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domenica 28 dicembre 2014

Calcio: la migliore formazione del 2014 secondo l'Equipe




Il quotidiano sportivo francese L'Equipe ha assegnato gli Oscar per il 2014, compilando la "formazione dell'anno", ovvero un 11 con i migliori interpreti dei vari ruoli per quanto concerne gli ultimi 12 mesi. Inutile dire che i Campioni d'Europa in carica, il Real Madrid di Carletto Ancelotti, macchiano con i propri colori gran parte della formazione. Anche la Germania campione del Mondo si appropria di una buona fetta dell'undici, con i suoi rappresentanti del Bayern Monaco e del Borussia Dortmund. Nella squadra stellare, come era prevedibile, non ci sono italiani né stranieri che giocano nella Serie A.

Portieri - Inutile discutere su chi sia il titolare in porta: Manuel Neuer, campione del Mondo, votato oggi dalla stessa Equipe come miglior giocatore del mondo, davanti ai"mostri sacri" Cristiano Ronaldo e Messi. Un modo nuovo di fare il portiere quello di Neuer, che ha rivoluzionato il ruolo: un estremo difensore con i piedi da centrocampista, bravo a far ripartire l'azione.

Difensori - La difesa è a quattro, con Lahm e Alaba sulle fasce, Sergio Ramos e Hummels centrali: i due terzini del Bayern hanno garantito corsa, spinta e tecnica per tutta la stagione. Lahm è stato inoltre il capitano della Germania campione del Mondo. Sergio Ramos, pur disputando un Mondiale deludente, ha vinto la Decima coi Blancos, marcando per giunta il gol del pareggio decisivo al 93' nella decisiva finale con l'Atletico. Mats Hummels è stato il perno della difesa teutonica in Brasile, anche se ha finito il 2014 in calo con il suo Borussia Dortmund.

Centrocampisti - Il centrocampo prevede la solidità di Kroos e Xabi Alonso, e la fantasia di Di Maria: i primi due sono i maggiori interpreti, insieme a Pirlo ed Iniesta, del ruolo di metronomo nel mondo. Kroos ha trascinato la Germania alla finale di Rio, grazie ai suoi assist e anche a qualche gol, e il Real in Coppa dei Campioni. Xabi Alonso è stato la sicurezza del Real Madrid in Champions, prima di trasferirsi in Baviera. Angel Di Maria ha invece dimostrato, sia con il Real che in nazionale che con il Manchester United, di essere inarrestabile quando è in forma.

Attaccanti - Infine un attacco da sogno con Messi e Neymar a supporto di Cristiano Ronaldo: i due compagni del Barcellona, reduci da una stagione non entusiasmante con il club, hanno comunque trascinato le proprie nazionali in finale ed in semifinale in Brasile. Cristiano Ronaldo è riuscito dove nessuno aveva nemmeno osato: 16 gol in Champions League, e la Decima non poteva che finire al Real.

La formazione - Ecco la formazione del 2014: Neuer (Bayern); Lahm (Bayern), Sergio Ramos (Real Madrid), Hummels (Borussia Dortmund), Alaba (Bayern); Kroos (Real Madrid), Di Maria (Manchester United), Xabi Alonso (Bayern); Messi (Barcellona) Cristiano Ronaldo (Real Madrid), Neymar (Barcellona).



sabato 27 dicembre 2014

Milan Cerci accordo fatto



 E' durata meno del previsto l'attesa per la risposta di Alessio Cerci al Milan: l'ex giocatore del Torino ha accettato l'offerta di trasferirsi in prestito per i prossimi 18 mesi alla corte di Filippo Inzaghi al posto di Torres, che torna in Spagna. Il Milan continuerà a pagare l'ingaggio del Nino fino alla scadenza del prestito, così come l'Atletico Madrid farà con l'esterno romano. A differenza di quanto emerso nei giorni scorsi, il giocatore si aggregherà al gruppo rossonero direttamente a Milanello al rientro dei compagni dalla tournée di Dubai.

Si arricchisce di un nuovo capitolo la vicenda legata al futuro di Alessio Cerci, attaccante di proprietà dell'Atletico Madrid al centro di un vero e proprio derby di mercato tra Milan e Inter. Il giocatore di Velletri, in parola da tempo soprattutto attraverso il suo procuratore Sergio Berti con l'Inter e Roberto Mancini, è stato inserito in uno scambio di mercato che lo vedrebbe trasferirsi in prestito al Milan per i prossimi 18 mesi con Fernando Torres che tornerebbe a vestire la maglia dei colchoneros. Gran parte dei quotidiani sportivi in edicola oggi riferiscono che l'ex Torino avrebbe mostrato una certa freddezza nei confronti dell'ipotesi rossonera ma ci ha pensato lui stesso a fare chiarezza attraverso la propria pagina  ufficiale su Facebook: "Come sempre, quando si tratta di me,leggo spesso cose non vere e fantasie. Non ho rifiutato nessuno e non ho firmato con nessuno. Sono un giocatore dell'Atletico Madrid e sto valutando, insieme alla Società, la soluzione migliore per entrambi, credo sia giusto e normale così. Alessio".

La redazione di Sky Sport fa sapere inoltre che il club spagnolo ha dato tempo fino a lunedì prossimo al calciatore per prendere una decisione definitiva: nelle prossime ore, Cerci farà ritorno in Spagna dalla vacanza alle Maldive e dovrebbe comunicare la propria volontà circa la proposta del Milan. In caso di rifiuto definitivo, l'Atletico è pronto a trattenere il calciatore fino a giugno togliendolo dal mercato. A conferma della posizione intransigente della dirigenza madrilena, la minaccia di denunciare il comportamento dell'Inter, rea di aver portato avanti una trattativa privata con l'entourage del calciatore senza autorizzazione, alla Uefa.

Secondo quanto riportato da SkySport Alessio Cerci ha deciso di accettare l'offerta del Milan. Il giocatore, atteso in Spagna nelle prossime ore, dunque rientrerà direttamente in Italia dalle sue vacanze alle Maldive. Si chiude dunque la trattativa per il ritorno dell'ex Torino dall'Atletico Madrid

giovedì 25 dicembre 2014

Pillole di calciomercato Natale 2014




Secondo la stampa iberica è cosa fatta il cambio di attaccanti fra le due squadre. Il centravanti spagnolo ha finora deluso in Italia.

In casa Atletico Madrid è scattata l'operazione Fernando Torres. Secondo quanto riporta il quotidiano spagnolo As il club ha avviato i contatti con il Milan per riportare a casa l'attaccante "esploso" proprio con la maglia dei colchoneros. La chiave per il buon esito della trattativa è rappresentata da Alessio Cerci, nel taccuino anche dell'altra squadra di Milano, l'Inter.

Resta da convincere anche il Chelsea, proprietario del cartellino, ma l'eventuale ritorno alla corte di Simeone di Torres non dovrebbe rappresentare un problema per Josè Mourinho. L'Atletico ha nel mirino come alternative anche Podolski dell'Arsenal e Shaqiri del Bayern Monaco.

Gianfranco Zola è il nuovo allenatore del Cagliari. Lo annuncia il club sardo in una nota sul proprio sito ufficiale. Il neo-tecnico, che prende il posto dell'esonerato Zdenek Zeman, guiderà la prima squadra a partire dal 28 dicembre, giorno della ripresa degli allenamenti al centro sportivo di Asseminello. Casiraghi sarà il suo vice "Nei prossimi giorni sara comunicata la data della presentazione ufficiale del nuovo mister - fa sapere la societa rossoblù -. Il ruolo di allenatore in seconda sara ricoperto da Pierluigi Casiraghi. Entrambi metteranno la loro esperienza internazionale e la loro mentalità vincente a disposizione della società e della squadra per ottenere i risultati che tutti i tifosi del Cagliari si meritano.

Intanto in casa del Liverpool sono già all'opera per dare via Balotelli. Al posto dell'italiano i Reds, secondo quanto scrive il Daily Express, avrebbero deciso di puntare su Berahino, talento emergente del calcio e della nazionale inglese. Quanto a Balotelli, si starebbe concretizzando un clamoroso ritorno in Italia all'Inter.

La Juventus cerca un rinforzo in difesa, e si fanno i nomi di Montoya e Rolando, ex Inter e Napoli. Piace anche il romeno del Tottenham Chiriches, per il quale c'è la concorrenza della Roma. I giallorossi vogliono rinforzare anche l'attacco, e puntano a uno fra Bergessio e Gilardino, mentre in estate si proverà 'l'assalto' a Dybala del Palermo. Piace anche il trequartista Perotti del Genoa, per il quale Preziosi potrebbe ricevere la seconda metà del cartellino di Bertolacci.

Alla Roma, e al Napoli, piace anche Suarez dell'Atletico Madrid, che ha litigato con el 'Cholo' Simeone e potrebbe la capitale spagnola. Ma il Milan pensa anche al futuro e starebbe valutando un giovanissimo brasiliano che in patria sta facendo ottime cose: si tratta del talento classe 1998 Matheus Pet, un trequartista che ricorda l'ex interista, e ora idolo a Liverpool, Philippe Coutinho.

Per Pinilla l'Atalanta ha l'accordo con il Genoa ma non con il giocatore, che è stato richiesto anche dal Torino. Il Crystal Palace ha offerto due milioni e mezzo di euro al Palermo per Lazaar, mentre l'Empoli sta cercando di prendere Cataldi dalla Lazio.




domenica 21 dicembre 2014

Carlo Ancelotti allenatore da record del mondo



Ancelotti ha conquistato il titolo intercontinentale con il Real Madrid battendo in finale il San Lorenzo. Un successo personale di grande rilevanza anche perché Carlo Ancelotti è l’unico allenatore al mondo ad aver alzato per quattro volte la coppa: tre con il Milan e una con il Real Madrid.

Un successo che segue quello, ancora più prestigioso, con la vittoria della Champions League, la Decima del Real Madrid. Ancelotti è in lizza per vincere anche il titolo di miglior allenatore al mondo.

Quando Carlo Ancelotti è arrivato alla Casa Blanca, un anno e mezzo fa, il Milan era tranquillo: con i suoi 18 titoli internazionali aveva un cospicuo vantaggio sul Real Madrid, fermo a 15 da oltre 10 anni. Da quando, estate 2003, con la cacciata di Vicente Del Bosque e l’arrivo di Carlos Queiroz iniziò il rumoroso declino dei Galacticos 1.0, chiuso con le dimissioni di Florentino Perez nel febbraio 2006. Il presidente è tornato nel 2009 e l’anno dopo ha strappato José Mourinho a Moratti. Però nemmeno col triennio a furore fuoco e fiamme del portoghese la bacheca internazionale dei blancos si è arricchita.

Con Ancelotti il Milan ha vinto il suo ultimo trofeo internazionale - Mondiale per club 2007 -, con Carletto il Madrid ha vinto la sua Décima Champions, poi la seconda Supercoppa Europea.

Alla sua prima stagione sulla panchina delle Merengues ha conquistato la Coppa del Re e la storica decima Coppa dei Campioni/Champions League. Nella sua carriera ha vinto la Coppa dei Campioni/Champions League tre volte da allenatore (due volte con il Milan e una con il Real Madrid), raggiungendo un record unitamente a Bob Paisley, allenatore del Liverpool, e due volte da calciatore (sempre con il Milan). La conquista della coppa con la stessa squadra sia in campo che in panchina è riuscita anche a Miguel Muñoz e Josep Guardiola, mentre con squadre diverse è riuscita anche a Giovanni Trapattoni, Johan Cruijff e Frank Rijkaard. Nel 2014 entra a far parte della Hall of Fame del calcio italiano. È stato soprannominato Carlo Magno dalla stampa spagnola.

E ovviamente Ancelotti che tra i suoi 30 titoli ha già 2 Intercontinentali da giocatore e con nil secondo Mondiale per club da allenatore.

Carlo Ancelotti da giocatore vinto lo scudetto, e poi al Milan di Sacchi, dove ha vinto due Coppe dei Campioni consecutive. Ha iniziato la carriera di allenatore, dopo essere stato vice del CT Sacchi a USA '94 , nel Milan (2001-2009) ha vinto uno scudetto, una Coppa Italia, due Champions League e una Coppa del mondo per club. Tra il 2009 e il 2011 è stato sulla panchina del Chelsea, firmando una doppietta Premier League-FA Cup. Nella stagione 2011-2012 è subentrato in corsa sulla panchina del Paris Saint-Germain, vincendo la Ligue 1 al secondo tentativo nel 2013. Nell'estate del 2013 è stato ingaggiato dal Real Madrid.

Il Madrid non vinceva un titolo internazionale dal 2002, con Ancelotti ne sono arrivati 3 in 7 mesi. "Questa si sta dimostrando un'esperienza fantastica. Siamo davvero una grande famiglia. Si parla sempre dei giocatori ma dietro di loro c'è una vera famiglia fatta di gente che lavora al massimo con un obiettivo chiaro: far di tutto per vincere".



sabato 20 dicembre 2014

Antonio Conte e gli stage pagliacciata della nazionale



I giocatori non impegnati nelle coppe europee saranno a disposizione del c.t. per 3 o 4 giorni a febbraio, gli altri saranno liberi di scegliere. La Lega Calcio si è espressa in merito alla richiesta avanzata dal commissario tecnico della Nazionale, Antonio Conte di modificare il calendario dei campionati italiani per poter inserire uno stage nel mese di febbraio che possa essere utile al tecnico per strutturare la sua squadra.

Ma la decisione presa dalla Lega Calcio, come confermato dal presidente Maurizio Beretta ha di fatto reso una pagliacciata gli stage concessi al selezionatore azzurro. L'incontro, infatti, è stato garantito a Conte che avrà una finestra temporale che dovrebbe andare dal 9 all'11 febbraio, ma le società impegnate in coppa potranno rifiutarsi di mandare i propri giocatori e anche tutte le altre società saranno libere di scegliere se fornire o meno i propri calciatori. Comunque si è un’apertura limitata alle richieste del c.t. della Nazionale Antonio Conte, che aveva manifestato la necessità di lavorare col gruppo azzurro anche durante la lunga pausa tra gli impegni ufficiali imposta dal calendario.

Storie di mancanza di coperture assicurative in primis e di opportunità in secondo luogo. Poi un cenno al problema degli infortuni dei giocatori in Nazionale, che tanto fa infuriare i club: "Bisognerà trovare la soluzione, una copertura per l'assicurazione dei giocatori - dice Beretta -. E' una problema della Figc, che non è contraria, ma vuole una soluzione all'insegna dell'equilibrio".

Una scelta che Conte non ha preso affatto bene, ritenendo completamente inutile lo stage a queste condizioni. Secondo il Corriere dello Sport il ct è realmente furioso anche se non ha ancora comunicato le sue decisioni. Ha contattato telefonicamente i dirigenti federali e sta pensando come ribattere a quella che per lui è ritenuta un'offesa.

"Il presidente Beretta ha dimostrato sensibilità nei confronti della Nazionale - osserva il numero uno della Federcalcio, Carlo Tavecchio -. La proposta della Figc è ragionevole e rispettosa delle esigenze dei club con i quali vogliamo collaborare per il bene del calcio italiano, mi auguro che lo stage si faccia con tutti i calciatori che Conte riterrà opportuno convocare in quel momento della stagione e per questo ci attiveremo per un confronto ulteriore con le squadre impegnate in Europa. La Federcalcio - conclude Tavecchio- auspica che la fine del prossimo campionato sia fissata entro una data tale da consentire a Conte di preparare al meglio la partecipazione all'Europeo".

La Lega – infatti - ha recepito solo in minima parte le indicazioni del ct: lo stage tanto invocato da Conte si farà nel periodo indicato, ma per le società impegnate nelle coppe europee sarà facoltativo. Sulle date del prossimo campionato, che saranno ufficializzate dal Consiglio di Lega soltanto a gennaio, la linea è chiara: si comincerà il 23 agosto 2015 ma si chiuderà il 22 maggio, 19 giorni prima dell'inaugurazione dell'Europeo 2016, almeno una settimana dopo ciò che aveva messo in preventivo l'allenatore azzurro.



Parma calcio arriva la holding russo-cipriota




Ormai è ufficiale, il Parma Fc è passato di mano, ma sorgono nuovi, interessanti dettagli: come emerso nella conferenza stampa, tenuta dal nuovo presidente tecnico Fabio Giordano e dal direttore generale Pietro Leonardi, la gloriosa società crociata è stata acquistata da una holding operante nel settore petrolifero con sede a Cipro. L'avvocato Giordano ha indicato il nome di una fantomatica "Dastraso Holding Limited", della quale però non si trova alcuna traccia sul web. Arrivano però conferme effettive sul fatto che è questo il nome della cordata ad aver rilevato la Eventi Sportivi del Parma Calcio: come è emerso dalla pagina online della Gazzetta di Parma.

La nuova società fa capo alla holding "Dastraso" di Cipro, specializzata nell'estrazione petrolifera e composta al 60% di capitali ciprioti ed al 40% russi con un fatturato di circa 2 miliardi di euro.

Il neo presidente Giordano ha parlato in conferenza stampa presentandosi a tifosi e giornalisti: "Ho fatto carriera velocemente perché farò il presidente per tre mesi in modo tecnico, poi farò il vicepresidente. Dastraso è l'acquirente del Parma: rispetto a questo ci sono stati tanti ragionamenti ma non c'è nessuna spy story. Io faccio il legale da tanto tempo. Ringrazio il presidente Ghirardi: ha ceduto il Parma per spinta da parte della città e la holding straniera che lo ha conosciuto ha massima fiducia.

Tante società sono controllare da holding straniere, la nostra sicuramente non è nella black list. La cordata è costituita per il 60% dal gruppo cipriota e per il 40% da quello russo. E' una holding molto importante che fa estrazione. Ho visto nominativi nei giornali e qualcuno ci ha preso. Da avvocato però ho un patto di riservatezza e vorrei evitare una denuncia.

Entro fine gennaio, al massimo ai primi di marzo, si faranno conoscere. Il calcio gli dà un ottimo biglietto da visita per le loro attività. E' giusto che tutti abbiano le proprie idee ma queste sono le volontà dell'azionista di riferimento. Hanno messo un professionista a metterci la faccia. - conclude Giordano - Il mio ruolo sarà da fare il traghettatore e valutare il bilancio, per poi valutare tutto quello che c'è da fare per ristrutturare questa società. La holding fa due miliardi di fatturato".

"L'interesse per il Parma è dovuto a diversi motivi: la bellezza della città, il blasone della squadra e l'educazione della tifoseria. Parma è una piazza interessante. Quanto andremo a spendere? La cifra esatta non la conosco. So solo che bisognerà sistemare i conti. Noi non vogliamo andare in serie B. Il nostro obiettivo è rimanere nella massima categoria".

Il direttore dell'area tecnica del Parma Antonello Preiti ha parlato a margine della conferenza stampa di presentazione della nuova proprietà russo-cipriota del club: "Penso che prima di tutto bisogna dare merito alla proprietà di aver comprato una società in gravi difficoltà e non solo sportive. Il fatto che investitori esteri abbiano investito in una società come il Parma con un intervento forte è importante, ci dà una continuità aziendale fondamentale".

E' emersa tanta diffidenza in questa conferenza stampa di presentazione:
"Credo che il nuovo presidente si aspettasse questo tipo di accoglienza: questo nuovo gruppo che entra dovrà dimostrare coi fatti le proprie intenzioni. Se hanno fatto questa acquisizione penso che abbiano voglia di fare bene, ma è troppo presto per giudicarli, non basta una conferenza stampa".

In chiave mercato dobbiamo aspettarci un Parma iperattivo?
"La classifica impone un intervento: assumendosi delle responsabilità dal punto di vista tecnico, bisogna rimediare dal punto di vista del mercato. Sarà un mercato importante, in cui dovremo rimediare a degli errori".

E' possibile fare una stima su quanto verrà investito?
"Sai, a volte si possono fare operazioni importanti anche senza investire molto e da domani avremo direttive più precise. L'importante è scegliere gli uomini prima che i giocatori perché la situazione è quella che è".

La posizione di Donadoni?
"La sua, come la mia e quella di tutti è in dubbio: dobbiamo farci conoscere e apprezzare per il nostro lavoro, poi la nuova proprietà deciderà tante cose".

Il direttore generale Pietro Leonardi ha parlato del mercato che dovrà vedere i gialloblù protagonisti: "Metterò a disposizione tutto me stesso per fare ciò che serve al Parma per rimanere in serie A. Conosco le difficoltà e i problemi attuali ma sono consapevole che la nostra realtà e la nostra società sono assolutamente appetibili per tanti calciatori".

Hugo Armando Campagnaro è un obiettivo importante per la difesa, con l'argentino che potrebbe dare una mano a Donadoni sia nello schieramento a quattro che in quello a tre, una duttilità importante visti i tanti infortuni che hanno colpito la rosa ducale. Il Parma e l'entourage dell'argentino sono al lavoro per studiare una formula che accontenti tutti, visto che col pericolo Serie B concreto, sarebbe autolesionistico legarsi oltre i sei mesi rimanenti della stagione corrente.




venerdì 19 dicembre 2014

Quando la lotta scudetto diventa ridicola. Squalifiche sospese



Sospese le squalifiche di Allegri e Garcia La sparata di Rudi Garcia ottiene gli effetti: squalifica sospesa anche perché ad Allegri è stata tolta “tutto ridicolo!”

Massimiliano Allegri si è potuto sedere in panchina contro il Cagliari, lo stesso potrà farlo Rudi Garcia contro il Milan.

Il giudice sportivo aveva punito l'allenatore della Juventus Massimiliano Allegri "per avere", al termine della gara con la Sampdoria, "uscendo dal recinto di giuoco, rivolto agli Ufficiali di gara un'espressione insultante". La Corte Sportiva d’Appello Nazionale ha parzialmente accolto il ricorso della Juventus, riducendo la sanzione della squalifica di una giornata comminata al tecnico - in seguito al match tra bianconeri e Sampdoria - ad un’ammenda di 10mila euro con diffida.

Il tecnico della Roma era stato squalificato invece per due giornate per aver tentato di colpire con uno schiaffo uno steward dello stadio Luigi Ferraris, nel movimentato finale della partita Genoa-Roma disputata allo stadio Marassi. Per il giudice si era trattato di "condotta aggressiva e intimidatoria". Una decisione che aveva fatto andare su tutte le furie Garcia che aveva espresso l'intenzione di denunciare penalmente lo steward, mentre la Roma aveva fatto sapere che avrebbe valutato una denuncia per diffamazione e calunnia.



Contro il Milan ci saranno Garcia e Hobelas: il GS Tosel esce ridicolizzato dalle squalifiche comminiate dopo Genoa-Roma!

Dopo la grazia per Allegri arriva anche quella per Garcia. La corte sportiva di appello della Figc, ha sospeso l'esecutività della squalifica di due giornate per Rudi Garcia, tecnico della Roma, trasmettendo gli atti alla Procura federale per ulteriori accertamenti. Accolto il ricorso contro la squalifica per un turno del giocatore giallorosso Holebas.

La corte sportiva di appello della Figc, apprende l'Ansa, ha sospeso l'esecutività della squalifica di due giornate per Rudi Garcia, tecnico della Roma, trasmettendo gli atti alla Procura federale per ulteriori accertamenti. Accolto il ricorso contro la squalifica per un turno del giocatore giallorosso Holebas. Il tecnico della Roma era stato squalificato dal giudice sportivo per due giornate per aver tentato di colpire con uno schiaffo uno steward dello stadio Luigi Ferraris, nel movimentato finale della partita di Marassi. Per il giudice si era trattato di "condotta aggressiva e intimidatoria". Una decisione che aveva fatto andare su tutte le furie Garcia che aveva espresso l'intenzione di denunciare penalmente lo steward, mentre la Roma aveva fatto sapere che avrebbe valutato una denuncia per diffamazione e calunnia.

La Federcalcio ha ora ufficializzato la decisione della Corte Sportiva d'Appello federale che ha 'sospeso' l'esecutività della sanzione inflitta al tecnico giallorosso. Allo stesso tempo, ha accolto anche il ricorso del club giallorosso avverso la giornata di squalifica a Holebas, annullando la sanzione, mentre ha respinto il ricorso del Genoa contro le tre giornate di squalifica a Diego Perotti (in verità 4, ma una era riferita all'ammonizione rimediata dal giocatore rossblù già in diffida) per il calcio rifilato al giocatore greco della Roma, grazie alla prova tv.

Dallo steward nessuna retromarcia, solo una precisazione: "Capisco che nella concitazione del momento lo steward possa aver male interpretato, c'era tensione, evidentemente si è reso conto che non era una aggressione. Non abbiamo nulla da temere quando non facciamo cose contro il regolamento. Ci aspettiamo che vengano revocate tutte le giornate di squalifica di Garcia e Holebas".

"Sospesa l’esecutività della squalifica di due giornate inflitta a Garcia per ulteriori accertamenti: la Corte Sportiva d’Appello impregiudicata ogni valutazione in rito e nel merito e la tutela del contraddittorio, dispone la trasmissione del fascicolo con gli atti tutti disponibili alla Procura Federale, affinché vengano accertati gli accadimenti oggetto di giudizio, acquisite le testimonianze eventualmente occorrenti scrive la FIGC in una nota.

"Essere condannato sportivamente per la dichiarazione di un non tesserato è una cosa mai vista. Bisogna seguire le regole, ma a volte in Italia sono veramente strane..." aveva evidenziato Garcia nella conferenza stampa pre-Milan. Nessuna condanna ora, solo sospesa e rimandata. La vittoria della Roma.

 Ed invece poco dopo Garcia ha ribadito il suo stupore per la squalifica comminata ai suoi danni perché "sono stato condannato senza che nessuno mi abbia ascoltato ed è una cosa mai vista". Quindi, stuzzicato dai giornalisti sulle dichiarazioni di Nedved ("A Roma parlano, la Juve lavora") e di Allegri ("Garcia, chi?"), il tecnico francese ha risposto: Non ho sentito quello che hanno detto Nedved e Allegri e non me ne frega niente. Io penso alla mia Roma. Siamo secondi in classifica……



martedì 16 dicembre 2014

Parma, Pietro Doca è il nuovo presidente




E' Pietro Doca il nuovo presidente del Parma FC, come da comunicato ufficiale uscito sul sito del club. Il nuovo numero uno del club è un gioielliere di Piacenza, scelto dai russi per rappresentare la cordata insediatasi giovedì al Parma. Nessuna sorpresa circa il vicepresidente, che è l'avvocato Fabio Giordano, mentre Pietro Leonardi torna a fare il direttore generale. Queste le prime parole di Doca da presidente del Parma: Sono felicissimo di poter finalmente annunciare ai tifosi del Parma che, dopo un intenso lavoro, l’operazione di acquisizione è stata portata a termine con successo. Io e i miei collaboratori vogliamo operare affinché questa gloriosa società possa avere un futuro solido. Ringrazio Tommaso Ghirardi per l’impegno e la dedizione che in questi anni ha profuso per il bene del Parma».

Il sito ufficiale dei ducali sottolinea come i dettagli dell'operazione e la nuova struttura societaria saranno presentati nella conferenza stampa in programma il 19 dicembre prossimo alle ore 18, presso la sala stampa del Tardini.

Il Parma vuole assolutamente ripartire in campionato e cercare di trovare una vittoria che manca da tanto, troppo tempo e che permetterebbe di sognare quella salvezza che ora sembra un miraggio. Chiarita la situazione societaria, con la cessione ufficiale ad una nuova cordata russa, il club emiliano prepara anche i tanti movimenti in vista del mercato di gennaio, necessariamente quello della svolta per il sodalizio guidato da Donadoni. La classifica si fa preoccupante e Leonardi è pronto a mettere a segno diversi colpi.

Il primo potrebbe essere un calciatore proveniente dall’est Europa, proprio come la nuova dirigenza. Parliamo del forte trequartista del Dnipro, Yevhen Konoplyanka. Già nel mirino di molti club europei, tra cui la Fiorentina, il calciatore ucraino potrebbe essere il primo colpo della nuova dirigenza.

Per il momento solo sondaggi da parte del Parma che comunque segue con attenzione la situazione del ragazzo e punta a portarlo in Italia a gennaio, seppur non sia certo la cosa più semplice. I gialloblu ci provano, anche grazie all’aiuto del direttore dell’area tecnica, Preiti, che da tempo segue Konoplyanka e potrebbe così aver individuato un colpo fondamentale per la rinascita emiliana.



sabato 13 dicembre 2014

I migliori giovani dei campionati europei per la Serie A




Marc Brasnic, attaccante classe ’96 in testa alla classifica marcatori insieme a Leya Iseka dell’Anderlecht, Jerome Sinclair del Liverpool, Daniel Crowley dell’Arsenal con cinque reti realizzate. Brasnic è una delle promesse più interessanti della Youth League: un mix d’esplosività, forza fisica e ottime qualità tecniche. Un nome da annotarsi, da non dimenticare, uno dei talenti più in prospettiva tra le tante promesse espresse da questa competizione. Cresciuto calcisticamente nel settore giovanile dell'Alemania Aachen, il club delle Aspirine ha puntato su di lui dall'età di 11 anni. Sono già 16 reti in 13 gare tra Youth League e il campionato regionale tedesco le reti realizzate da quello che può essere considerato il prototipo dell'attaccante moderno. Fisico da seconda punta con la capacità di svariare su tutto il fronte offensivo, senza perdere però di vista la porta avversaria e farsi rispettare all'interno dell'area, uno alla Ivica Olic per intenderci.

Jordan Veretout, cresciuto nel settore giovanile del Nantes, ha esordito con la maglia dei canarini nel 2011, in Ligue 2 con il Sedan. In questa stagione è diventato un punto di forza della squadra allenata da Michel Der Zakarian (attualmente nona in classifica) con  6 presenze ricamate da 5 gol e 5 assist. Campione del mondo under 20 nel 2013 con la Francia capitanata da Pogba, viene paragonato a Toulalan e Deschamps anche se ricorda per caratteristiche Petit.

Paul-Georges Ntep, esterno d'attacco in grado di giocare anche seconda punta, è nato in Camerun e all'età di 8 anni si è trasferito alle porte di Parigi con la famiglia. Passato dal Brétigny Foot, ex club di Evra e Jimmy Briand, è stato lanciato nel grande calcio dall'Auxerre. Dalla scorsa estate veste la maglia del Rennes, con la quale in questa stagione ha realizzato 6 gol in 16 partite.

Denis Suarez è uno dei migliori prodotti della nuova generazione di fenomeni del calcio spagnolo, quella che dopo aver vinto in lungo e in largo a livello Under 17 e Under 19, si candida ad essere la nuova linfa per la formazione A di Vicente del Bosque. Trequartista classe 1994 sbocciato nella cantera del Celta Vigo, il "nuovo David Silva" viene strappato alla concorrenza del Real Madrid dai Citizens nell'estate 2011; in due stagioni colleziona due presenze in Coppa di Lega ma non riesce ad entrare stabilmente nel giro della prima squadra e così, nel luglio 2013, il Barcellona lo riporta a casa inserendolo nella formazione B. 36 presenze, 7 gol e 11 assist gli valgono un biglietto per Siviglia nella formazione detentrice dell'Europa, che lo preleva in prestito biennale insieme all'altra stellina blaugrana Deulofeu nell'ambito dell'operazione Rakitic. Sotto contratto col Barcellona fino a giugno 2017, il suo valore di mercato è di circa 5 milioni di euro.

Il Manchester City non vuole ripetere l'errore di valutazione commesso nei confronti del campioncino spagnolo con Marcos Lopes, attaccante/trequartista classe 1995 di origini brasiliane ma emigrato da piccolo in Portogallo con la sua famiglia. Qui si segnala nel settore giovanile del Benfica, con cui segna a ripetizione prima di trasferirsi in Inghilterra dal gennaio del 2012debutta con i grandi andando a segno in FA Cup contro il Watford, diventando il più giovane marcatore della storia del club (battuto il primato di Ian Thomptston). Mancino puro di grande qualità e rapidità negli spazi stretti, ricorda l'attaccante argentino Sergio Aguero; con la nazionale portoghese, ha già trascinato i suoi alla conquista della finale dell'ultimo Europeo Under 19, perso contro la Germania. Legato al Manchester City fino a giugno 2016, oggi la sua valutazione di mercato non supera i 3 milioni di euro.

Dominic Solanke del Chelsea è un ragazzo del 1997 di origini nigeriane che, oltre ad essersi messo in mostra con l'Under 19 dei Blues, è stato una delle stelle della nazionale inglese Under 17 che la scorsa primavera si è laureata campione d'Europa a Malta. Prima punta che può agire anche in posizione più arretrata come trequartista in un 4-2-3-1, Solanke ha realizzato 4 reti in 3 gare di Youth League e con le sue prestazioni si è tolto anche la soddisfazione di debuttare in Champions League con Mourinho nella gara contro il Maribor dello scorso 21 ottobre. Giocatore potente e rapido, abbina alla fisicità (è alto 182 cm) un'ottima qualità tecnica che gli consente di ricoprire anche il ruolo di incursore alle spalle del centravanti, ricordando l'attaccante dell'Arsenal Dany Welbeck.  Sotto contratto fino a giugno 2017, il suo cartellino viene valutato oggi 4 milioni di euro.

Parliamo adesso di due giovani campioni che militano nel campionato belga, il trequartista classe '94 dell'Anderlecht Dennis Praet e l'attaccante cileno del 1993 del Club Brugge Nicolàs Castillo. Due profili accostato in periodi diversi anche a formazioni del campionato italiano e che rappresentano due ottime occasioni per chi volesse fare un investimento certo e di prospettiva.

Dennis Praet è il volto principale della nuova generazione belga che sgomita alle spalle dei già più che promettenti ragazzi terribili di Wilmots, visti all'opera nel Mondiale brasiliano. Prodotto del settore giovanile del Genk, lo stesso di Courtois e de Bruyne, si è segnalato per la prima volta all'attenzione generale nell'edizione 2011 dell'Aegon Future Cup, prestigiosa competizione internazionale per club riservata alla categoria Under 16 organizzata annualmente dall'Ajax.Trequartista di classe sopraffina ma in grado di giocare anche come attaccante esterno o come seconda punta, è stato seguito in passato dall'Arsenal (che gli fece fare un provino, salvo poi incassare il rifiuto dei genitori a trasferirsi in Inghilterra) e tra i club che lo monitorano c'è anche l'Inter. Sotto contratto fino a giugno 2017, viene valutato circa 6 milioni di euro.

Sempre in Belgio, si sta segnalando per le sue doti realizzative Nicolàs Castillo, autore di 5 reti nelle prime 10 partite di campionato. Dopo un Sudamericano Under 20 e un Mondiale Under 20 da protagonista lo scorso anno, con 9 reti totali tra i due tornei, i principali club europei (Napoli, Inter e Udinese comprese) gli hanno messo gli occhi addosso, ma chi ha avuto il coraggio di versare nelle casse dell'Universidad Catolica de Chile i 3 milioni di euro richiesti è stata la formazione belga. Che ora si gode un attaccante forte fisicamente e dotato di una tecnica di primissimo livello, tale da essere accostato nel suo Paese natale ad un certo Zlatan Ibrahimovic. Sotto contratto fino a giugno 2018, Castillo vale già non meno di 7 milioni di euro.

I TRue dei migliori giocatori messisi in mostra in questo avvio di stagione in Bundesliga: il difensore classe '95 dell'Hoffenheim Niklas Sule , il centrocampista classe '93 del Mainz Johannes Geis e l’attaccante Davie Selke classe 1995 del Werder Brema.

Il primo è un centrale difensivo di grande struttura fisica (è alto 195 cm), che si è imposto con grande naturalezza come uno dei leader della formazione di Sinsheim; praticamente insuperabile nel gioco aereo, nonostante la stazza riesce a reggere il confronto con gli attaccanti più rapidi e spicca per personalità a dispetto della giovane età. Sotto contratto fino a giugno 2017, è valutato circa 8 milioni di euro ed è stato seguito con interesse da Arsenal e Bayern Monaco. Geis è invece il classico centrocampista moderno, dotato di grande dinamismo e qualità tecnica; nel Mainz spicca per la sua duttilità, che gli consente di giocare sia da playmaker basso che da mezzala. Anch'egli sotto contratto fino a giugno 2017 e con una valutazione di circa 8 milioni di euro, risulta tra i migliori "crossatori" del campionato tedesco con percentuali di passaggi riusciti che superano l'80%.

SELKE, titolare a causa dell'assenza di Franco Di Santo, il giovane attaccante tedesco non ha fatto rimpiangere l'argentino, trascinando il Werder nel netto successo contro il Paderborn. Un goal e un assist per il ragazzo di Schorndorf, cresciuto nell'Hoffenheim ma a Brema dal 2013. Stella della Nazionale tedesca Under 19, è stato il protagonista assoluto dell'Europeo di categoria della scorsa estate. Il Werder crede ciecamente nelle sue doti, da inizio stagione ha intrapreso un piano di allenamenti mirato che lo ha portato a guadagnare cinque chili di massa muscolare, per reggere l'urto con i rudi difensori della Bundesliga. "E' stata una bella serata ma avrei potuto segnare di più", ha ammesso Davie a fine partita. Ma a 19 anni qualche errore si può perdonare.


Harry Kane, attaccante classe 1993, prodotto del vivaio del Tottenham. L'Europa League è la sua vetrina: già 5 goal per lui in questa edizione. L'esplosione di Kane è motivo d'orgoglio per i tifosi degli Spurs, che hanno visto in questi anni tanti stranieri transitare e fallire a White Hart Lane. Già 10 i goal in questa stagione (7 in Europa League, considerando anche i preliminari) e tante prestazioni da protagonista. "E' uno di noi", cantano i tifosi, per il ragazzo cresciuto a Londra nel mito di Teddy Sheringham.

Il rendimento di Kane ha catturato l'attenzione anche del ct inglese Roy Hodgson: "Ho parlato con lui l'ultima volta che ci siamo incontrati al St George's Park (il centro tecnico delle Nazionali inglesi) e mi ha detto di continuare così, segnando e mettendo in mostra il mio gioco. Spero di proseguire su questa strada fino alla prossima sosta delle Nazionali, poi vedremo..."

Icardo Kishna classe 1995, dell’ Ajax, protagonista assoluto nella larga vittoria dell'Ajax sull'Heerenven, Kishna sta recuperando terreno dopo un avvio di stagione sottotono. Tanta sostanza (un goal, il primo in campionato, e un assist) senza far mancare lo spettacolo ai tifosi dei 'Lancieri'. Sarà uno degli uomini-mercato della prossima estate: con Mino Raiola come agente non potrebbe esser altrimenti.





mercoledì 10 dicembre 2014

Giampaolo Pozzo e l’Udinese: “Con il nuovo stadio apriamo una nuova era”



Giampaolo Pozzo è stato chiaro: "Vogliamo uscire dalla dimensione provinciale e cominciare le stagioni con obiettivi più ambiziosi della salvezza", è il sogno confidato dal numero uno dell'Udinese nelle scorse ore. Per commentare il rinnovato progetto bianconero, TuttoMercatoWeb ha contattato in esclusiva Alessandro Orlando, ex dell'Udinese oggi commentatore per UdineseChannel: "Un progetto ambizioso, sicuramente, ma l'Udinese è da sempre un club che punta in alto. Ovviamente il bacino d'utenza non è importante come altre piazze italiane, ma l'Udinese ha già giocato in Europa e sono convinto che questo possa essere un bel punto di partenza per tanti club italiani".

Il proprietario del club friulano affronta quindi un ragionamento a tutto campo, a partire dal mercato di gennaio. ''Trovare giocatori bravi che ti risolvano i problemi non è facile - sottolinea Pozzo -. Ne abbiamo tanti in giro per il mondo. Ma non è detto che adotteremo solo soluzioni interne. Tutto dipende dalle opportunità che si presentano. Ma sono convinto che più di tutto ci voglia forza di volontà, carattere e cattiveria agonistica in campo''. Quindi si passa ad illustrare quelli che sono gli obiettivi della società. "Stiamo facendo un lavoro importante e impegnativo, per uscire dalla dimensione provinciale - spiega il dirigente friulano - I bilanci della Serie A sono squilibrati. Ci sono 5-6 società con ricavi importanti, poi ci sono le provinciali come noi che devono sopravvivere. Stiamo facendo lo stadio come punto di partenza per tutte le altre attività. Speriamo in una crescita dei ricavi derivati non solo da plusvalenze, ma dalla gestione, che ci consenta di trattenere i giocatori a Udine per tanti anni, evitando che migrino nelle grandi squadre, per raggiungere risultati importanti anche dal punto di vista sportivo. Vorremmo cominciare le stagioni con obiettivi più ambiziosi rispetto alla salvezza. Non ho mai fatto calcio per business ma per passione".

Il nuovo stadio, in questo senso, può aiutare?
"Assolutamente si. Lo stadio nel calcio di oggi è una componente fondamentale, secondo me il progetto Udinese va aiutato e spronato e questo è un ottimo punto di partenza per uscire dalla provincialità. Con le dovute differenze penso all'Allianz, quello è il modello più alto da seguire dal club friulano e da tutti quelli che vorranno provare a crescere anche in Europa".

Vista la classifica così corta, crede già quest'anno in una qualificazione europea?
"Perché no... L'Udinese è una squadra intermittente che non ha ancora trovato un modulo preciso, ma i risultati sono tutti dalla parte di Stramaccioni. Credo che i bianconeri possano pensare all'Europa, ma il tutto con la massima serenità".

L'Udinese continua a progettare il nuovo stadio ed il presidente Giampaolo Pozzo vede un futuro roseo per la sua società. Il patron bianconero ha parlato di diversi argomenti, soffermandosi anche sullo straordinario momento di Totò Di Natale, che continua a macinare record.

Intervenuto sul sito del club, Pozzo presenta la sfida con il Milan e mette a confronto i due club: "Viviamo in due pianeti diversi. il Milan ha una lunga tradizione piena di coppe e di scudetti, noi rimaniamo comunque una società provinciale che fa di tutto per crescere. Speriamo di poter eliminare questo gap grazie alla nostra programmazione".

Il progetto stadio potrà cambiare le carte in tavola, Pozzo assicura di voler puntare ad una crescita: "Noi fatturiamo molto meno rispetto alle big e quindi in base a questo dobbiamo programmare i nostri budget. Abbiamo avuto delle buone soddisfazioni, la speranza è quella di fare sempre meglio. Con il nuovo stadio vorremo aprire una nuova era, più consono alle caratteristiche del calcio europeo, quello che conta".

Tornando sul confronto con i rossoneri, Pozzo spiega le situazioni economiche dei nostri club: "Ben venga il fair play finanziario, perché così auto regoliamo un po' tutte quelle situazioni che fa sì che non ci sia tutto questo grande divario tra le due squadre. I numeri tra Berlusconi e Pozzo sono molto diversi. Il calcio è una passione, abbiamo le nostre attività e parallelamente, per divertimento, facciamo calcio".

Il patron è totalmente felice per l'inizio di stagione di Andrea Stramaccioni: "Sono molto contento, il mister ha delle idee innovative e le sta applicando. Ha un modo nuovo di gestire lo spogliatoio, stiamo lavorando tutti assieme con grande entusiasmo".

Infine un commento sull'eterno Antonio Di Natale, che ha toccato recentemente quota 200 reti: "Pochi giocatori in Italia e in Europa che possano essere comparati a questo campione. Parliamo di un giocatore eccezionale, sopratutto perché migliora con l'avanzare dell'età. Tecnicamente raggiunge un nuovo livello anno dopo anno, crea delle magie che lasciano impietriti i portieri avversari. Tra i divertimenti che posso annoverare nei miei 30 anni di gestione c'è stato quello di aver avuto la fortuna di veder giocare Totò".




Campionato USA MLS i campioni e le promesse



Lo scorso 7 dicembre si è conclusa, con la vittoria dei Los Angeles Galaxy contro i New England Revolution, la stagione 2013/2014. Eroe della serata è Robbie Keane, MVP del campionato e della finale, segnando il gol decisivo al 111’. L’irlandese ex Inter ha confermato la maledizione di New England, al quinto ko in altrettante finali MLS. Il quinto per il club californiano, è arrivato al termine di una stagione combattuta, che ha visto come protagonisti non solo vecchie glorie del calcio europeo andate oltreoceano a concludere la propria carriera, ma anche giovani interessanti, capaci di attirare su di sè le attenzioni di alcuni grandi club europei.

La Mls, secondo lo studio di Luker, ha un enorme potenziale di crescita: 33 milioni di americani si definiscono tifosi di calcio entusiasti, ma solamente 7,2 sono per ora fan del campionato statunitense «Negli Stati Uniti il calcio professionista è in crescita», ci dice Dan Courtemanche, vicepresidente esecutivo della Mls. «Sono stati diversi fattori a contribuire allo sviluppo: sicuramente l’immigrazione, ma anche la crescita complessiva della lega in questi 19 anni, la costruzione di stadi specifici per il calcio, l’esposizione televisiva e la disponibilità 24 ore su 24 di notizie calcistiche su internet e sui social media». Secondo Courtemanche, gli stadi sono un elemento importante: per i tifosi è fondamentale avere i comfort a cui sono stati abituati dagli altri sport americani, mentre per le squadre si tratta di aumentare e diversificare gli introiti.

Sono storie di calcio USA che vale la pena parlare

La prima è quella di Freddy Adu. Ex enfant-prodige, da tutti considerato "the next Pele", fin da quando, 10 anni fa, divenne il più giovane giocatore professionista ad apparire in una lega professionistica americana. Eppure, già due decadi sono passate da quando Adu salì agli onori delle cronache, statunitensi e non, per il suo debutto, a soli 14 anni di età, con il DC United, molti pronosticavano per Adu un futuro glorioso nel mondo del calcio e lo vedevano, forse, anche come colui che avrebbe definitivamente lanciato il calcio negli USA.

Invece, a distanza di 10 anni, nonostante la sua ancora giovane età, Adu rischia nuovamente di passare per una meteora, brillante quanto si vuole, ma che emana luce per troppo poco tempo. Dopo esperienze non esaltanti in Portogallo, Francia, Turchia e Brasile, Adu ha una nuova opportunità per rilanciarsi con gli inglesi del Blackpool.

Chi vuole continuare a crescere, magari facendo un percorso migliore di quello avuto da Adu, è invece Juan Agudelo. Attaccante di origini colombiane, salito alla ribalta con i New York Red Bulls, Agudelo ha visto la sua carriera bloccarsi a causa di alcuni comportamenti non professionali. Così, dopo un breve passaggio con i Chivas USA, Agudelo ha deciso di giocarsi la carta dell'Europa, per riportare in vita quella fame di bomber del futuro che i tifosi americani aspettano da tempo.

Per Agudelo quindi l'occasione di impressionare, chi invece ha già impressionato è Julian Green, promosso nella rosa della prima squadra del Bayern Monaco.

Kakà, Frank Lampard e David Villa sono solo alcuni dei grandi campioni che hanno fatto grande il calcio europeo e che hanno deciso di cedere al fascino del neonascente calcio a stelle e strisce. Talenti che hanno seguito l'esempio di Thierry Henry, Robbie Keane, Obafemi Martins, Marco Di Vaio e Alessandro Nesta, ambasciatori di autentica esperienza che in breve tempo è diventata la base su cui far crescere giovani talenti americani, iniziandoli a una professionalità calcistica che li accompagnerà nel proprio futuro.

I talenti nel campionato 2014 sono stati tanti. Tra tutti è spiccato quello di Gyasi Zardes, attaccante dei Los Angeles Galaxy, classe '91. Una prima punta adattata ad ala, che, con le sue 16 reti, ha guidato insieme al compagno di reparto Robbie Keane la propria squadra al successo. A confermarsi tra i gioielli più interessanti e pregiati di questo campionato è stato anche quest'anno Erick Torres,soprannominato El Cubo. L'attaccante messicano del Chivas, classe '93, dopo le 7 reti messe a segno la passata stagione, quest'anno ha saputo migliorarsi, facendo registrare uno score all'altezza dei grandi bomber europei: 15 reti in 26 presenze che gli hanno permesso di scalare la classifica marcatori della MLS.

A impreziosire ci sono anche Joao Plata, attaccante ecuadoriano classe '92 del Real Salt Lake, che con le sue 12 reti in 22 presenze ha trascinato i compagni fino alle finali di Conference, Fabian Castillo, punta classe '92 dell'FC Dallas, che nella stagione appena conclusa ha messo a segno 10 reti in 25 apparizioni, e la punta uruguagia Diego Fagundez, classe '95, che con il suo talento cristallino ha guidato i New England Revolution fino alla finale, persa poi contro i Los Angeles Galaxy.

Molti sono cresciuti calcisticamente negli Stati Uniti, sulle cui qualità alcuni club europei stanno scommettendo. Su tutti Andy Najar, esterno destro dell'Anderlecht classe '93, acquistato lo scorso gennaio dal DC United e che in questa stagione nella Jupiler Pro League ha collezionato ben 15 presenze e 2 reti, guadagnandosi anche l'esordio in Champions League, con 5 presenze e una rete, messa a segno contro l'Arsenal. Najar è un giocatore che fa dell'agilità e della corsa, abbinata ad una buona tecnica di base, il suo punto di forza. E' in grado di saltare l'uomo con facilità e possiede una buona visione di gioco. E' dotato anche di notevoli qualità mentali che nonostante la sua giovane età lo fanno sembrare un veterano. Najar è sicuramente un diamante ancora da sgrezzare, ma vista l'età e la sua costanza di rendimento sembra avere ancora molti margini di miglioramento, e un sua approdo in Europa potrebbe probabilmente agevolare questa sua crescita.

Altro talento USA è Freddy Montero, attaccante colombiano classe '87, che, dopo un passato in patria e cinque stagioni in MLS con i Seattle Sounders, di cui è diventato il miglior marcatore di sempre, è stato acquistato dai portoghesi dello Sporting Lisbona, con cui il giocatore si è reso protagonista anche in Europa, collezionando 10 presenze in campionato, impreziosite da 4 reti, e 4 apparizioni in Champions League. Altra stella nascente del panorama calcistico a stelle e strisce è DeAndre Yedlin, terzino destro sempre dei Seattle Sounders.



venerdì 5 dicembre 2014

Gabbiadini sempre più vicino all'accordo con il Napoli



Il Direttore sportivo dell'Atalanta Pierpaolo Marino ha parlato ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli: “Il Napoli ha ormai già acquistato Gabbiadini. Ne parlai benissimo a De Laurentiis già tre anni fa, ai tempi dell’Atalanta. Crede di essere una prima punta, ma in realtà le cose migliori le ha fatte vedere giocando da punta esterna. Ha una capacità di aggressione degli spazi e un tiro da fuori area che gli permettono di giocare meglio in quel ruolo”.

Manolo Gabbiadini è sempre più vicino al Napoli. La società partenopea ha ora in mano anche l'ok del procuratore Silvio Pagliari. Quest'ultimo si è incontrato a Roma con il presidente Aurelio De Laurentiis e il ds Riccardo Bigon: sarebbe stato trovato l'accordo su ingaggio e durata del contratto, che sarebbe fino al 2019. L'ufficializzazione avverrà a gennaio. Intanto Benitez lavora a Castel Volturno pensando all'Empoli che domenica nell'anticipo-aperitivo del campionato, alle 12,30, scenderà in campo al San Paolo, ma tenendo anche un orecchio teso per sentire i boatos che provengono da Roma. E le notizie dalla Capitale sono positive. Gabbiadini è l'uomo scelto per sostituire Insigne che a causa della rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, ricostruito dal prof. Mariani, sarà assente probabilmente per tutto il resto della stagione.

Gabbiadini era il primo nome segnato sull'agenda di Bigon. Stimato dal direttore sportivo e, soprattutto, dall'allenatore che ha dato il suo benestare alla trattativa. L'attaccante esterno della Samp, d'altro canto, ha tutte le caratteristiche per piacere al Napoli: è giovane, ha una carriera in ascesa che l'ha portato di recente anche ad essere convocato in Nazionale, un costo (13 milioni di euro) non elevatissimo e, soprattutto, un grande entusiasmo per il trasferimento in azzurro. Nei giorni scorsi il Napoli aveva già trovato l'accordo con la Sampdoria e la Juventus che detengono a metà il cartellino del calciatore. L'ufficializzazione del trasferimento potrà avvenire solo all'inizio di gennaio, quando sarà aperto il mercato invernale, ma in pratica la trattativa è conclusa. Ora il Napoli si potrà dedicare a rinforzare gli altri due reparti, vale a dire difesa e centrocampo.

"Gabbiadini? E' un ragazzo giovane italiano - ha ammesso - che sta facendo bene e che non piace solo a noi ma a tante squadre. Vedremo con l'avvicinarsi del mercato di valutare varie opportunità. Il mercato non si fa da soli ma ci vuole anche l'accordo con la controparte, sicuramente abbiamo delle situazioni interessanti tra le mani e vedremo prossimamente quale sarà possibile ed opportuno concretizzare.


Zeman svela: “Consigliai Antonio Conte alla Juventus'



Zdenek Zeman, allenatore del Cagliari, è il protagonista della trasmissione "I Signori del Calcio", in onda su Sky Sport.

Il suo rapporto con la Juventus, il ritorno a Roma, Cagliari, Conte e Guardiola. Zdenek Zeman è il protagonista de "I Signori del Calcio", in onda sabato alle 23.30 su Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD.

Ecco alcune anticipazioni dell'intervista che andrà in onda domani.

"Io sono juventino dalla nascita, nella mia famiglia si parlava solo di mio zio - precisa Zeman - Io ero nato nel '47, lui nel '47 giocava nella Juve, mi parlavano solo di lui. Quando ho capito qualche cosa di calcio, l'ho sempre seguito. Non ho mai smesso, conosco la storia e quello che si è fatto, poi oggi ci sono tante polemiche che ho contro la Juventus, ma io ce l'ho con i personaggi che stavano alla Juve, che è diverso. A me dispiace che non siano venute fuori le intercettazioni perché si sarebbe capito cosa succedeva. Le mie dichiarazioni mi hanno danneggiato sul piano professionale ma spero di aver aiutato il calcio in generale. Ridirei tutto e aggiungerei altro ma in questo momento non ricordo bene...".

"Siamo arrivati secondi con tanto distacco, ma la differenza era nelle due partite con la Juve, sei punti in più a noi e sei in meno a loro ed eravamo primi noi. Mi ricordo all'andata, vincevamo 1-0, poi ci fu l'espulsione di Cravero, per la regola del tocco di mano per cui si ammoniva, e invece è stato espulso. Nella seconda partita c'eravamo sul piano del gioco ma non su quello del risultato, e alla fine è quello che conta".

"L'ultimo anno di Roma è stato un anno strano, sono tornato perché convinto di poter dare qualche cosa e purtroppo dall'inizio sono nati problemi, non tanto con la squadra, ma di mentalità, su come andare avanti. Quindi si è sempre lavorato non nelle condizioni mentali giuste. Nonostante tutto si è lavorato, la Roma ha conquistato la finale di Coppa Italia, ha messo in vetrina giocatori come Marquinhos, Lamela e Osvaldo. Mi dispiace per i risultati perché sono convinto che la squadra, se c'era armonia e la stessa visione, poteva far bene come ora".

"E' di tutta la Sardegna, è bello avere dietro la gente che ti sostiene, che vuole vedere qualche cosa. Daniele Conti l'ho ritrovato dopo tanti anni, è migliorato, come personalità, oggi è l'uomo più importante della squadra, anche quando non gioca. Con me alla Roma era un ragazzino, lo vedevano come figlio di Bruno e a lui pesava". "Io voglio lavorare - è lo Zeman pensiero - Poi non dipende da me. Fin quando i presidenti mi affidano le squadre io vado avanti, fisicamente sto in piedi e mi basta. La mia vittoria da allenatore è fare una squadra che sia apprezzata dalla gente e che dia emozioni, poi i risultati non sono sempre specchio di quello che si è visto sul campo. Posso perdere una partita 4-0 ed essere contento e viceversa".

"E' la partenza che mi avvicina a lui, quando io ero a Foggia e lui a Lecce ho tentato di farlo acquistare, poi non ci sono riuscito perché mio zio me l'ha rubato, anche su segnalazione mia l'ha portato alla Juve. Conte non si risparmiava, ha lavorato sempre, era un giocatore importante per la Juve e per la Nazionale. Ora che fa l'allenatore continua sul serio e fa diventare i giocatori com'era lui".

"Pensavo che fosse troppo facile fare l'allenatore del Barcellona. Mi sono ricreduto quando è passato al Bayern Monaco, Pep Guardiola. L'anno prima aveva vinto tutto e lui è riuscito a migliorarlo. Troppo bravo. In Germania oggi il calcio è lo sport, si cerca di fare di tutto, non si risparmiano in campo e in allenamento, noi abbiamo una mentalità più permissiva e leggera, poi le differenze si vedono".

"L'Italia ha avuto tre fenomeni: Rivera, Baggio e Totti hanno avuto sempre qualcosa di più. Nesta per lunghi anni è stato il miglior difensore centrale del mondo, giocava solo contro tutti. E Signori, perché nel Piacenza da mezz'ala è diventato attaccante vero, ha vinto la classifica capocannonieri. Era sempre un giocherellone, quando hai fatto tanto e sei importante, vieni avvicinato da gente cattiva con altri fini. Lui ha dato sempre la sua disponibilità a tutti e l'ha data alla gente sbagliata".


sabato 29 novembre 2014

Dybala snobba Antonio Conte e l'Italia



Phil Neville, ex difensore di Manchester United ed Everton, ha scritto sul proprio profilo twitter elogi a una stella del Palermo che sta ammaliando l'intera Europa: "L'altra sera ho visto un giocatore che diventerà una star. Si tratta di Paulo Dybala del Palermo, ricordate questo nome".

Tutti pazzi per Dybala, conteso sia sul mercato che in chiave Nazionale. L'attaccante del Palermo è orientato a rifiutare la proposta del ct Antonio Conte, che sta cercando di convincerlo a indossare la maglia azzurra: "Non è una decisione facile perché l'Italia ha grande tradizione e ha vinto quattro Mondiali, ma io sono nato in Argentina, mi sento argentino e sogno la nazionale albiceleste fin da quando ero bambino".

Dybala è in trattativa per rinnovare il contratto in scadenza nel 2016 col Palermo, ma ha già attirato l'interesse di grandi club. Il diretto interessato commenta così le voci sul proprio conto: "Zamparini mi dice di firmare il contratto e io non avrei problemi a restare qui, però dobbiamo essere contenti in due. Il presidente mi vuole bene, ma non valgo 42 milioni di euro come dice lui".

 Dal canto suo, il presidente rosanero Maurizio Zamparini ha dichiarato ai microfoni di Sky Sport: "Dybala è un fuoriclasse. Adesso verranno fuori gli avvolti, ma per fortuna Paulo è un ragazzo molto intelligente come me e fra due persone intelligenti non ci saranno problemi. Quando lascerà il Palermo, andrà a giocare in una grandissima squadra, questo è il suo destino. Spero di tenerlo anche l'anno prossimo o di avere novità eclatanti e poter dire che rimarrà qui per tanti altri anni ancora. Di sicuro in Italia nessuno può prenderlo".

"Le critiche per i 12 milioni di euro spesi due anni fa per lui? Si lamentavano anche quando abbiamo preso Pastore, che chiamavano Pastore tedesco. I loro acquisti rientrano nella nostra politica, come quelli precedenti di Cavani, Abel Hernandez, Kjaer e Barzagli. C'è stata una riunione con i miei tecnici e a cui ho detto di trovarmi altri 2-3 giocatori di questo calibro da qui fino a giugno, perché quando quelli che abbiamo se ne andranno avremo già i sostituti".

In risposta a chi due anni fa aveva criticato la decisione di spendere 12 milioni per Dybala: "Si lamentavano anche di quando avevamo preso Pastore, tanto che lo avevano definito Pastore tedesco".

Secondo il Daily Star l'Arsenal è in pressing sull'attaccante del Palermo Dybala. La richiesta del presidente Zamparini è ferma a 35 milioni.



venerdì 28 novembre 2014

Bologna-Bari maglia in ricordo di Ingesson



Nel campo era un guerriero infinito. Non smetteva mai di lottare, in campo e fuori. Così ha combattuto per cinque anni anche contro il cancro, Klas Ingesson.

Dal 2009 soffriva di mieloma multiplo. Ingesson ha iniziato la sua carriera nel Ifk Göteborg nel 1986. Poi si è fatto apprezzare in tanti grandi club. In Italia Bari, Bologna e Lecce e all’estero anche al Malines, Olympique Marsiglia e Psv. Dava sempre il 100%, dava tutto se stesso. E perciò era amato da tutti. "Klas rappresentava tutto il meglio del calcio svedese. Il grande cuore, il pensiero sempre alla squadra, il collettivo, il lottare per gli altri senza risparmiarsi mai", dice commosso Thomas Ravelli. L’ex portiere della nazionale svedese e Ingesson hanno giocato insieme al Mondiale Usa '94. La Svezia ha vinto il bronzo, un trionfo enorme per il paese scandinavo, e tutti i giocatori sono stati celebrati al ritorno in maniera enorme. E si parla ancora oggi degli "eroi del '94".

Tifosi e giocatori rossoblù e biancorossi uniti nel ricordo di Klas Ingesson: domenica al Dall'Ara si affrontano Bologna e Bari, due delle squadre in cui ha militato l'indimenticato gigante buono. Per ricordarlo ancora una volta, le due società di comune accordo hanno deciso di fare indossare ai giocatori durante il riscaldamento pre-gara una speciale t-shirt con l'immagine di Klas

Tra Bologna e Bari sarà nel segno di Ingesson centrocampista svedese recentemente scomparso che ha vestito in carriera le maglie delle due squadre lasciando un ottimo ricordo di sé in entrambe le piazze. Per ricordarlo le due società hanno deciso di far indossare ai giocatori una maglia con l'immagine del calciatore durante il riscaldamento e all'ingresso in campo al Dall'Ara. Probabile che anche le due tifoserie si uniscano nel ricordo di Ingesson con cori e striscioni.

Una maglietta in ricordo di Ingesson: la indosseranno i giocatori del Bari e del Bologna in ricordo del campione svedese prematuramente scomparso. Il centrocampista scandinavo, infatti, è stato un bandiera delle due squadra, e del Bari è stato anche capitano. I giocatori delle due formazioni utilizzeranno questa maglia nel riscaldamento prepartita.

"Addio capitano, mio capitano": è uno dei tantissimi messaggi dei tifosi del Bari per ricordare la scomparsa di Klas Ingesson, ex capitano dei galletti. "Non esiste sconfitta nel cuore di chi lotta. Buon viaggio Klas, non ti dimenticheremo" ha scritto un utente di 'Solobari.it', mentre anche su Twitter numerosi sostenitori del Bari hanno salutato il loro beniamino. In molti ricordano, ad esempio, il rigore da lui trasformato allo stadio di Via del Mare in un derby contro il Lecce (0-1 il 5 ottobre 1997).



mercoledì 26 novembre 2014

Calciomercato Inter le prospettive con Roberto Mancini




Secondo quanto riportato da Sport Mediaset l'Inter sta lavorando per gennaio regalare a Roberto Mancini un difensore centrale. Il favorito resta Rolando, già vicino in estate al ritorno in nerazzurro. Il tecnico preferirebbe invece Matija Nastasic. Se il City dovesse dare l'ok per la cessione almeno in prestito il sebo avrebbe la precedenza.

Non ha giocato bene il derby, in una posizione tattica che gli è poco congeniale, eppure Mancini ha solo belle parole per Mateo Kovacic, che sarebbe oggetto di interesse da parte del Real Madrid. Interesse che non sorprende l'allenatore, il quale invia un consiglio alla società nerazzurra: "Che ci siano offerte per Kovacic è normale, tutti i bravi giocatori le hanno. L'Inter deve cercare di farlo crescere bene e fare in modo che possa fare la differenza nei prossimi anni".

L'Inter e Samir Handanovic hanno iniziato a parlare del rinnovo e oggi, tramite le pagine di Tuttosport, arrivano i dettagli della trattativa. Il club vorrebbe arrivare ad un accordo entro la fine di gennaio, con un prolungamento fino al 2018. L'ingaggio sarà aumentato dai 2 milioni attuali fino a 2,5-3 milioni a stagione, anche se il numero uno sloveno vorrebbe garanzie tecniche prima che economiche.

Il tecnico nerazzurro porterebbe volentieri con sè un terzino sinistro che ha già allenato al City: il serbo Kolarov (ex Lazio) o il francese Clichy. Prima di dare un eventuale ok al trasferimento di uno di loro due, i campioni d'Inghilterra devono prendere un altro giocatore in quel ruolo. Non a caso nella giornata di ieri il giovane francese del Monaco, Kurzawa è stato a Manchester, dove ha assistito alla partita di Champions League contro il Bayern Monaco su invito del club allenato da Pellegrini.

In forza ai campioni di Germania allenati da Guardiola c'è un altro elemento che piace all'Inter: Xherdan Shaqiri. Il presidente onorario del Bayern Monaco, Franz Beckenbauer dà il via libera alla partenza del nazionale svizzero: "Il club ha già inviato qualche segnale al ragazzo, che può andare via nel prossimo mercato di gennaio. Personalmente voglio giocatori che desiderino stare qui con noi, altrimenti è giusto che vadano in un'altra squadra". Shaqiri interessa pure all'Atletico Madrid, a sua volta pronto a rispedire in patria Cerci, che farebbe proprio al caso dell'Inter.

In cambio i campioni di Spagna allenati da Simeone chiedono un'opzione su Icardi. L'attaccante argentino ha diversi estimatori anche nella Premier League inglese, dove secondo il Daily Express se lo contendono Chelsea, Liverpool e Tottenham. Passando all'altra sponda della capitale spagnolo, i campioni d'Europa del Real Madrid allenati da Ancelotti sono pronti a tornare alla carica per Kovacic. Il giovane e talentuoso centrocampista croato, così come Icardi e Handanovic, sta trattando il rinnovo del contratto con l'Inter.

venerdì 21 novembre 2014

Serie A, la riforma del calcio extracomunitari e rose: ecco le nuove regole



Stesso numero di arrivi extracomunitari per il calcio professionistico italiano, 40, come da tetto Coni. Fine dell' "escamotage" di tesserare un giovane anonimo per girarlo poi all'estero e liberare un posto.

Vediamo i punti principali delle riforme relative alle rose delle squadre di Serie A a 25 calciatori, di cui 4 cresciuti in Italia e 4 cresciuti nel vivaio del club per cui sono tesserati, libero tesseramento degli Under 21 (la stragrande maggioranza è italiana);

Riforma dei cosiddetti ‘giovani di serie’; il giovane extracomunitario al primo tesseramento deve essere residente in Italia ed essere entrato nel nostro Paese con i genitori non per ragioni sportive e comunque aver frequentato la scuola per almeno 4 anni (tali calciatori non possono essere utilizzati per la sostituzione di un nuovo calciatore extracomunitario);

La sostituzione del calciatore extracomunitario sarà possibile solo nel caso di esistenza del contratto da professionista da almeno 3 anni (dal 2012). E’ stato inoltre approvato all’unanimità l’indirizzo FIFA riguardo il regolamento sugli intermediari. La nuova disciplina sarà vagliata nelle prossime settimane e verrà posta in votazione nel prossimo Consiglio Federale. Infine, sono stati approvati all’unanimità il nuovo regolamento del Club Italia e la modifica dell’art. 7 dei principi informatori per il Regolamento dell’AIA.

Dal prossimo anno ogni società potrà avere un extracomunitario in più. Fino ad oggi poteva prenderne uno solo se ne liberava di uno di quelli che aveva, fino ad un massimo di due.

Tutela dei giovani, soprattutto quelli provenienti dal vivaio, rose da 25 giocatori e possibilità di tesserare un terzo extracomunitario di curriculum senza doverne cedere un altro all'estero. Questi alcuni punti della riforme della Serie A approvate oggi dal Consiglio della Federcalcio.

A completare il quadro delle riforme votate in data odierna sarà avviato a breve l’approfondimento con tutte le componenti per la ristrutturazione del Settore Giovanile e Scolastico e la riforma dei campionati.

Mentre la Figc sorride per la riforma, la brutta notizia arriva sul fronte economico, visto il buco di 20 milioni in bilancio: "Quando mai ad un'azienda al mondo gli togli a ottobre 25 milioni di ricavi? - chiede retoricamente Tavecchio riferendosi ai tagli del Coni - E cosa deve fare l'amministratore in quel caso? Questo è il tema dominante, il resto sono panzane. Il calcio non può essere soggetto vilipeso ogni volta, noi fatturiamo 6 miliardi all'anno per il Paese ma non possiamo essere il pozzo di San Patrizio, dove si mettono dentro le mani e si tirano fuori i soldi. Alla fine ci attesteremo su una perdita di 10 milioni. Il buco è di 20 milioni ma abbiamo da recuperare attraverso le cessioni che il Coni farà, alla fine recupereremo 10 milioni. Con sacrifici immani riusciremo ad anticipare fondi che scadranno nel 2015-16 poi faremo un discorso molto semplice con la pregiudiziale che nel 2016 non potrà più essere così. Non possiamo più permetterci di stare nei riparti del Coni con queste percentuali".


mercoledì 19 novembre 2014

Serie A: Lazio – Juventus una partita piena di storie



Lazio- Juventus, si sa, è una sfida mai banale, carica di gioco, emozioni e coreografie regalate da tifoserie che sanno sempre sempre creative sugli spalti. Anche quest’anno, la partita valida per la dodicesima giornata di Serie A, sembra non deludere le aspettative, almeno per quanto riguarda i supporter. Secondo le ultime notizie, lo Stadio Olimpico si avvia verso il tutto esaurito.

Tra sgarbi, non ultimo la finale di Supercoppa, mercato, scudetti e l'8-1 del 1923 peggior ko della storia juventina.

I soliti sospetti della Roma, quando la Lazio affronta una sua avversaria scudetto, stavolta saranno semplici congetture. La sfida Lazio-Juventus di sabato sera all'Olimpico avrà i contorni di un confronto con molti nodi da sciogliere, le battaglie di Lega che vedono acerrimi nemici Agnelli e Lotito, la finale 2013 di Supercoppa all'Olimpico invece che a Pechino, con poche briciole dell'incasso ai bianconeri e la Lazio inoltre vuole sfruttare l' occasione per coltivare i sogni di Champions considerando i problemi di formazione della Juventus. Non resta che attendere sabato sera, ore 20:45, e sperare che il gioco che le squadre metteranno in campo sarà all’altezza del calore e delle aspettative di grandezza dei rispettivi tifosi.

E poi le ultime tensioni hanno stracciato un'alleanza durata decenni attraverso la il trasferimento di più di 50 giocatori.

Tra gli altri, sulla rotta nord-sud Sentimenti IV, Parola, Praest, J. Hansen, Casiraghi, Jugovic, Tavola e Pin, all'incontrario il percorso di Mazzia, Boksic, Giannichedda, Salas, Di Canio, Nedved, Manfredonia. Andata e ritorno per Muccinelli e Laudrup.

Nel computo delle sfide non c'e' lotta, visto che la Juventus (salvo Supercoppa e Coppa Italia) è in vantaggio anche nelle vittorie all'Olimpico, e la Lazio in campionato non si impone da 11 anni, dal 2-0 del 6 dicembre 2003 con reti di Corradi e Fiore. Ma i biancazzurri hanno inflitto una delle due sconfitte peggiori in trasferta della storia bianconera: il 9 dicembre 1923 hanno assestato un micidiale 8-1 con il contributo di Bernardini bissando il 6-0 a Torino nel campionato di Lega Sud.

Identico punteggio aveva subito la Juve dal Milan nel 1912. Da allora mai piu' batoste del genere, la Juve comincia a dominare dai cinque scudetti degli anni '30. Ci sono tre 6-1 nel 1935 (tris Borel), nel 1937 e nel 1958 e un 5-0 nel 1953 con tripletta di John Hansen a cui la Lazio risponde nel 1934 con un 5-3 e un 4-0 nel 1939. Poi c'e' l'addio di Lucidio Sentimenti IV, che va dalla Juve alla Lazio, riconquista la nazionale e nel 1954 si vendica parando tutto a Boniperti, anche un rigore. Lo 0-0 a Torino costa lo scudetto che l'Inter vince per un punto.

 C'e' una tripletta di Anastasi nel 4-0 del 1975, poi la Juve arpiona lo scudetto con Cuccureddu nell'epilogo del 1973 al fotofinish su Milan e Lazio. L'escalation arriva negli anni '90 con Zeman dopo un nuovo 6-1 subito da Zoff nel 1994 con tripletta di Vialli. Rocambolesco 3-4 per la Juve, poi la Lazio trionfa 3-0 a Torino e 4-0 in casa con doppietta di Casiraghi.

Il passo successivo è lo sgarbo della Lazio nel 2000 con Eriksson in panchina dopo il propedeutico 1-0 a Torino con gol di Simeone. La Juve depaupera un grosso vantaggio, è a +2 alla penultima, a Parma De Santis annulla il pari di Cannavaro senza motivo, i tifosi marciano sulla Figc e all'ultima giornata Collina fa giocare a Perugia sotto il diluvio e Calori manda ko gli juventini consegnando lo scudetto alla Lazio. E' il canto del cigno biancazzurro che conquista l'ultimo successo nel 2003 poi è un monologo con un 3-2 esterno nel 2007 con doppietta di Del Piero e un 5-2 nel 2008 con doppietta di Chiellini. Dopo il 4-0 nella Supercoppa 2013 la Juve di Conte si impone 13 giorni dopo 4-1 con doppietta di Vidal. L'ultimo precedente è l'1-1 del ritorno all'Olimpico. Ora nuovo capitolo di una sfida in cui gli 0-0 sono merce rara, appena cinque negli ultimi 37 anni: Lazio-Juve è quasi sempre sinonimo di spettacolo ed emozioni.

Se Allegri vorrà tenere a distanza la Roma nella corsa per lo scudetto, dovrà fare i conti con il centrocampista azzurro che vive il suo miglior stato di forma. Juve che vuole restare in testa ma Lazio che sogna quel terzo posto che vorrebbe dire la possibilità di disputare i preliminari per accedere all'Europa che conta. Candreva lo vuole realizzare, è un suo obiettivo e lo ha detto apertamente già qualche tempo fa: «Il mio sogno è giocare la Champions».

Parole pronunciate dall'azzurro in una calda giornata d'estate che ai tifosi avevano suonato come un addio. Le voci delle faraoniche offerte di Psg e Juve, infatti, pur smentite a più riprese, sembravano inarrivabili. Il presidente Lotito, però, in piena contestazione, non ha mollato. Vendere “Romoletto” (così simpaticamente soprannominato dai tifosi) sarebbe stato un clamoroso autogol. Allora via con la trattativa per il rinnovo, culminata con la firma (fino al 2019) arrivata subito dopo la sconfitta a Marassi contro il Genoa alla 3ª di campionato, che di fatto ha scritto la parola fine sui tormenti del giocatore ed ha riportato la calma.

Un finale col botto di una storia iniziata nel peggiore dei modi, come ha ricordato Candreva la scorsa settimana: «Al mio arrivo fui contestato pesantemente dai che tifosi che pensavano fossi della Roma. Non riuscivo a vedere luce, non giocavo bene, volevo andare via...».

Poi quel gol al Napoli che ha rappresentato la svolta. Da quel giorno la strada è stata tutta in discesa per il centrocampista protagonista sia con la Lazio che con la Nazionale e contro la Croazia anche il primo gol in una gara ufficiale a rendere ancora più speciale il suo momento. Adesso Candreva ha deciso di tirare su l'asticella: vuole sfidare la Juventus, per trascinare i compagni verso una vittoria che significherebbe molto in chiave Champions ma soprattutto è deciso a dimostrare ai bianconeri che, non aver creduto in lui (a gennaio 2010, quando era dell'Udinese, andò a Torino per sei mesi ma non venne riscattato), è stato un grande errore.




domenica 16 novembre 2014

Calciomercato Juventus: le ultime notizie di Beppe Marotta



Il nome di Paul Pogba continua a rappresentare un'ossessione di mercato per la proprietà qatariota del Paris Saint Germain. Il desiderio del club transalpino di portare avanti il processo di francesizzazione della squadra passa anche dall'acquisto del centrocampista bianconero classe '93, fresco di rinnovo fino al 2018 con sostanzioso adeguamento al rialzo dello stipendio. Eppure, nell'intervista odierna a Tuttosport, l'ad della Juventus Beppe Marotta ha sottolineato come la permanenza a Torino di gioielli come Pogba e Vidal dipenda dai diretti interessanti e dalla loro volontà di sposare un progetto a lungo termine. In parole povere, in caso di offerta economicamente molto importante la palla passerebbe al calciatore e il Paris Saint Germain è certamente tra le formazioni in grado di far vacillare chiunque.

La squadra di Nasser Al-Khelaifi, il PSG  ha in particolare due pedine da offrire come parziale contropartita per arrivare a Pogba, due calciatori che in tempio diversi la Juventus ha inserito nella lista degli obiettivi di mercato. Se per Lucas, pagato 40 milioni di euro nel gennaio 2013 e tra i più in forma del momento (già 6 gol in 13 gare di Ligue 1), il discorso è piuttosto complicato, molto meno impervia è la strada che porta a Javier Pastore. Il Flaco, legato al PSG fino a giugno 2016, è quel trequartista di qualità che i bianconeri cercano per il nuovo 4-3-1-2 di Allegri e, nonostante un buon avvio di stagione, non è un punto fermo per i campioni di Francia. Anzi, secondo i colleghi di Le10Sport, è proprio lui il grande sacrificato per regalare a Blanc Pogba dalla prossima estate.

"Juve prima e in corsa per gli ottavi di Champions. Nel luglio “di fuoco” avrebbe previsto una situazione simile? Mi aspettavo un pizzico di difficoltà in più, ma sapevo che la rosa era formata da giocatori molto validi. Il cambio di allenatore avrebbe potuto creare qualche problema, ma così non è stato. Abbiamo una società forte e giocatori vincenti che andavano abbinati a un tecnico all’altezza. Però, restiamo con i piedi per terra: è ancora una fase interlocutoria, non abbiamo vinto niente".

"Per trattenere i campioni bisogna spendere" - "I rinnovi troppo onerosi a giocatori avanti con gli anni incidono sulla trimestrale?  Buffon, quando ha rinnovato, aveva una proposta di un club straniero (lo Shakhtar, ndr ), di dieci milioni netti! Gigi si è ridotto l’ingaggio per continuare con noi. Idem Chiellini: quando ha rinnovato in estate aveva l’opportunità di andare all’estero, forte di un contratto sostanzioso. E’ inevitabile se si vogliono tenere i campioni: il Bayern ha giocatori che guadagnano 10 milioni netti, il nostro compito ora è aumentare i ricavi".

A gennaio difficile migliorare questa rosa, vista la Juve di oggi, non credo che sarà facile trovare opportunità per migliorare questo gruppo. Però abbiamo due mesi davanti, ci sono delle risposte che alcuni calciatori devono dare e noi agiremo di conseguenza. Non dimenticatelo mai: sono i giocatori i veri padroni del proprio destino. Per la sessione invernale ci sono alcuni scontenti come Shaqiri e Jovetic? Se si tratta di giocatori in grado di accrescere le qualità del gruppo, li consideriamo. Ma sono eventualità che non è detto si trasformino in certezze".

Dani Alves svincolato di lusso? Non è facile trovare giocatori da Juve e noi non vogliamo diventare un rifugio per svincolati qualsiasi. Detto ciò, Dani Alves è sicuramente un ottimo giocatore".

Offerta United per Vidal? Non abbiamo voluto dare il cileno allo United, punto. Poi con l’agente Fernando Felicevich i rapporti sono buoni. Lui diverso da Raiola? Diciamo che ha un approccio un po’ differente, cura i suoi assistiti anche a livello umano. Quanto vale il cileno in questo momento? Dipende sempre dai compratori e dal momento".

"Difficile pensare a un Vidal o un Pogba pronti a rinunciare ai soldi pur di restare alla Juve? E’ tutto prematuro, con Pogba abbiamo appena rinnovato il contratto. Prendeva pochissimo e abbiamo aumentato il suo stipendio. Dipende sempre dal calciatore: se Pogba e Vidal saranno contenti di restare, noi li terremo".

Altri Pogba o Coman in giro?  Fabio Paratici è molto bravo nel monitorare costantemente il mercato. Grazie anche al lavoro di Federico Cherubini e Claudio Chiellini, riusciamo a mantenere i rapporti con i giocatori e le varie società".

"Come procedono le trattative con gli agenti di Giovinco? Abbiamo avuto dei contatti per stabilire se ci siano le premesse per rinnovare alle nostre condizioni. Se ce la facciamo bene, altrimenti... Giovinco deve dirci cosa vuole fare. Dal Torino non abbiamo avuto richieste, neanche in estate. (sorride)".

"Lichtsteiner rinnoverà? Stiamo negoziando, ma non vogliamo uscire dai i nostri parametri». “Tevez prolungherà il contratto? E’ uno dei più forti attaccanti al mondo. Finché vorrà restare, le porte saranno aperte". "Il futuro di Gabbiadini, Zaza, Berardi e gli altri giovani è già deciso? Sappiamo che si tratta di affari costosi, faremo delle scelte. Un’operazione come quella di Immobile, mai gestito direttamente ma facendo girare soldi, non va trascurata. Uno tra Zaza e Gabbiadini, ad esempio, potremmo lasciarlo".

Secondo quanto riportato dal Fanatik la Juventus sta guardando anche in Turchia per potenziare il reparto difensivo. Piace Semih Kaya, centrale e all'occorrenza esterno destro del Galatasaray. 23 anni, il giocatore è nel giro della Nazionale dal 2012 raccogliendo già 17 presenze.


sabato 15 novembre 2014

Inter la svolta di Thohir: via Walter Mazzarri ed è arrivato Roberto Mancini



Svolta a sorpresa all'Inter: Walter Mazzarri non è più l'allenatore dei nerazzurri. L'esonero del tecnico è  stato ufficializzato dal club  con un comunicato pubblicato sul sito della società: "Fc Internazionale comunica che Walter Mazzarri è stato sollevato dal'incarico di allenatore della prima squadra. La società ringrazia Mazzarri per l'impegno, la dedizione e la serietà con cui ha guidato la squadra in questi 17 mesi. L'odierna seduta di allenamento sarà condotta da Giuseppe Baresi". Domani invece la presentazione del nuovo allenatore ad Appiano Gentile.

Dunque, un clamoroso ritorno per Roberto Mancini. Il presidente Thohir ha spiazzato tutti con la scelta di esonerare Mazzarri prima del derby. Sembrava infatti che il tecnico godesse di una fiducia a termine e che potesse giocarsi le sue chances il 23 novembre contro il Milan e successivamente contro la Roma. Il patron dell'Inter ha invece optato per un esonero immediato, evidentemente in seguito ad una disponibilità manifestata da Roberto Mancini.

Roberto Mancini, di fatto nuovo allenatore dell'Inter, sta per firmare un contratto di due anni mezzo. L'accordo è stato già raggiunto, manca solo l'ufficialità. Mancini dovrebbe quindi guidare l'Inter già nel derby in programma domenica 23. Il tecnico di Jesi ha già guidato i nerazzurri dal 2004 al 2008, vincendo tre scudetti.

"Dispiace per Mazzarri? Certamente, ha messo il suo massimo per far bene. Sono felice per Mancini e spero bene adesso. E' molto bravo, un gran lavoratore e questo era necessario in questo momento". Così Massimo Moratti, ex presidente onorario dell'Inter, sull'esonero di Walter Mazzarri.

Cambiano le strategie: priorità all’esterno per il 4-2-3-1. L’ex ala del Toro non trova molto spazio all’Atletico. Quindi si punta tutto su Cerci. L’ex granata è il rinforzo espressamente richiesto da Mancini per gennaio nel momento in cui ha definito il suo ritorno all’Inter. Una scelta non casuale, visto che nei piani la sua Inter dovrà riplasmarsi sul 4-2-3-1 e nell’organico nerazzurro mancano proprio gli esterni offensivi di ruolo.

Un nuovo trasferimento resta possibile perché, pur essendo passato alla corte di Simeone solo negli ultimi giorni di agosto, prima Cerci non aveva giocato nemmeno un minuto in gare ufficiali con la maglia del Torino. Per i due turni preliminari di Europa League, Ventura non l’aveva nemmeno convocato. E, peraltro, con un’estate sempre in bilico e con il suo nome per settimane accostato al Milan, il giocatore di fatto si era allenato poco e male. Risultato, una volta sbarcato in Spagna ha dovuto mettersi in pari con i compagni. Simeone lo ha fatto debuttare prima in Champions (il 16 settembre nella sconfitta per 3-2 in casa dell’Olympiacos) e poi in Liga. In tutto, Cerci ha messo insieme soltanto 6 presenze su 13 gare, quindi meno della metà (3 panchine per 90’ nelle ultime 3 uscite), senza mai essere titolare. Ha segnato contro il Malmoe, in Champions, ma ha pure rimediato un doppio cartellino giallo contro il Valencia, in Liga.

Praticamente scontato che Cerci direbbe immediatamente di sì all’Inter. Nel caso, una telefonata di Mancini scioglierebbe ogni sua eventuale e minima resistenza. Del resto, è vero che sognava la Champions, ma all’Atletico non si aspettava di essere un semplice rincalzo. Insomma, tornare in Serie A servirebbe per rilanciarsi, anche perché a soli 27 anni vuole essere protagonista. Il vero ostacolo, semmai, potrebbe essere l’accordo con i “Colchoneros”, che non più tardi di 3 mesi fa hanno deciso di investire 15 milioni di euro più bonus pur di portarlo a Madrid.

"Quando è stato fatto bene un lavoro, tornando c'è solo da perdere - continua il tecnico -. Ma può essere un'altra bella storia. Credo in questo progetto, non ho la bacchetta magica e credo si debba tornare a vincere attraverso il lavoro", ha proseguito Mancini nell'affollatissima conferenza stampa di presentazione ad Appiano Gentile. Un centinaio tra giornalisti e teleoperatori presenti, alcuni rimasti anche senza posto a sedere.

"Analogie col passato? Quando si cambia allenatore vuol dire che le cose non vanno bene. La responsabilità non è solo del tecnico, reputo Mazzarri un bravo allenatore. Questa è una squadra con qualità, come quella di dieci anni fa. Si può lavorare bene anche su questa squadra", ha proseguito il tecnico marchigiano.

Mancini, ce la vedremo con Juve e Milan - "Ci sarà da combattere contro Juve e Milan. La Juventus sta facendo benissimo da anni è la migliore squadra d'Italia. Il Milan resta sempre grande. Dovremo combattere con loro" è questo il commento sugli avversari di Roberto Mancini nuovo tecnico dell'Inter nella conferenza stampa di presentazione ad Appiano Gentile. "Quando giovedì sera mi hanno chiamato sapevo solo che c'era il derby - ha aggiunto - ma il calendario non lo conoscevo. Ma non sono cose a cui pensare in quel momento. Tutte le partite sono difficili".

Mancini: "Ho sentito Moratti, è felice" - "Ho sentito Moratti. Sono felice che sia felice, ha fatto la storia dell'Inter ed è importante che sia ancora all'interno della società" è il tributo di Roberto Mancini all'ex presidente dell'Inter Massimo Moratti, con il quale ha un passato di vittorie in comune, nella conferenza di presentazione ad Appiano Gentile. Adesso quello che conta per il nuovo allenatore dell'Inter "è solo tornare a vincere".

Mancini: "Ringrazio Thohir, vuole Inter al top" - "Thohir? Ci siamo sentiti solo al telefono. Ma lo ringrazio per avermi permesso di tornare. È una persona per bene che vuole far tornare grande l'Inter. Era dispiaciuto per Mazzarri. Avremo tempo di conoscerci" così Roberto Mancini nuovo tecnico dell'Inter commenta il rapporto con l'attuale presidente nerazzurro. Poi torna a commentare la situazione del suo predecessore: "Fischi a Mazzarri? Io faccio il suo stesso lavoro e sono dispiaciuto. Ha fatto benissimo dovunque è andato. Ritorno di Balotelli? Sta bene dove sta, al Liverpool e ha una grande chance da cogliere perché è in uno dei più grandi club inglesi" escludendo così di fatto un imminente ritorno di Balotelli all'Inter.



sabato 8 novembre 2014

Gigi Riva. Gli auguri a rombo di tuono che compie 70 anni



Da Arrigo Sacchi questo gli auguri a Gigi Riva per i 70 anni: "Auguri ad un caro amico, un grande giocatore, un grande dirigente ed una persona perbene. Auguri di una vita felice". Sacchi è ospite questa sera di Immaginario Festival in corso a Perugia, che lo ha invitato a parlare di calcio assieme a Gianni Mura e Giuseppe Smorto.

"In queste ore in tantissimi stanno celebrando il grande Gigi Riva che proprio oggi compie 70 anni ed anch'io mi unisco con piacere a questo coro di auguri per il mitico 'Rombo di Tuono', uno dei più forti calciatori della storia ed un esempio per i giovani". Questo il messaggio del capitano della Roma, Francesco Totti, pubblicato sul proprio sito ufficiale.

"Auguri Rombo di tuono". Si chiude così il messaggio che il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, ha rivolto a Gigi Riva per i suoi 70 anni, al quale si sono uniti anche il ct della Nazionale, Antonio Conte e quello della Nazionale femminile, Antonio Cabrini. "Dentro e fuori dal campo - ha scritto Tavecchio - Gigi Riva ha dato un volto alle più belle declinazioni del calcio: tecnica, forza fisica, professionalità e sensibilità umana. Per diversi anni ha messo le sue doti al servizio della maglia azzurra e per questo la Figc gli sarà per sempre grata".

"Attraverso il tuo esempio, come uomo e come sportivo, prima calciatore e poi dirigente federale - è il saluto di Conte - hai saputo unire i tuoi compagni di squadra ed i tuoi ragazzi in Azzurro, hai saputo regalare dei sogni indimenticabili ai tuoi tifosi, hai saputo trasmettere i valori nei quali credi, dedicando sempre tutto te stesso al bene comune. Tanti auguri Gigi per i tuoi 70 anni dalla 'tua' Nazionale, ti aspettiamo presto a Coverciano per festeggiare insieme". "Un caloroso augurio da parte di mia e di tutta la squadra femminile - ribadisce Cabrini -. Ricordo Gigi Riva ai tempi in cui era l'attaccante della nazionale, un grande atleta che ha vinto lo scudetto con la maglia rossoblù. La Sardegna deve tanto a Riva ma anche Gigi deve tanto a questa isola che è diventata la sua terra adottiva".

"Caro Gigi, quando arrivai in Italia per la prima volta eri il mio idolo. Un grande attaccante dal fisico incredibile è un tiro micidiale, un vero trascinatore". Zdenek Zeman manda il suo affettuoso 'telegramma' di auguri a Riva per i suoi 70 anni dalle pagine di 'Cuore rossoblù', la rivista ufficiale del Cagliari. Il tecnico boemo si congratula con l'ex campione anche per le scelte di vita. "Hai scelto di rimanere in Sardegna - scrive - dicendo no a tanti soldi: una decisione che merita rispetto". Gli auguri del Cagliari arrivano anche dal capitano Daniele Conti a nome di tutta la squadra. "Caro Gigi - si legge sempre su Cuore rossoblù - sei stato un grandissimo campione, hai dato mille gioie ai tifosi del Cagliari e della nazionale, mi dispiace non avere avuto la possibilità di vederti giocare dal vivo: che spettacolo mi sono perso". Anche Conti sottolinea le scelte di vita di "Rombo di tuono". "Hai rinunciato a contratti milionari e a tante vittorie importanti per condividere la tua carriera e la tua vita con noi. Dico con noi perché ormai mi sento sardo anche io dunque capisco quello che si prova. Sei un simbolo - conclude Conti - per una intera regione e un patrimonio dell'Italia calcistica".

Ha compiuto 70 anni Gigi Riva, considerato unanimemente uno dei grandi di sempre del calcio italiano. Il bomber di Leggiuno ha giocato 446 partite, segnando 252 gol, 35 dei quali con la Nazionale. Protagonista di una irripetibile stagione del calcio, Riva è stato fedele solo alla maglia del Cagliari, con cui ha giocato 13 stagioni nella massima serie (dal 1963 al 1976, anno del ritiro dovuto a un grave infortunio). Nel 1970 trascinò il suo Cagliari allo scudetto.

Auguri per il settantesimo compleanno di Gigi Riva anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Le invio - si legge nel telegramma inviato a Rombo di Tuono dal Capo dello Stato - i migliori auguri a nome mio e di tutti coloro che hanno avuto modo di seguirla e applaudirla negli anni che l'hanno vista diventare simbolo della nostra sportività nazionale". Napolitano poi fa i complimenti al bomber azzurro più forte di tutti i tempi, che detiene ancora il record di gol in Nazionale (35 in 42 presenze). "La sua attività sportiva - continua Napolitano - condotta con esemplare serietà e rigorosa rettitudine, tiene vivo il ricordo di una grande stagione del calcio italiano e dei numerosi successi conseguiti nelle competizioni internazionali".

Settanta, come l'anno dello scudetto del Cagliari e del Mondiale in Messico. Settanta, come le sigarette che gli hanno fatto compagnia ogni giorno. Ma soprattutto settanta, come gli anni che compie oggi nella sua sempre più amata Sardegna. Gigi Riva confessa che questo traguardo gli scoccia più degli altri, perché la spalla e le caviglie gli rinfacciano le battaglie sui campi di tutto il mondo e anche per questo preferisce dribblare le celebrazioni.

Nel mondo del calcio per tutti è rimasto Gigi, o Giggirriva per i sardi che lo hanno adottato con la stessa fretta con cui lui si è innamorato della loro terra, scoperta suo malgrado a 18 anni quando lascia per sempre Leggiuno, sulle le rive del Lago Maggiore, dov'è nato e cresciuto dietro l'Eremo di Santa Caterina del Sasso. Numero undici scelto per emulare il suo idolo Skoglund, attaccante svedese dell'Inter, nel 1963 Riva è già titolare nella nazionale Juniores quando Lupi, il suo allenatore del Legnano, gli comunica in aereo che è stato venduto al Cagliari. "Piuttosto sto fermo un anno - gli risponde - ma lì non ci vado". E invece la sorella Fausta che gli fa da mamma, perché è già orfano di entrambi i genitori, lo accompagna a Cagliari e da lì non si muove più. Rifiuta tutte le offerte dell'Inter e della Juve, conoscendo nuovi compagni diventati amici per sempre. I "pecorai", come erano chiamati nelle trasferte in continente gli uomini di Scopigno, entrano nella storia nel 1970 quando il Cagliari vince lo scudetto al vecchio stadio Amsicora.

Riva, tre volte capocannoniere, è il simbolo di una squadra e di un'isola e Gianni Brera conia per lui un soprannome che resiste nel tempo: "Rombo di tuono". Ala sinistra con un tiro violentissimo, rigorosamente mancino, forte di testa e potente fisicamente, considerato da tutti il miglior attaccante italiano del dopoguerra: in Nazionale segna 35 gol in 42 partite, record che da 40 anni resiste a ogni tentativo di imitazione, come la Settimana Enigmistica. Tra questi anche uno dei due contro la Jugoslavia che nel 1968 regalano l'unico titolo europeo dell'Italia. Poi, dalla fine del 1987, quando debutta in divisa federale sulla tribuna di San Siro per Italia-Portogallo, al triste capolinea mondiale del 2010 in Sudafrica è il prezioso e insostituibile dirigente per quattro presidenti e tre commissari. Consola Robi Baggio, il campione che lo ha entusiasmato di più, dopo il rigore sbagliato contro il Brasile nella finale mondiale del 1994 a Pasadena, protegge Cassano. Ora basta risentire la sua inconfondibile voce nasale per rivivere le emozioni che Riva ci ha regalato. Un grande attaccante moderno che tutti hanno visto segnare, un uomo serio con valori antichi che pochi fuori dal campo hanno avuto la fortuna di conoscere davvero.



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