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domenica 1 marzo 2015

Parma calcio sempre più caos, Manenti, multe non pagate



Dopo l'incontro con Pizzarotti, il presidente gialloblù è stato fermato dagli agenti che hanno provveduto al blocco della sua Citroen. Motivo? 1.900 euro di multe mai pagate...

Prima ha rischiato il linciaggio da parte dei tifosi inferociti per la drammatica situazione del Parma, poi Giampietro Manenti è riuscito a raggiungere la propria auto in compagnia della collaboratrice, ma i guai non erano ancora finiti. Il neo presidente del Parma, infatti, che era reduce da un incontro con il sindaco Federico Pizzarotti per cercare di far chiarezza sul futuro del club crociato, è stato fermato dopo pochi metri dagli agenti della Polizia Municipale, che hanno subito "sequestrato" il mezzo, una Citroen C3.

aveva appena lasciato il centro storico di Parma rischiando il linciaggio per i tifosi crociati inferociti ma dopo pochi metri ha dovuto abbondare la propria auto sequestrata dagli agenti della Polizia Municipale. Protagonista il presidente del Parma Fc Giampietro Manenti. Sul mezzo, una Citroen C3, gravavano infatti multe non pagate per 1.900 euro complessivi. A quel punto gli agenti hanno provveduto al blocco amministrativo del mezzo ed il presidente Manenti e la sua collaboratrice sono rimasti a piedi.

«Lasciati soli»Lo sfogo del tecnico e del capitano degli emiliani: «Nessuno si è fatto vivo, non giochiamo per richiamare l'attenzione e non perché non ci possiamo permettere la trasferta. La federazione si riunisce il 6 marzo, noi neanche sappiamo se esisteremo ancora il 6 marzo. Ci sono solo avvoltoi e sciacalli vicino a noi»

«Per amore di una professione stiamo andando avanti. Ma ci fermiamo perché bisogna fare chiarezza e capire perché e come si è arrivati a questo, ci hanno lasciato soli». Così Roberto Donadoni in conferenza stampa insieme al capitano Alessandro Lucarelli. «Siamo come una carogna in mezzo al deserto, e sembra che attorno a noi ci siano solo avvoltoi e sciacalli. Si sta chiedendo solo di intervenire, di in mano la situazione. Perché io, Lucarelli, abbiamo fatto la nostra carriera ma dietro ci sono ragazzi di 16, 17, 18 anni che hanno un futuro davanti e che vanno salvaguardati. Abbiamo la speranza che le cose migliorino. Nessuno si è preso la responsabilità di quanto accaduto, di aver lasciato che quelli che hanno creato tutto questo disastro potessero agire in un certo modo, non è solo colpa loro ma anche di chi glielo ha permesso. Stiamo diventando ridicoli come Paese agli occhi del mondo. Qualcuno si prenda la responsabilità di tutto questo, ad oggi non ho visto nessuno che abbia detto forse 'qualche colpa ce l'abbiamo, qualche errore è stato commesso'. È arrivato il momento di fermarsi un attimo e fare qualcosa di concreto perché poi ne avremo vantaggi tutti».

«Nessuno ci ha chiamato tranne l'AIC, nessuno ci ha cercato, nessuno dei vertici federali ci ha aiutato. La nostra scelta di non giocare nasce proprio da questa assenza. Non era una questione economica. Avevamo trovato uno sponsor che ci copriva la trasferta. Noi non giochiamo, adesso vediamo cosa faranno il 6 di marzo quando hanno l'assemblea, non so neanche se esisteremo ancora il sei di marzo...Non pensiate sia facile dire che non giochiamo, perché la partita è l'unica cosa che ci è rimasta. Ogni giorno portano via qualcosa, da qui al 6 non so cosa accadrà ma al momento non ci sono le condizioni per andare avanti. E noi parliamo di prima squadra, ma pensiamo a tutto il settore giovanile e a tutto il patrimonio dei giocatori che andrebbero via svincolati».

ANCORA DONADONI - «Il gruppo si allena da professionisti veri. Questa è la risposta che stiamo dando alla situazione, la nave sta andando alla deriva. Ma ad oggi nessuno si è preso la responsabilità di ciò che sta accadendo. Bisogna intervenire in maniera radicale per evitare altri casi».


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