galliani: "Se l'operazione slitta, a gennaio il mercato sarà concordato coi cinesi"

Il presidente è disposto a concedere una proroga  per chiudere l’affare. In cambio, però, pretende che i soldi siano depositati presso conti vincolati a Hong Kong a favore di Fininvest entro la fine della prossima settimana. E inoltre pretende anche che venga svelata l’identità dei soci presenti nel fondo intenzionato a comprare il club.

Lo slittamento è un'ipotesi concreta e Sino Europe per "salvare" il patto darebbe altri 80 milioni

La possibilità che ci sia un nuovo rinvio è diventata molto concreta. Annunciata dallo stesso Silvio Berlusconi che ha parlato a Sky affrontando tra gli altri anche il tema, attualissimo, della cessione del Milan.

Berlusconi è stato tenero nei confronti di Sino Europe, la società che firmò il preliminare del 5 agosto in Sardegna. Ha infatti definito il gruppo cinese «molto serio, le intenzioni sono quelle di riportare il Milan ai livelli raggiunti negli ultimi 30 anni e le persone che ho incontrato mi hanno fatto un'ottima impressione», ripetendo di aver ricevuto assicurazioni circa i capitali che devono essere trasferiti dalla Cina a Milano nelle casse di Fininvest. Confermato anche il piano B già spiegato la notte del derby. E cioè nel caso dovesse saltare la trattativa, «con l'accordo dei tifosi, in particolare della famosa curva sud», si punterebbe «a un Milan giovane, italiano e con molti talenti provenienti dal vivaio».

Il fondo cinese non ha ancora chiesto formalmente un rinvio del closing, ma ha ringraziato Berlusconi «per le sue parole e conferma il proprio forte impegno a concludere la trattativa nel più breve tempo possibile». Fassone, che lavora a Milano per conto di Sino Europe, è pronto ad attendere la fine della prossima settimana prima di considerare scaduto il termine utile (o le autorizzazioni arrivano entro il 6 dicembre oppure il closing del 13 andrà a vuoto) per sedersi al tavolo con i manager di Fininvest e negoziare il rinvio che naturalmente avrà un costo. I cinesi sono decisi, per rinnovare il patto, a versare una nuova somma (tra 70 e 80 milioni di euro) oltre ai 100 già versati, sotto forma di ulteriore caparra per ottenere la deroga. Nel caso si realizzasse questa soluzione, ci sarebbe da studiare la strategia per il mercato di gennaio. A luglio scorso provvide direttamente Fininvest con l'investimento di 15 milioni serviti per finanziare le operazioni di Lapadula (9 milioni pagamento in tre anni) più Suso, Mati Fernandez e Pasalic, questa volta dovrebbe toccare ai cinesi anticipare la spesa più impegnativa e in linea con le garanzie sottoscritte in agosto (350 milioni da investire in tre anni). Qui la chiave, ancora una volta, è la chiarezza del patto perché le eventuali operazioni, concordate con Montella, dovrebbero essere concluse e firmate con l'accordo di Fassone - da Galliani e dal suo ds Maiorino.

L’ostacolo che sta ritardando il closing è sempre il medesimo: le autorizzazioni che il Governo di Pechino deve concedere per sbloccare il trasferimento dei soldi dalla Cina ai conti Fininvest in Italia. Non sono ancora arrivate e se non arriveranno in tempo, la conclusione dell’operazione sarà rinviata. A quel punto, come scritto sopra, Sino-Europe Sports dovrà impegnarsi sia a versare i soldi su un conto vincolato a Fininvest e sia presentare la lista degli investitori. La holding della famiglia Berlusconi per dare maggiore tempo agli acquirenti chiede garanzie precise, dunque.

Questa operazione riguardante il passaggio di proprietà del Milan sta diventando una vera e propria telenovela. I tifosi non ne possono più. Molti sono arrabbiati per come si stanno sviluppando le cose e sperano che il 13 si possa davvero porre la parola ‘fine’ alla vicenda. Ma più trascorrono le ore e più sembra che un rinvio del closing sia possibile. Sicuramente se venissero svelati i nomi degli investitori a breve, ci sarebbe poi maggiore tranquillità eventualmente nell'aspettare più tempo. Ma tutta questa segretezza non fa altro che scaldare gli animi.



mercoledì 23 novembre 2016

Calciomercato la Juventus su Kasper Dolberg



La Juventus pensa al futuro: nel mirino il giovane Kasper Dolberg, attaccante classe ’97 autore di un ottimo avvio di stagione con la maglia dell’Ajax.

Il giovane danese scovato nel 2015 da John Steen-Olsen, osservatore dei lancieri e scopritore di Ibrahimovic, segna gol a raffica, ha un destro micidiale e una forza fisica esplosiva supportata da una buona tecnica di base. C’è chi lo paragona a Zlatan e chi a Preben Elkjær Larsen centravanti del Verona Campione d’Italia del 1985. Certo è che Dolberg non sembra aver bisogno di paragoni per farsi notare, tanto è che, secondo i colleghi del “Daily Mirror”, la Juventus sembra aver messo gli occhi su di lui. Il suo cartellino vale intorno ai 10 milioni di euro e Marotta è pronto a entrare in azione.

Classe 1997, danese, attaccante e nuovo baby fenomeno dell'Ajax. Questa, in estrema sintesi, la descrizione di Kasper Dolberg, centravanti dei lancieri che ha fatto dimenticare, in meno di sei mesi, Arkadiusz Milik. Con l'addio del polacco, che si è trasferito al Napoli durante la scorsa estate, Peter Bosz, tecnico del club di Amsterdam, ha puntato su di lui, con il pubblico che non ha avuto niente da dire, essendo abituato ad ammirare i giovani. Il risultato: tredici presenze in campionato e otto reti, con la tripletta messa a segno domenica scorsa che rappresenta la ciliegina sulla torta di questo suo inizio di stagione. Chiaramente i suoi gol hanno attirato gli osservatori di mezza Europa, con tanti club di Premier League, ma anche Napoli e Juventus. Il suo contratto scadrà nel 2021 e difficilmente l'Ajax lo lascerà partire prima del 2018, godendosi per almeno un'altro anno e mezzo l'ennesimo fenomeno scovato dallo storico osservatore John Steen Olsen.

Il club di Agnelli poggia su solidissime basi ma pensa al futuro, per questo il Daily Mail riporta dell’interesse dei bianconeri per Kasper Dolberg, attaccante danese classe ’97 che già dal 2015 milita in Eredivisie. Ora è di proprietà dell’Ajax, che appena notato l’ha acquistato dal Silkeboorg. Con de Boer in panchina non era riuscito a trovare spazio, complice anche la presenza di Milik in squadra.

Poi, con il passaggio dell’ariete classe ’94 al Napoli e quello del tecnico all’Inter, il nuovo allenatore Bosz ha deciso di affidargli le sorti dell’attacco dell’Ajax e Dolberg non ha tradito la fiducia. Sono ben 8 i gol e 3 gli assist in questo avvio di campionato tra Eredivisie, qualificazione in Champions League ed Europa League. Ottimi numeri per un classe ’97. Un avvio di stagione brillante, che ha fatto finire il giovane attaccante nella lista dei desideri di numerosi club, con Juventus e Manchester United in testa.

martedì 22 novembre 2016

Serie A: dopo la Coppa d’Africa, ecco la China Cup



Dal 14 gennaio al 5 febbraio 2017 si giocherà la Coppa d'Africa. Che porterà via diversi giocatori alla Serie A: Benatia, Lemina e Asamoah (Juventus), Ghoulam, El Kaddouri e Koulibaly (Napoli), Keita (Lazio), Salah (Roma), Gnoukouri (Inter), Kessié e Dramé (Atalanta), Duncan (Sassuolo), Taider(Bologna), Badu (Udinese) e Acquah (Torino).

Le squadre di Serie A si preparano già le contromosse sul mercato di gennaio. La Juve prendendo Witsel dallo Zenit, in Napoli uno tra Toljan (Hoffenheim), Karsdorp(Feyenoord), Criscito (Zenit) e Darmian (Manchester United). Quesyt'ultimo è anche nel mirino dell'Inter, sulle tracce di Verre (Pescara). Roma sul Papu Gomez (Atalanta), Fiorentina su Abel Hernandez (Hull), per la Lazio si può riaprire la pista Cerci, sul quale c'è il Bologna.

Non bastava la Coppa d'Africa. Ora ci si mette anche la China Cup.

 L'ultima trovata della Fifa: una competizione ufficiale tra nazionali nel bel mezzo del mese di gennaio con il supporto (economico) del colosso Wanda, leader nel settore immobiliare cinese, azionista dell'Atletico Madrid (20%) e proprietario di Infront, concessionaria che si occupa dei diritti tv per il campionato italiano e altri eventi sportivi.

La Coppa d’Africa 2017 si avvicina e come in ogni edizione, i giocatori di Serie A che partiranno sono davvero tanti. Si parte il 21 gennaio per finire il 12 febbraio 2017: quasi un mese di grande calcio al quale potremo assistere. Ma quali sono le squadre qualificate, i gironi, il calendario, le date e gli orari delle partite? Ecco tutte le informazioni utili a riguardo.

COPPA D’AFRICA 2017 GIOCATORI SERIE A: CHI PARTE?

ATALANTA: Dramé non dovrebbe essere tra i convocati del Senegal. Kessie, invece, potrebbe partire con la sua Costa d’Avorio.

BOLOGNA: Taider dovrebbe partire con l’Algeria, così come Mbaye col Senegal. Donsah in dubbio col Ghana, mentre Sadiq resta a casa perché la Nigeria non si è qualificata.

CAGLIARI: nessun calciatore africano presente in rosa.

CHIEVO: nessun calciatore partirà per la Coppa d’Africa 2017.

CROTONE: nessun calciatore partirà per la Coppa d’Africa 2017.

EMPOLI: l’unico dubbio è Assane Dioussé, che tuttavia potrebbe non essere convocato dal Senegal.

FIORENTINA: Babacar dovrebbe rimanere a casa e non essere convocato dal Senegal.

GENOA: Gakpé è pronto per fare le valigie col suo Togo. Cofie e Cissokho, invece, non saranno convocati dalle loro Nazionali.

INTER: l’unico interessato è Gnokouri, che potrebbe partire con la Costa d’Avorio.

JUVENTUS: Asamoah partirà col Ghana, Benatia col Marocco e Lemina col Gabon. Tre pedine importanti che salteranno match davvero complicati.

LAZIO: Partirà Keita, convocato dal Senegal.

MILAN: nessun calciatore africano presente in rosa.

NAPOLI: El Kaddouri, Ghoulam e Koulibaly partiranno rispettivamente con Marocco, Algeria e Senegal.

PALERMO: Bouy ed Embalo non saranno convocati.

PESCARA: la Libia non si è convocata: Benali resta a Pescara.

ROMA: l’assenza più pesante è certamente quella di Mohamed Salah, che guiderà il suo Egitto in Coppa d’Africa 2017. Nura non partirà perché la Nigeria non si è qualificata, Seck del Senegal, invece, non sarà convocato.

SAMPDORIA: nessun calciatore lascerà la squadra blucerchiata.

SASSUOLO: gli emiliani dovranno fare a meno di Duncan, che andrà a giocare col Ghana.

TORINO: Acquah andrà col suo Ghana. Pericolo scampato per Obi che, invece, non parteciperà perché la Nigeria non si è qualificata.

UDINESE: Badu e Wague dovrebbero essere convocati da Ghana e Mali.

China Cup 2017 è l’ultimo problema per le squadre europee. Un’altra torneo per squadre nazionali, proprio nello stesso periodo della Coppa d’Africa. Sarà organizzato da Wanda Group, una società che ha diversi interessi nel calcio. E sembra che sia solo l’inizio di una piccola rivoluzione.

Alla manifestazione prenderanno parte quattro nazionali: la Cina, allenata da Marcello Lippi, il Cile, fresco vincitore della Coppa America, l'Islanda, grande sorpresa di Euro 2016 e la Croazia. Si giocheranno semifinali e finali, anche quella per il terzo posto. In palio c’è la coppa, la gloria e qualche punticino per il Ranking Fifa. Le partite si svolgeranno in Cina, nella provincia del Guanxi, dal 10 al 15 gennaio e, vista l'importanza del mercato non è escluso che i ct possano convocare i pezzi forti.

Diverse squadre avranno calciatori, anche importanti, impegnati in entrambe le competizioni.

Il Cagliari perderà il cileno Mauricio Isla. Gary Medel, suo compagno di nazionale, potrebbe restare all’Inter: si è infortunato al menisco e potrebbe tornare proprio a gennaio.

La Croazia, invece, rischia di creare più problemi. L’Inter, anche se dovesse restare Medel, potrebbe perdere Marcelo Brozović e Ivan Perisić, oltre all’ivoriano Assane Gnoukouri.

La Fiorentina, poi, rischia di restare senza prima punta: la Croazia convocherà Nikola Kalinić, e Milan Badelj, mentre Khouma el Babacar sarà col Senegal. I viola, inoltre, dovranno giocare anche contro la Juventus.

Due i cileni "italiani" convocati per gli ultimi incontri: l'interista Medel e il cagliaritano Isla. Il vero problema, però, potrebbe essere rappresentato dalle convocazioni della Croazia, che puntualmente chiama “alle armi” un folto gruppo di calciatori della nostra Serie A. Tra questi ci sono due "napoletani": Rog, che ancora non ha disputato un minuto con Sarri, e Strinic, al quale, in quel periodo, toccherà sostituire sulla fascia sinistra Ghoulam, impegnato con l'Algeria in Coppa d'Africa.

«Considerato che mancheranno anche El Kaddouri (Marocco) e soprattutto Koulibaly (Senegal), il Napoli, si apprende da fonti interne al club, si augura che venga applicato un certo "buon senso" da parte del ct Cacic e della Federcalcio croata. In caso contrario, non è escluso che si possa arrivare al contenzioso. Il calendario, in quei giorni, al netto di anticipi e posticipi ancora da ufficializzare prevede due impegni al San Paolo: Napoli-Sampdoria(8 gennaio, 19ª giornata) e Napoli-Pescara (15 gennaio, 20ª giornata).

Non scherza nemmeno la Juve, in termini di assenze. Benatia (Marocco), Asamoah (Ghana), Lemina(Gabon) saranno in Coppa d'Africa, mentre per la China Cup Allegririschia di perdere Mandzukic e Pjaca per Juve-Bologna e Fiorentina-Juve. Messa maluccio anche la squadra di Paulo Sousa, che concederà alla Coppa d'Africa Babacar (Senegal). I croati in viola, invece, sono Badelj e Kalinic. In pratica la Fiorentina rischia di giocare senza un centravanti a Pescara e al Franchi con la Juve. Due i pezzi pregiati che può perdere anche Pioli per la sua Inter: Brozovice Perisic, che si aggiungerebbero all'assenza di Gnoukouri (Costa d'Avorio).

Un nuovo caso Dybala, stavolta, non è applicabile. La Joya fu negata dalla Juve all'Argentina per l'Olimpiade di Rio de Janeiro. Marotta ne aveva la possibilità, in quanto non competizione FIFA. Stavolta, i club italiani hanno le mani legate, ma il buon senso, in un periodo così delicato dell'anno, potrebbe aver la meglio. Bisogna solo spiegarlo ai cinesi.

lunedì 21 novembre 2016

Uefa: 40 candidati per la squadra dell'anno 2016



L'Uefa ha ufficializzato i 40 candidati (4 portieri, 12 difensori, 12 centrocampisti e 12 attaccanti) alla 'Squadra dell'anno' per il 2016. Solo due gli azzurri presenti, il portiere Gianluigi Buffon e il difensore Leonardo Bonucci, entrambi della Juventus. Il terzo 'italiano' è l'attaccante bianconero Gonzalo Higuain. Sono due gli italiani in lista, mentre tra gli stranieri del nostro campionato c'è spazio per il solo Higuain (oltre a Pogba, per il quale ovviamente il 2016 si divide tra Juve e Mancester United).

Nella lista spiccano i nomi dei protagonisti dell'ultima Champions League (sono 13 complessivamente i rappresentanti delle due squadre di Madrid), ma non manca qualche nome meno scontato figlio dei risultati di Euro 2016 (Allen, Guerreiro e Rui Patricio in particolare) e del successo del Leicester in Inghilterra (Mahrez e Kanté).

Questa la lista completa.

Portieri: Rui Patricio (Sporting Lisbona), Keylor Navas (Real Madrid), Jan Oblak (Atletico Madrid), Gianluigi Buffon (Juventus).

Difensori: Gerard Piqué (Barcellona), Joshua Kimmich (Bayern Monaco), Toby Alderweireld (Tottenham), Sergio Ramos, Pepe e Dani Carvajal (Real Madrid), Raphael Guerreiro (Borussia Dortmund), Leonardo Bonucci (Juventus), Laurent Koscielny (Arsenal), Diego Godin e Juanfran (Atletico Madrid), Jerome Boateng (Bayern Monaco).

Centrocampisti: Dimitry Payet (West Ham), Paul Pogba (Manchester United), Yannick Carrasco (Atletico Madrid), Riyad Mahrez (Leicester), Kevin de Bruyne (Manchester City), Joe Allen (Stoke City), Aaron Ramsey (Arsenal), Luka Modrid e Toni Kroos (Real Madrid), N'Golo Kanté (Chelsea), Andres Iniesta (Barcellona), Grzegorz Krychowiak (Paris Saint Germain).

Attaccanti: Lionel Messi, Luis Suarez e Neymar (Barcellona), Cristiano Ronaldo e Gareth Bale (Real Madrid), Robert Lewandowski (Bayern Monaco), Zlatan Ibrahimovic (Manchester United), Gonzalo Higuain (Juventus), Antoine Griezmann (Atletico Madrid), Pierre-Emerick Aubameyang (Borussia Dortmund), Sergio Aguero (Manchester City), Alexis Sanchez (Arsenal).


domenica 20 novembre 2016

Scozia, il Motherwell FC è stato acquistato dai suoi tifosi



Il Motherwell è ufficialmente proprietà dei propri tifosi. La società scozzese è stata acquistata dai propri tifosi per la cifra simbolica di un pound – circa un euro e 16 centesimi -. Il 76% delle quote societarie è stato acquistato dal “Well Society Supporters Group": il team degli Steelmen è diventato così il primo club scozzese ad appartenere realmente ai suoi tifosi.

Il vecchio proprietario della società, tale Les Hutchinson, ha ceduto il pacchetto azionario di maggioranza ai propri tifosi. Il patron uscente ha così commentato la scelta presa: “Non ho mai pensato di possedere a lungo questa squadra – l’imprenditore locale salvò la squadra, sanando il passivo ed investendo sul club di tasca propria -, ho piuttosto compiuto un atto d’amore. Le casse societarie non permettono di sognare campioni, quindi mi auguro si investa sui giovani. Ai tifosi chiedo di non far mancare il loro apporto alla squadra, la quale potrebbe giovarne facendo un bel passo in avanti”.

Si dice spesso che le squadre sono dei tifosi e che senza di loro non avrebbero senso di esistere. Una visione poetica che, nel caso del Motherwell FC, società militante nella Scottish Premiership, è divenuta un fatto reale.

Lo scorso 28 ottobre, infatti, il 76% delle quote societarie è stato acquistato dal “Well Society Supporters Group”. Il team degli Steelmen è diventato così il primo club scozzese ad appartenere realmente ai suoi fan.

A far diventare la transazione, oltre che storica, anche curiosa, è l’importo pagato dai tifosi. Per il passaggio di consegne, infatti, i sostenitori degli oro-granata hanno versato a Les Hutchinson l’ingente somma di 1 pound. Ma questa è solo metà della notizia, in quanto a renderla davvero singolare è che anche Hutchison acquistò il club per 1 pound! Era infatti il gennaio del 2015 quando l’offerta di una sterlina fu accettata dal precedente proprietario John Boyle.

Dalla presa in carico del Motherwell FC, Hutchison ha già sanato un passivo di 30.000 sterline investendone altre 650.000. “L’ho fatto perché voglio bene a questa squadra – ha dichiarato – ma non ho mai avuto intenzione di possederla per lungo tempo. Il mio è stato un atto d’amore. Sono felice che sia ora in mano ai tifosi. Il consiglio che posso dare è quello di investire sui giovani, anche perché le casse societarie non ci permettono di sognare i campioni. Spero solo che gli imprenditori locali decidano di partecipare economicamente sostenendo questo progetto. Il loro appoggio potrebbe permettere alla squadra (che attualmente è penultima in classifica con solo dodici punti conquistati in altrettante gare disputate) di fare un bel passo avanti”.

Il club del North Lanarkshire, che prende il nome dall’omonima cittadina famosa per la produzione dell’acciaio, è stato rilevato dal “Well Society Supporters Group”, un vero e proprio azionariato popolare. Lo scorso 28 ottobre i tifosi hanno rilevato il 76% delle quote con una cifra anch’essa storica: 1 pound. Il vecchio azionista di maggioranza, Hutchinson, acquistò a sua volta il club per 1 pound, ma sanò anche un passivo da 30000 sterline, investendone 650 mila. Adesso tutto è in mano ai tifosi.



giovedì 17 novembre 2016

Gabigol e i problemi: Inter, Barcellona e Santos



Continua la polemica giuridica tra il Barcellona ed il Santos sul trasferimento di Gabigol all’Inter: i blaugrana rivendicano un diritto di prelazione.

Gabigol non gioca praticamente mai nell'Inter. Ma il suo trasferimento fa ancora rumore, al punto che il Barcellona, secondo quanto riporta in esclusiva il Mundo Deportivo, ha denunciato già da un mese il Santos alla Fifa: il club brasiliano non avrebbe rispettato l'opzione d'acquisto dei blaugrana sull'attaccante e su altri due giocatori (Victor Andrade e Giva). Un diritto d'acquisto che al Barcellona era costato 7,9 milioni.

Presentato in grande stile, in Serie A ha messo insieme solamente 16 minuti. Arrivato dal Santos con grandi aspettative, l'Inter lo sta proteggendo per evitare, come ha chiarito Ausilio, un Coutinho bis: un talento arrivato giovane e bruciato in quel di San Siro, dove il pubblico non ha mai troppa pazienza. Un arrivo anticipato che è stato controproducente?  Per l'Inter no, per qualcun altro, invece, sì.

L'ex tecnico del classe '96, Dorival Junior, ancora sulla panchina del Santos, ha parlato proprio di Gabigol a Fox Sports: "Io non ho interferito nella trattativa che ha portato Gabriel in Italia ma gli ho solo detto che per lui l’ideale sarebbe stato crescere ancora con il Santos prima di andare via. Meno di un anno fa, quando erano iniziate le trattative, gli ho ribadito che non era il momento giusto di andare e che doveva ancora giocare diverse partite da titolare".

E perché non gioca? "Non credo che ci siano problemi fisici; sicuramente ha un fisico diverso, ma non vedo alcun problema in questo. Forse l’adattamento o anche il momento in cui è arrivato, con l’Inter in fase di formazione. Gabriel ha un grande vantaggio rispetto agli altri giocatori brasiliani perché è più dotato fisicamente".

Il Santos lo scorso 29 agosto ha informato il Barcellona del passaggio di Gabigol all'Inter per 29,5 milioni di euro. Una trattativa chiusa senza che i blaugrana venissero informati dal club brasiliano. Quando poi il club catalano ha ricevuto l'informazione, Gabigol aveva già firmato con l'Inter. Che, per inciso, in questa storia non c'entra nulla: i dirigenti nerazzurri hanno agito in totale regolarità. È il Santos che ora deve sanare la propria posizione nei confronti del Barcellona. Che, appunto, ha versato 7,9 milioni di euro al Santos dal 2013 in avanti per avere la prelazione su Gabigol e gli altri due giocatori indicati.

Le relazioni tra i due club non sono buone sin dalla questione Neymar. Inoltre sembrerebbe esserci un altro problema: il Santos avrebbe venduto al Barcellona i diritti di prelazione di Giva (Givanildo Pulgas) per 1,8 milioni senza esserne in possesso dell'intero cartellino, ma solo del 20%.

Tutt’altro che verbale, l’accordo tra le due società prevedeva un’apposita documentazione in caso di una sua rescissione. Operazione ignorata dal Santos che ha scatenato le ire dei catalani. La sensazione tuttavia, secondo il Mundo Deportivo, è che si vada verso un nulla di fatto, anche per evitare la discesa in campo dei proprietari del cartellino di Barbosa. E dunque, cosa rischia il Santos? La semplice restituzione degli 8 milioni di caparra. E l’Inter ed il calciatore? Zero.


Milan:il closing con il Sino Europe Sports si farà il 13 dicembre



Adesso la data è certa: a indicarla sul calendario è il fondo cinese Sino Europe, quel fondo ormai noto a tutti i tifosi rossoneri nel quale sono confluiti gli investitori cinesi che stanno per acquistare il Milan dalla Fininvest di Silvio Berlusconi. Il closing ci sarà il 13 dicembre e non il 2, che poteva essere un'altra data "utile": infatti, sia per il 2 che per il 13 il Milan ha convocato l'assemblea degli azionisti.
Ennesimo comunicato di smentita da parte di Sino Europe Sports Investment, il consorzio che sta procedendo all'acquisto delle quote del Milan, dopo le indiscrezioni di stampa secondo cui il closing, previsto entro il prossimo 13 dicembre avesse subito un pericoloso rallentamento a causa delle difficoltà ad ottenere il via libera da parte delle autorità cinesi.

Ecco la nota di Sino Europe: "Sino Europe Sport conferma che il closing si farà in coincidenza con la riunione dell’assemblea degli azionisti del Milan, prevista per il 13 dicembre".

Intanto si va verso il tutto esaurito per il derby di domenica sera a San Siro. E' grande l'attesa per la sfida Milan-Inter, tanto che si potrebbe anche battere il record di biglietti venduti nella partita contro la Juventus del 22 ottobre scorso quando furono staccati circa 76 mila tagliandi per in incasso oltre 3,5 milioni di euro, record storico del club rossonero.

Un gruppo molto italiano in fase sperimentale, che Montella sta rilanciando ai vertici del torneo, contro un squadra amletica, molto straniera ma dalla rosa competitiva che Pioli ha ereditato dal fallimento di De Boer e che fluttua spaesata in nona posizione. Milan-Inter di domenica sera e' una sciarada tra due club in orbita cinese e l'esercito necessario sarà solo quello dei tifosi in marcia verso un San Siro esaurito. Da un lato un Milan che ha un gioco arioso con una partecipazione al gol capillare, dall'altro l'Inter tenuta a galla dai 10 gol di Icardi; due squadre che perdono molto (il 25% e oltre il 40% delle gare), che hanno una buona reazione nella ripresa. Montella crede nella politica dei giovani (sette convocati nella rosa di Ventura), Pioli vuole plasmare un'identità di squadra dando sicurezza a una buona difesa disorientata. Per Icardi una sfida in più visto che in serie A ha segnato a tutti ma non ai rossoneri. Tra i due tecnici italiani il bilancio sorride a Pioli (5 vittorie a 3), che sa però di dover convivere ancora con l'ombra ingombrante di Mourinho. Dopo l'addio di Special One la squadra ha resistito solo un anno ai vertici italiani: a meno di un recupero prodigioso questo sarà il sesto anno senza podio. Per il Milan sono solo tre gli anni di carestie, ma con un ottavo, un decimo e un settimo posto oltraggiosi per la storia del club.

Un torneo con le milanesi fuori dal podio è quanto mai strano, dal dopoguerra solo 14 volte una delle due non è arrivata almeno terza (quattro volte si sono piazzate al primo e secondo posto) e negli ultimi 30 anni Milano e' rimasta senza podio, oltre che nell'ultimo triennio, solo negli anni di disgrazia 1995 e 2001.

Gli ultimi anni sono stati anonimi e sofferenti per i tifosi con le squadre lontane dal podio. Ma ora la sfida tra Bacca e Icardi può fare da preambolo per risalire la china. Senza milanesi ai vertici il campionato e' più povero.

Samir Nasri e le 5 regole di Guardiola



Intervistato da Equipe Tv, Samir Nasri ha svelato le regole hot imposte da Pep Guardiola ai calciatori del Manchester City. Il francese, oggi in prestito al Siviglia, ha svelato dalla Spagna tutte le proibizioni del catalano al Manchester City.

Tanto spagnolo quanto italiano. Pep Guardiola dopo aver lasciato Barcellona è diventato un vero e proprio sergente di ferro. Pep sul campo concede molta libertà ai suoi giocatori, ma fuori la musica cambia. La notizia dell'abolizione della connessione Wi-Fi e del 4G ha fatto il giro del mondo e in una società perennemente connessa è diventata subito un caso.

A confessare questa prima imposizione era stato Zabaleta che, in un'intervista dall'Argentina, aveva svelato alcuni retroscena come l'obbligo di fare colazione e  di pranzare tutti insieme.

A caricare la mano ci ha pensato Samir Nasri il quale, forte della sua lontananza da Guardiola essendo in prestito al Siviglia, ha voluto raccontare alcune imposizioni ferree dell'allenatore catalano:

1) I giocatori del Manchester City non possono fare sesso dopo mezzanotte per non alterare i ritmi del sonno
2) Non si possono bere succhi di frutta. Guardiola ama invece le noci
3) I look eccessivamente eccentrici non sono accettati
4) E' proibito mangiare cibo spazzatura, nel quale sarebbe inserita anche la pizza
5) Al campo di allenamento i giocatori non possono usare il cellulare.

La scintilla tra i due non è mai scoccata, tanto che Nasri ha deciso di cambiare aria proprio all'ultimo giorno di calciomercato, firmando per il Siviglia. Un rapporto subito in salita, visto che Guardiola a lungo lo ha fatto allenare a parte perché lo riteneva sovrappeso. "Quando è arrivato mi disse che dovevo pesare 76kg. Io non avevo quel peso dai tempi del Marsiglia, perchè in Premier c'è un programma di rafforzamento muscolare. Lui invece vuole giocatori più magri - ha raccontato Nasri - Io mi presentai con quattro chili in più di quelli che avrei dovuto avere e per questo lui mi bocciò. Se ne hai 2,5 in più Guardiola non ti fa allenare con il gruppo".

Le regole ferree di Guardiola sconfinano anche nella vita privata dei calciatori. "Il pensiero di Guardiola riguardo al sesso è indicativo: chi vuol avere un rapporto sessuale, deve farlo prima di mezzanotte perché aiuta a dormire bene - ha proseguito il talento francese -. Mi ha detto di averlo consigliato anche a Messi, che da lì in poi non si infortunò più a livello muscolare. E pure con Lewandowski, a un certo punto messo in panchina per fargli capire certe cose".

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