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sabato 12 luglio 2014

Finale 3 e 4 posto della Coppa del Mondo l’inutilità della partita e l’esito degli sconfitti


Il tecnico dell'Olanda Louis van Gaal non gradisce l'opportunità di giocare la finale del 3°-4° posto contro il Brasile: "Mi chiedo a cosa serva: è una partita inutile, e secondo me andrebbe abolita", il caustico commento del commissario tecnico degli olandesi.

“Questa partita non dovrebbe mai essere giocata. Lo sto dicendo da 10 anni. È ingiusto. C’è solo un premio che conta ed è quello per i campioni del mondo. La cosa peggiore è che c’è una possibilità che si perda due volte di fila. E in un torneo in cui hai giocato così meravigliosamente bene si va a casa da perdenti. Questo non ha niente a che fare con lo sport, non nel mio punto di vista”.

Comunque un arbitro algerino dirigerà Brasile-Olanda, finale di consolazione dei Mondiali di Brasile 2014. La Fifa ha deciso di affidare la gara che assegna il gradino più basso del podio a Djamel Haimoudi.

È la prima volta di un arbitro africano nella finale per il terzo e quarto posto. La scelta è caduta su un direttore di gara con tanta esperienza: quarantatrè anni, internazionale dal 2004, Haimoudi ha fischiato nella Confederations Cup 2013 e in tre edizioni della Coppa d'Africa (2008, 2012 e 2013), manifestazione delle quale ha diretto l'ultima finale tra Nigeria e Burkina Faso nel gennaio 2013.

Nell'edizione 2014 dei Mondiali Haimoudi ha già arbitrato due incontri della fase a gironi (Costa Rica-Inghilterra e Australia-Olanda) e l'ottavo di finale tra Belgio e Stati Uniti.

Questa si che una finale che nessuna squadra vorrebbe giocare. Il motivo è semplice: per giocarla dovete aver perso la partita precedente che è stata di notevole importanza “da dentro o fuori”.

Partita che è denominata finale è un po’ eccessivo, tutt’al più finalina o finale di consolazione.

Chiunque vinca allo stadio Nacional non sorriderà. Per molti dei giocatori in campo la "finalina" coinciderà con l'addio alla Nazionale, salutato nel peggior modo possibile: i verdeoro con il 7 a 1 inflitto dalla Germania; gli Oranje per l'ennesima occasione persa.

Più che una finale per il terzo posto, Brasile-Olanda sarà il triste epilogo di due rincorse al titolo chiuse nel peggiore dei modi. I novanta minuti dello stadio Nacional segneranno l’addio di tante carriere con la maglia delle due nazionali. Sporcate dall’umiliazione del 7-1 contro la Germania, quelle dei verdeoro; macchiate dall’ennesimo sogno gelato a un passo dal coronamento, le storie olandesi. C’è una certezza: chiunque vinca, non sorriderà.

Arjen Robben ha detto chiaramente che “il terzo e quarto posto non interessa tanto, conta solo la coppa”. A lui toccherà andare in campo, probabilmente, anche per rimpolpare il bottino di 3 gol racimolato finora. Il passo d’addio, però, inizia proprio dai due commissari tecnici. Dopo aver raggiunto il tetto del mondo nel 2002, ora Scolari chiude il secondo capitolo alla guida della Selecao con un sonoro “vai all’inferno“, urlato da un quotidiano brasiliano all’indomani dell’eliminazione.

Tutt’altro stato d’animo quello di Van Gaal, già pronto a tuffarsi nell’avventura con il Manchester United. Dalla terra dei tulipani continuano a imperversare le polemiche per lo spirito troppo difensivista del tecnico di Amsterdam, inconcepibile nella patria del calcio totale ma rispedite al mittente dal ct. Lo scialbo 0-0 con la Costa Rica risolto ai rigori e l’inno alla noia orchestrato contro l’Argentina hanno scatenato la critica olandese. Allo stesso tempo però Van Gaal ha dimostrato ancora una volta il suo genio con la sostituzione Cillensen-Krul, valsa l’accesso alla semifinale.

Il mondiale sulle montagne russe rispecchia il calcio olandese: sempre a un passo dall’arrivare in vetta, salvo poi precipitare. L’ultimo capitolo del rapporto con la nazionale riguarda anche gli ex interisti Julio Cesar e Maicon, oltre all’odiato Fred, probabilmente tra coloro che cederanno il posto per evitare bordate di fischi. In attacco dovrebbe giocare Jo, mentre troveranno spazio Hernanes a centrocampo e Maxwell in difesa. Scolari chiederà ai suoi di metterci il cuore e l’anima per lavare almeno in parte l’onta del Mineirazo.

L’Olanda non ha invece nulla da rimproverarsi se non i 90 minuti contro l’Argentina, fino ai quali aveva espresso un calcio nel complesso apprezzabile con momenti di gioco bellissimo come nel caso della “manita” rifilata alla Spagna. Rimane l’amaro in bocca per il ciclo del trio Sneijder-Robben-van Persie, probabilmente destinato a chiudersi domani senza aver vinto nulla. E i tulipani hanno anche fatto un passo indietro rispetto a quattro anni fa, quando raggiunsero la finale. Dietro scalpita una nuova generazione, già parzialmente inserita in questo mondiale, ma non s’intravedono stelle. Men che meno in Brasile, dove divampa il dibattito per interpretare le ragioni profonde di una Selecao mai così povera di talento. Prima di aprire ufficialmente i processi, restano 90 minuti. Tristi e inutili, pieni di rimpianti, ma comunque da giocare.

Probabilmente è una partita che si può evitare di giocare in fondo saranno sempre lacrime e poca gioia, la sconfitta è già arrivata nella partita precedente

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